Resurrectio, tracce dell'immemorabile
Dal 19 Luglio 2014 al 20 Luglio 2014
Bucine | Arezzo
Luogo: Abbazia di San Pietro a Ruoti
Indirizzo: Vicolo Dell'Abate (Badia A Ruoti, 33)
Enti promotori:
- ARTLANTE - studi e iniziative per l?arte contemporanea
- Di.St.Urb.(Distretto di Studi e Relazioni Urbane)
- Comune di Bucine
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0575 22932
E-Mail info: infodisturb@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.abbaziapertutti.it
Nell?Abbazia di San Pietro a Ruoti in Bucine (Arezzo), il 19 luglio, dalle ore 17.00, si snoderà l?evento “Resurrectio, tracce dell?immemorabile” tra i percorsi di superficie e dei sotterranei dell?edificio. Laboratorio dell?esposizione dell?arte, nelle opere degli artisti Francesca Capasso, Chiara Mu, Franco Cipriano, Antonio Davide, Oppy de Bernardo, Adelaide Di Nunzio, MaraM, Pier Paolo Patti, Saffronkeira, Ciro Vitale. Ideato e curato da ARTLANTE, studi e iniziative per l?arte contemporanea e da Di.St.Urb.(Distretto di Studi e Relazioni Urbane), con il Patrocinio del Comune di Bucine, l?evento è un allestimento performativo, dove il tempo di costruzione è tempo di epifanie di senso, di relazionalità ambientale e poietica.
Un itinerario di rivelazioni, tra apparizioni e risonanze - nella circolarità d?immagini, forme, gesti, suoni, scritture, voci e materie - compone un palinsesto di accadimenti che si articola nei vuoti e pieni, tra interno ed esterno dei passaggi della profondità spaziale dell'Abbazia. Si rappresenta come spazialità del pensiero la trama “polifonica” del gesto artistico; al contempo si attraversa l'ordito invisibile, segreto, delle ombre e degli echi che ne attraversano il senso. Come “stazioni” o “capitoli” avviene una “opera comune” di singolarità che si annodano in un tessuto di mutamenti e analogie, contrasti ed evocazioni, nell?estrema memoria dell?arte si intercettano le tonalità dell?immemorabile.
Nei frammenti del senso - tra suono e segno, luce e materia, immagine e gesto - si “riflette” il risorgere della memoria del sacro come evento psico-cosmico che inclina il pensiero nelle sue originarie, indefinibili connessioni, tra presenza e assenza, tra terrestre e divino. Un incontro tra artisti, spazi, visitatori, dove è l?intrecciarsi d?interrogazioni, d?impermanenze, di slittamenti del linguaggio a costruire il percorso delle opere come performatività di “ascolto” e di “visione”, che annuncia, nei camminamenti dell'Abbazia, il possibile dell'arte come luogo dell’altrove. Nelle traiettorie oblique del senso, dove nasce Resurrectio come pensiero eccedente che s?interroga sull?immemoriale della memoria, lo spazio s'incrocia con le opere, in una prismatica “esposizione” di una mappa dell?anima, che nelle molteplicità degli interventi si rivela come spazio del naufragio e della risorgenza. Si realizza un labirintico riflettersi trasmutante dei segni negli altri segni, delle materie in altre materie, in un dialogo che fa compresenti e coesistenti le matrici di linguaggio, in una topografia del visibile che rivela nessi, intonazioni, come in un corale rito “arcaico”. Dove l?accadimento intreccia gesti, voci e opere. In un?ellittica liturgia dei “segni” il cui nucleo è traccia dell?immemorabile.
Un itinerario di rivelazioni, tra apparizioni e risonanze - nella circolarità d?immagini, forme, gesti, suoni, scritture, voci e materie - compone un palinsesto di accadimenti che si articola nei vuoti e pieni, tra interno ed esterno dei passaggi della profondità spaziale dell'Abbazia. Si rappresenta come spazialità del pensiero la trama “polifonica” del gesto artistico; al contempo si attraversa l'ordito invisibile, segreto, delle ombre e degli echi che ne attraversano il senso. Come “stazioni” o “capitoli” avviene una “opera comune” di singolarità che si annodano in un tessuto di mutamenti e analogie, contrasti ed evocazioni, nell?estrema memoria dell?arte si intercettano le tonalità dell?immemorabile.
Nei frammenti del senso - tra suono e segno, luce e materia, immagine e gesto - si “riflette” il risorgere della memoria del sacro come evento psico-cosmico che inclina il pensiero nelle sue originarie, indefinibili connessioni, tra presenza e assenza, tra terrestre e divino. Un incontro tra artisti, spazi, visitatori, dove è l?intrecciarsi d?interrogazioni, d?impermanenze, di slittamenti del linguaggio a costruire il percorso delle opere come performatività di “ascolto” e di “visione”, che annuncia, nei camminamenti dell'Abbazia, il possibile dell'arte come luogo dell’altrove. Nelle traiettorie oblique del senso, dove nasce Resurrectio come pensiero eccedente che s?interroga sull?immemoriale della memoria, lo spazio s'incrocia con le opere, in una prismatica “esposizione” di una mappa dell?anima, che nelle molteplicità degli interventi si rivela come spazio del naufragio e della risorgenza. Si realizza un labirintico riflettersi trasmutante dei segni negli altri segni, delle materie in altre materie, in un dialogo che fa compresenti e coesistenti le matrici di linguaggio, in una topografia del visibile che rivela nessi, intonazioni, come in un corale rito “arcaico”. Dove l?accadimento intreccia gesti, voci e opere. In un?ellittica liturgia dei “segni” il cui nucleo è traccia dell?immemorabile.
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