Icona Cervino

Egon Beck Peccoz, Valtournenche, Egon e Ida Beck Peccoz con amici salendo al Teodulo. Primi anni Venti del ‘900 Tratta da una fotostereoscopia positiva, gelatina ai sali d'argento 44x107. Gressoney-La-Trinité, Maria Cristina Beck Peccoz

 

Dal 09 Luglio 2021 al 17 Ottobre 2021

Bard | Aosta

Luogo: Museo delle Alpi - Forte di Bard

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II, 85

Orari: feriali: 10.00 | 18.00 sabato, domenica, festivi: 10.00 | 19.00 lunedì chiuso

Costo del biglietto: Intero: € 8,00 Ridotto: € 7,00 (6 - 18 anni, over 65) Ridotto scuole: € 5,00 In abbinamento alla mostra Il Monte Cervino: ricerca fotografica e scientifica: € 15,00

Telefono per informazioni: +39 0125 833811

E-Mail info: info@fortedibard.it

Sito ufficiale: http://www.fortedibard.it


La forza iconica del Cervino ha ispirato moda, arte, pubblicità e segnato la storia dell’alpinismo. In parallelo alla mostra Il Monte Cervino: ricerca fotografica e scientifica allestita nelle Cannoniere del Forte di Bard, un suggestivo allestimento all’interno del Museo delle Alpi esplora questa dimensione attraverso le opere dell’artista Alessandro Busci, le creazioni di Emilio Pucci, le imprese alpinistiche di Hervé Barmasse e le immagini di uno dei personaggi che ha fatto la storia della tv italiana: Mike Bongiorno.
 
Hervé Barmasse
Il 14 luglio 1865, con la prima ascensione del Cervino dal versante svizzero, e a  distanza di due giorni, quella dal versante italiano, si esaurisce il periodo della conquista delle Alpi. Tutte le cime più prestigiose erano state salite. Nel frattempo, l’alpinismo entra in una nuova era; dopo quella primordiale, motivata da ragioni scientifiche, e la successiva, caratterizzata dalla conquista, inizia a prendere forma quella dell’alpinismo sportivo-esplorativo. Il desiderio di avventura e sfide avvincenti spinge gli scalatori a tentare di raggiungere le montagne già salite per itinerari differenti, più difficili e giudicati impossibili dalle generazioni precedenti. E poi rimanevano da scalare tutte le cime minori, quelle più verticali e strapiombanti. Con queste premesse le Alpi avevano ancora tutto da offrire e il Cervino, dopo l’epopea della conquista, diventa nuovamente una delle mete più ambite, il sogno da infrangere; l’unica montagna che, grazie alle sue armoniose geometrie piramidali offrisse la possibilità di raggiungere la vetta da altre due creste infinite e affilate: quelle di Zmutt e di Furggen. Due perle di rara bellezza alle quali si aggiungono negli anni a venire la via De Amicis e la via Déffeyes, portando a sei il numero delle creste di questa montagna.
Gli alpinisti che hanno salito tutte e sei le creste del Cervino sono pochissimi e uno solo, Hervé Barmasse, è riuscito ad affrontarle tutte in solitaria. L’alpinista valdostano non è nuovo a questo genere di imprese e sul Cervino, tra prime ascensioni solitarie, prima invernali e vie nuove, è l’alpinista che ha all’attivo più exploit e l’unico, dopo Walter Bonatti, ad aver aperto una via nuova in solitaria.

Mike Bongiorno
Tra il 1957 e il 1987 Cervinia è per Mike la meta ideale in cui recarsi ogni volta che gli impegni professionali glielo permettono. La sua carriera è in costante ascesa e il suo nome sempre più legato ai quiz televisivi. Nonostante sia un personaggio pubblico amato dai fan, appena può Mike lascia la sua casa milanese poco distante dagli studi Rai di corso Sempione e si rifugia a Cervinia. Un video in mostra ricorda questo legame speciale tra il conduttore e il Cervino. Bongiorno è spessoimmortalato dai fotografi e inseguito dai giornalistimentre è in compagnia degli amici, in particolaredell’allenatore olimpico Leo Gasperl, Hans Nöbl edi Bepi Garnero che aveva conosciuto a Sestrière ametà degli anni ’50. La famiglia Bongiorno è talmente a casa in queste montagne che gli scatti suggeriscono e descrivono momenti intimi, privati, spensierati. Momenti famigliari che mostrano Mike con i figli e la moglie sorridenti sulla neve valdostana. Accanto alle immagini private, tratte dall’archivio dei coniugi Bongiorno, non mancano quelle pubbliche che ritraggono il personaggio televisivo durante numerose manifestazioni e sul set di celebri spot. Nell’immaginario collettivo quella della Grappa Bocchino è sicuramente la più nota accompagnata dalla celebre frase “Sempre più in alto!”.

Alessandro Busci
Alessandro Busci, pittore e architetto milanese, partecipa al progetto con Blucervino, una selezione di circa 40 opere che vedono protagonista il Cervino e il suo mutevole paesaggio. La vetta che buca il paesaggio con le sue quattro pareti, distinte come quelle di una stanza chiusa. Nel linguaggio di Busci, nel suo particolare Cervino si possono riconoscere le questioni che la montagna impone: paura, sbigottimento, caduta, ascesa ma anche protezione, ospitalità e accoglimento. L’artista non tralascia nel suo lavoro le testimonianze architettoniche del paesaggio che lo circondano. Proprio facendo leva sull’architettura, Alessandro Busci getta il suo sguardo sul Cervino, che finalmente può unirsi al suo paesaggio, confondendosi nella pittura di muri e pareti dove la montagna appare in tutta la sua potenza ma anche nella sua umanità. Il progetto Blucervino è curato da Luciano Bolzoni e coordinato dall’Officina Culturale Alpes.

Emilio Pucci Heritage
Per Emilio Pucci Heritage Hub, la partecipazione a questa mostra è l’occasione per raccontare con una selezione di oggetti d’archivio la storia che unisce Emilio Pucci e la montagna, attorno all’importante vetta del Cervino. La storia del marchio Pucci nasce all’ombra del Cervino, sulle piste da scii di Zermatt, dove il Marchese lavorava nel dopoguerra come istruttore di scii - un istruttore d’eccellenza, il Marchese aveva fatto parte della squadra italiana di scii anche alle Olimpiadi Invernali. Una tuta disegnata da lui per una amica cattura l’attenzione di Toni Frissell, fotografa per la rivista Harper’s Bazaar, che gli dedica un servizio pubblicato nel numero di dicembre del 1947. Da quegli scatti ha inizio la carriera nella moda di Emilio Pucci, che comincia con una collezione di tute da scii su suggerimento di Diana Vreeland, storica direttrice della rivista, e che si snoda in collezioni e progetti in una storia di moda italiana ininterrotta fino ad oggi. La Valle d’Aosta e i suoi paesaggi sono il soggetto dei disegni di Emilio Pucci dagli anni ’50. Nel 1952 firma il motivo “Cervinia” - incorniciati da piccoli soli, nastri e fiocchi disegnano la sagoma del monte Cervino, con campiture dei colori accesi ricercati dal Marchese nella natura che lo ispirava. Il motivo, ripreso anche per l’ultima collezione autunno/inverno 2021 del marchio, è stato da ispirazione per i designer che si sono susseguiti alla direzione creativa del marchio. Per Matthew Williamson nel 2008 è diventato il disegno “Alpi”, una astrazione delle geometrie disegnate dalle formazioni rocciose alpine, e per Massimo Giorgetti nel 2016, nastri e fiocchi si sono intrecciati nel più romantico motivo “Montagne”. Attraverso i capi, gli accessori ma anche i disegni, le collaborazioni con Rossignol e Moncler nei primi anni 2000, le fotografie, gli editoriali nelle riviste, gli oggetti dell’archivio custodito a Palazzo Pucci e oggi in mostra a Forte di Bard ricostruiscono la fitta relazione tra il marchio Emilio Pucci e la montagna, espressione di un fortissimo legame per l’Italia e il suo territorio di cui Emilio Pucci è forse uno dei più grandi narratori.
 
Il Museo delle Alpi
Il Museo delle Alpi è un percorso pluridisciplinare e multimediale dedicato alle Alpi e alla montagna aperto dal 2006 all’interno dell’Opera Carlo Alberto del Forte di Bard. Uno spazio che fonde insieme tradizione e nuove tecnologie per descrivere una montagna vissuta e trasformata dalla mano dell’uomo. Nella sua mission divulgativa e in costante evoluzione, la sezione conclusiva del Museo - dedicata alle trasformazioni della montagna dall’età moderna - ospita l’approfondimento sui mille volti del Cervino, montagna tra le montagne per eccellenza.
 
Per Icona Cervino si ringraziano
Alpes
Emilio Pucci
Emilio Pucci Heritage Hub
Fondazione Mike Bongiorno
Hervé Barmasse

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