Mathew McWilliams. Observatory
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Mathew McWilliams, Observatory
Dal 05 Agosto 2016 al 04 Settembre 2016
Polignano a Mare | Bari
Luogo: Exchiesetta
Indirizzo: vico Santo Stefano
Curatori: Roberto Lacarbonara
Telefono per informazioni: +39 334 7921142
E-Mail info: info@exchiesetta.com
Sito ufficiale: http://www.exchiesetta.com
Exchiesetta è lieta di ospitare la mostra personale dell’artista canadese Mathew McWilliams a cura di Roberto Lacarbonara.
Con un intervento site specific nel piccolo edificio del XIII secolo, la chiesa di Santo Stefano si trasforma in un osservatorio, un luogo orientato verso lo spazio illimitato che si apre sull’orizzonte mediterraneo (immediatamente alle spalle dell’edificio), ma anche verso la propria storia, eredità plastica e iconografica del romanico pugliese.
Il punto di osservazione della mostra – la finestra che permette il continuo scambio tra interno ed esterno della chiesa – rappresenta per McWilliams una struttura di relazione visuale, in perfetta scala con la persona. L’artista colloca una serie di ampie tele trasparenti, di colore azzurro e dimensione identica al portale/finestra, pendenti dal soffitto della chiesa in progressione sfalsata così da moltiplicare prospetticamente il punto di vista, alterando la percezione dei piani e catturando l’atmosfera cromatica e luministica dell’esterno. La superficie di contatto tra i luoghi diventa così superficie di visione, contaminandosi dei colori del mare e del cielo, quasi annullando ogni limite fisico dello spazio chiuso. Inoltre, l’artista ricopre interamente il pavimento con l’utilizzo di coperte isotermiche dal colore dorato e dalla superficie riflettente.
Tale intervento, etereo e minimale, se da un lato suscita nell’osservatore un’interrogazione delle proprie percezioni, dall’altro organizza una nuova spazialità profondamente legata ai colori (il celeste e l’oro) e alle esigenze iconografico-prospettiche della pittura votiva cattolica. Si tratta di un’azione che rende questo speciale “osservatorio” un faro rivolto alle emergenze umanitarie del Mediterraneo, alludendo con le coperte isotermiche alla drammatica dispersione dei corpi negli abissi del mare.
L’installazione di McWilliams si apre così ad un’intelligenza tipicamente contemporanea che costruisce ponti semantici e connessioni visive, in un dialogo di rara sensibilità tra arte e vita, tra spazio del sacro e tempo della storia.
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