DA MONET A WARHOL. Capolavori della Johannesburg Art Gallery

Claude Monet, Primavera, 1875, olio su tela. Johannesburg Art Gallery

 

Dal 19 Maggio 2023 al 15 Ottobre 2023

Sarnico | Bergamo

Luogo: Pinacoteca Gianni Bellini

Indirizzo: Via San Paolo 8

Orari: Giovedì e venerdì, 16.00 – 19.00 Sabato e domenica, 10.00 – 19.00

Curatori: Simona Bartolena e Massimo Rossi

Prolungata: fino al 15 ottobre 2023

Costo del biglietto: Intero: €12,00 Ridotto: €10,00 (over 65 e studenti) Under 14 e scuole: €5,00 Famiglia: 2 genitori + figli fino a 14 anni: €25,00 Gratuito (under 6, giornalisti con tesserino, portatori di handicap) Soci APS Il Ponte: €5,00

E-Mail info: assculturaleilponte@gmail.com


Dal 19 maggio al 3 settembre 2023, la Pinacoteca Gianni Bellini a Sarnico (BG), sulle sponde del lago d’Iseo, ospita la mostra che presenta i capolavori della Johannesburg Art Gallery, aperta al pubblico nel 1910, che vanta un patrimonio di grande valore artistico.
 
L’esposizione, DA MONET A WARHOL. Capolavori della Johannesburg Art Gallery, curata da Simona Bartolena e da Massimo Rossi, conservatore del museo, prodotta e organizzata da ViDi Cultural, in collaborazione con l’Associazione Il Ponte di Sarnico, con il patrocinio del Comune di Sarnico, ricorda Nelson Mandela, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa.
 
La rassegna propone 60 opere, tra olii, acquerelli e grafiche, provenienti dalla prestigiosa pinacoteca sudafricana, in grado di ripercorrere ben oltre un secolo di storia dell’arte internazionale, dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, attraverso i suoi maggiori interpreti, da Courbet a Corot, da Monet a Degas, da Rossetti a Millais, da Picasso a Bacon, da Lichtenstein a Warhol a molti altri.
 
Il racconto prende idealmente avvio dall’Ottocento inglese e da due opere di William Turner e prosegue con il dipinto di Alma-TademaLa morte del primogenito, raffinata e malinconica scena ambientata in un oscuro e immaginifico Egitto, e con i lavori di due dei maggiori esponenti dei PreraffaellitiJohn Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti di cui viene esposto un capolavoro, Regina cordium, la regina di cuori, ovvero Elizabeth Siddal, con la quale il pittore visse un’intensa quanto sfortunata storia d’amore, conclusa con il probabile suicidio della donna.
 
La mostra continua con un’ampia sezione dedicata agli esiti della pittura di fine Ottocento e si apre con quei pittori che scelsero un nuovo approccio al vero in pittura, quali Jean-Baptiste Camille Corot, qui con un piccolo PaesaggioGustave Courbet con lo scorcio della scogliera normanna di Étretat e Jean-François Millet. La generazione impressionista, introdotta da autori quali Eugéne Boudin e Johan Barthold Jongkind, viene rappresentata da Edgar Degas (Due ballerine), Claude Monet (Primaverae Alfred Sisley.  
 
Il percorso prosegue con alcuni protagonisti della scena post-impressionista: Paul Cézanne (I Bagnanti), Vincent Van Gogh (Ritratto di un uomo anziano), Pierre Bonnard, Edouard Vuillard.
Varcando la soglia del Novecento, s’incontrano le opere di due dei maestri più celebrati del secolo: Henri Matisse e Pablo Picasso che aprono alle nuove istanze dell’arte contemporanea, con Ossip Zadkine e altri. Non mancano esponenti della seconda metà del secolo: i britannici Francis Bacon e Henry Moore, e i due protagonisti della pop art americanaRobert Lichtenstein e Andy Warhol, di cui si presenta il trittico dedicato a Joseph Beuys.
 
Chiude idealmente la mostra, la sezione che indaga l’arte sviluppata in Sudafrica nel Novecento. In particolare si possono ammirare le opere di Maggie Laubser, una delle esponenti dell’espressionismo sudafricano e i lavori di Maude Sumner, Selby Mvusi e George Pemba, pittori dai forti interessi per il sociale che raccontano le tradizioni del paese, ma anche la vita urbana e la realtà dell’Apartheid.
 
L’esposizione consente al pubblico di scoprire l’affascinante storia della Johannesburg Art Gallery. Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione museale fu Lady Florence Phillips, moglie del magnate dell’industria mineraria Sir Lionel Phillips. Donna dal grande fascino - come testimoniato dal ritratto, qui esposto, di Antonio Mancini -, a sua volta collezionista, convinta che la sua città dovesse avere un museo d’arte, persuase il marito e alcuni magnati dell’industria a investire nel progetto. Determinata a portare avanti la sua idea, Lady Phillips vende un diamante azzurro regalatole dal marito per acquistare i primi lavori. Hugh Lane, altra grande personalità della scena culturale anglosassone, la aiuta nell’impresa, suggerendole possibili acquisizioni. Sin dalla sua apertura il museo presenta una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi poi negli anni grazie a nuove acquisizioni e donazioni.

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