IO, MEDEA. La leggenda bianca del Rinascimento lombardo
Dal 16 Marzo 2023 al 04 Giugno 2023
Bergamo
Luogo: Mostra diffusa
Indirizzo: Sedi varie
Curatori: Gabriele Medolago
Enti promotori:
- Comune di Bergamo
Il 6 marzo 1470 si spense, a soli tredici anni, Medea, la figlia prediletta di Bartolomeo Colleoni (Solza, 1392/1395 – Malpaga, 1475), secondo molti il maggior condottiero del Quattrocento, ricercato dai potenti di tutta Europa e dal 1455 capitano generale della Repubblica di Venezia. Si narra che per la prima volta il fiero capitano di ventura lasciasse trapelare il suo sentimento di anziano, tenero padre, versando le sue uniche lacrime e scegliendo di seppellire, insieme alla piccola Medea, l’uccellino che era stato suo compagno di giochi, affinché l’accompagnasse nell’ultimo viaggio.
Il giovane scultore Giovanni Antonio Amadeo (Pavia, 1447 – Milano, 1522), destinato a diventare forse il maggiore degli architetti e scultori lombardi del primo Rinascimento, fu subito ingaggiato per realizzare il monumento funebre di Medea, regalando a Bergamo quella che è stata definita “la più bella delle effigi che riposano in terra lombarda”.
Nasce così, intorno all’inconsapevole Medea e alla sua giovinezza stroncata, la leggenda bianca del Rinascimento lombardo, che si propaga in pittura, scultura e poesia.
A riaccendere oggi l’attenzione sulla figura di Medea Colleoni, sono stati importanti ritrovamenti documentari e di oggetti, portati in luce da una ricerca attenta e interdisciplinare condotta nell’ambito del macroprogetto Coglia, ampia rete di studio e valorizzazione nata nel 2018, che riunisce istituzioni e luoghi su tutto il territorio italiano legati alla figura di Bartolomeo Colleoni e dei suoi discendenti.
Raccogliendone gli esiti, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, Progetto Coglia, Pro loco Due Castelli Cavernago e Malpaga e Comune di Cavernago, grazie alla disponibilità del Luogo Pio della Pietà Colleoni, disegnano nel cuore di Bergamo Alta, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, l’inedito percorso espositivo e narrativo IO, MEDEA. La leggenda bianca del Rinascimento lombardo.
Dal 16 marzo al 4 giugno, la mostra diffusa, con la curatela storica di Gabriele Medolago e con il coordinamento di Barbara Mazzoleni, accompagnerà il pubblico in tre isole espositive, allestite nei luoghi colleoneschi di Bergamo Alta:
> Cappella Colleoni, Piazza Duomo: Scolpita per l’eternità
Per la prima volta, vi è l’opportunità di “scalare” il monumento funebre di Medea per ammirare con una visuale completa e da vicino la splendida statua della fanciulla che riposa, che il pubblico non ha mai potuto apprezzare data l’altezza di collocazione all’interno del monumento. Capolavoro rinascimentale dell’architetto e scultore Giovanni Antonio Amadeo, il monumento era originariamente collocato nel presbiterio della chiesa della Basella di Urgnano, ma nel 1842 fu traslato nella Cappella Colleoni, uno dei monumenti simbolo di Bergamo Alta, voluta da Bartolomeo Colleoni, che qui riposa, come suo mausoleo nel cuore politico e religioso della città.
>Luogo Pio Colleoni, via Colleoni 11: Tracce di lei
Nel 1466 Bartolomeo Colleoni fondò il Luogo Pio della Pietà per fornire una dote alle fanciulle povere. Ad esso affidò la sua cappella e assegnò, quale sede, la propria dimora cittadina, dove ancora oggi opera l’istituzione caritativa. Solitamente non accessibile al pubblico, il Palazzo in occasione della mostra apre le sue stanze, compresa la “sala picta”, interamente affrescata, forse su progetto di Donato Bramante. È qui che incontriamo Medea, dal tempo breve della vita a quello eterno del mito: pittura, poesia, moda, affetti e strategie matrimoniali per una narrazione del Quattrocento, anche al femminile. Dalla puntuale ricostruzione dell’abito e del gioiello indossati da Medea, a restituire i valori simbolici nascosti nel guardaroba di una fanciulla del Quattrocento, a un vero e proprio cimelio: un lembo di velluto operato con filati d’oro, prelevato nel 1842 dall’abito indossato dalla giovane al momento della sepoltura. Dalla lunga serie di poeti che cantarono Medea per secoli, sino a Gabriele d’Annunzio di cui si espongono i documenti autografi, alla pittura dell’Ottocento romantico, che non si lasciò sfuggire l’occasione di toccare le corde del legame sentimentale di Bartolomeo con la figlia, a fare da contrappunto all’immagine del valoroso Capitano, immortalato nel monumento equestre di Verrocchio a Venezia.
>Biblioteca Civica Angelo Mai, Sala Tassiana: Il Codice Colleoni
Medea e Bartolomeo, un legame speciale che affiora tra le pagine di un prezioso codice miniato, la biografia autorizzata del Capitano scritta dal poeta piacentino Antonio Cornazzano (1473-1474), che raccolse tutte le informazioni necessarie direttamente dalla viva voce del Colleoni.
Del prezioso codice, che è la fonte più autorevole sulla vita di Bartolomeo Colleoni e appartiene al Comune di Bergamo dal XV secolo, possiamo ammirare sia la scrittura in argento, sia la splendida miniatura a piena pagina con il ritratto di Bartolomeo a cavallo, sia la sontuosa legatura originale in seta rossa con ricami a rilievo in filo d'oro e argento. Sarà poi possibile sfogliare la versionedigitale del manoscritto. L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla disponibilità di istituzioni pubbliche e collezioni private presso cui sono stati rintracciati documenti e testimonianze di Medea: Archivio di Stato di Milano, Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, Biblioteca Queriniana di Brescia, Castello di Thiene, Fondazione Il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, Musei Civici di Pavia, Collezione privata Roberto Iseppi e Luogo Pio Colleoni di Bergamo.
L’itinerario espositivo è accompagnato passo passo da un percorso d’autore, grazie al coinvolgimento di specialisti nell’approfondimento delle molteplici tematiche messe in campo dalla vicenda di Medea: Giulio Orazio Bravi, storico, già direttore della Biblioteca Angelo Mai di Bergamo; Riccardo Caproni, storico, Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo; Roberto Cara, storico dell’arte; Nadia Covini, Università degli Studi di Milano; Giordano Bruno Guerri, Presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani; Gabriele Medolago, direttore del Progetto Coglia; Gabriele Rinaldi, Direttore Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”; M. Cristina Rodeschini, direttore Accademia Carrara di Bergamo; Thessy Schoenholzer Nichols, storico del costume; Silvio Tomasini, storico dell’arte; Marco Valle, direttore Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” di Bergamo.
IO, MEDEA non è solo una mostra, ma anche incontri di approfondimento, percorsi guidati, attività didattiche che tesseranno trame che uniscono indissolubilmente città e territorio, grazie all’azione e alla condivisione di quelle “terre colleonesche” che della vita e delle attività del condottiero ancora oggi conservano tracce storiche, artistiche e architettoniche importanti. Il percorso aperto dalla mostra culminerà con una pubblicazione scientifica curata da Gabriele Medolago e promossa da Progetto Coglia, che raccoglierà gli esiti di studi e ricerche sulle fonti e saggi di approfondimento dei temi sollevati dalla vicenda di Medea Colleoni. La manifestazione Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede Intesa Sanpaolo e A2A nel ruolo di Main Partner, Brembo nel ruolo di Partner di Sistema, Ferrovie dello Stato Italiane e SACBO quali Partner di Area. Il Ministero della Cultura e Regione Lombardia sono partner istituzionali insieme a Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca.
Nell’anno di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura, vogliamo accendere l’attenzione su uno dei monumenti rinascimentali più straordinari in assoluto della città di Bergamo, un capolavoro fortemente identitario, alla cui bellezza noi cittadini siamo abituati ma del quale abbiamo perduto il significato storico. La struggente vicenda di Medea diventa occasione per tessere un racconto dedicato alle vicende storiche, alla storia dell’arte, dell’architettura e del costume, al ruolo della donna e all’universo degli affetti familiari nel Quattrocento. E ancora: le trasformazioni urbane, le politiche matrimoniali e la poesia.
Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo
Coglia non è solo Bartolomeo Colleoni: la sua ampia rete si occupa in questa occasione di riscoprire la storia di Medea, figlia prediletta del condottiero, attraversando i secoli e riportando all’attenzione di tutti arte, luoghi e intrecci sconosciuti; una rete di Enti e sinergie che sta crescendo attorno alla nostra storia, moltiplicando iniziative culturali di ampio spessore.
Giuseppe Togni, Presidente del Progetto Coglia e Sindaco di Cavernago
Il monumento funebre a Medea, oltre ad essere un capolavoro della scultura rinascimentale lombarda, è forse la più concreta e umana testimonianza del lacrimevole dolore di un anziano padre che sopravvive alla figlia prediletta. La realizzazione di questo sepolcro, affidata al famoso scultore Giovanni Antonio Amadeo, è un’ulteriore prova di come Bartolomeo Colleoni non sia stato solo uno dei più temuti guerrieri del suo tempo, ma anche un uomo di fede e un mecenate.
Guardo Colleoni, Presidente del Luogo Pio Colleoni di Bergamo
Il giovane scultore Giovanni Antonio Amadeo (Pavia, 1447 – Milano, 1522), destinato a diventare forse il maggiore degli architetti e scultori lombardi del primo Rinascimento, fu subito ingaggiato per realizzare il monumento funebre di Medea, regalando a Bergamo quella che è stata definita “la più bella delle effigi che riposano in terra lombarda”.
Nasce così, intorno all’inconsapevole Medea e alla sua giovinezza stroncata, la leggenda bianca del Rinascimento lombardo, che si propaga in pittura, scultura e poesia.
A riaccendere oggi l’attenzione sulla figura di Medea Colleoni, sono stati importanti ritrovamenti documentari e di oggetti, portati in luce da una ricerca attenta e interdisciplinare condotta nell’ambito del macroprogetto Coglia, ampia rete di studio e valorizzazione nata nel 2018, che riunisce istituzioni e luoghi su tutto il territorio italiano legati alla figura di Bartolomeo Colleoni e dei suoi discendenti.
Raccogliendone gli esiti, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, Progetto Coglia, Pro loco Due Castelli Cavernago e Malpaga e Comune di Cavernago, grazie alla disponibilità del Luogo Pio della Pietà Colleoni, disegnano nel cuore di Bergamo Alta, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, l’inedito percorso espositivo e narrativo IO, MEDEA. La leggenda bianca del Rinascimento lombardo.
Dal 16 marzo al 4 giugno, la mostra diffusa, con la curatela storica di Gabriele Medolago e con il coordinamento di Barbara Mazzoleni, accompagnerà il pubblico in tre isole espositive, allestite nei luoghi colleoneschi di Bergamo Alta:
> Cappella Colleoni, Piazza Duomo: Scolpita per l’eternità
Per la prima volta, vi è l’opportunità di “scalare” il monumento funebre di Medea per ammirare con una visuale completa e da vicino la splendida statua della fanciulla che riposa, che il pubblico non ha mai potuto apprezzare data l’altezza di collocazione all’interno del monumento. Capolavoro rinascimentale dell’architetto e scultore Giovanni Antonio Amadeo, il monumento era originariamente collocato nel presbiterio della chiesa della Basella di Urgnano, ma nel 1842 fu traslato nella Cappella Colleoni, uno dei monumenti simbolo di Bergamo Alta, voluta da Bartolomeo Colleoni, che qui riposa, come suo mausoleo nel cuore politico e religioso della città.
>Luogo Pio Colleoni, via Colleoni 11: Tracce di lei
Nel 1466 Bartolomeo Colleoni fondò il Luogo Pio della Pietà per fornire una dote alle fanciulle povere. Ad esso affidò la sua cappella e assegnò, quale sede, la propria dimora cittadina, dove ancora oggi opera l’istituzione caritativa. Solitamente non accessibile al pubblico, il Palazzo in occasione della mostra apre le sue stanze, compresa la “sala picta”, interamente affrescata, forse su progetto di Donato Bramante. È qui che incontriamo Medea, dal tempo breve della vita a quello eterno del mito: pittura, poesia, moda, affetti e strategie matrimoniali per una narrazione del Quattrocento, anche al femminile. Dalla puntuale ricostruzione dell’abito e del gioiello indossati da Medea, a restituire i valori simbolici nascosti nel guardaroba di una fanciulla del Quattrocento, a un vero e proprio cimelio: un lembo di velluto operato con filati d’oro, prelevato nel 1842 dall’abito indossato dalla giovane al momento della sepoltura. Dalla lunga serie di poeti che cantarono Medea per secoli, sino a Gabriele d’Annunzio di cui si espongono i documenti autografi, alla pittura dell’Ottocento romantico, che non si lasciò sfuggire l’occasione di toccare le corde del legame sentimentale di Bartolomeo con la figlia, a fare da contrappunto all’immagine del valoroso Capitano, immortalato nel monumento equestre di Verrocchio a Venezia.
>Biblioteca Civica Angelo Mai, Sala Tassiana: Il Codice Colleoni
Medea e Bartolomeo, un legame speciale che affiora tra le pagine di un prezioso codice miniato, la biografia autorizzata del Capitano scritta dal poeta piacentino Antonio Cornazzano (1473-1474), che raccolse tutte le informazioni necessarie direttamente dalla viva voce del Colleoni.
Del prezioso codice, che è la fonte più autorevole sulla vita di Bartolomeo Colleoni e appartiene al Comune di Bergamo dal XV secolo, possiamo ammirare sia la scrittura in argento, sia la splendida miniatura a piena pagina con il ritratto di Bartolomeo a cavallo, sia la sontuosa legatura originale in seta rossa con ricami a rilievo in filo d'oro e argento. Sarà poi possibile sfogliare la versionedigitale del manoscritto. L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla disponibilità di istituzioni pubbliche e collezioni private presso cui sono stati rintracciati documenti e testimonianze di Medea: Archivio di Stato di Milano, Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, Biblioteca Queriniana di Brescia, Castello di Thiene, Fondazione Il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, Musei Civici di Pavia, Collezione privata Roberto Iseppi e Luogo Pio Colleoni di Bergamo.
L’itinerario espositivo è accompagnato passo passo da un percorso d’autore, grazie al coinvolgimento di specialisti nell’approfondimento delle molteplici tematiche messe in campo dalla vicenda di Medea: Giulio Orazio Bravi, storico, già direttore della Biblioteca Angelo Mai di Bergamo; Riccardo Caproni, storico, Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo; Roberto Cara, storico dell’arte; Nadia Covini, Università degli Studi di Milano; Giordano Bruno Guerri, Presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani; Gabriele Medolago, direttore del Progetto Coglia; Gabriele Rinaldi, Direttore Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”; M. Cristina Rodeschini, direttore Accademia Carrara di Bergamo; Thessy Schoenholzer Nichols, storico del costume; Silvio Tomasini, storico dell’arte; Marco Valle, direttore Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” di Bergamo.
IO, MEDEA non è solo una mostra, ma anche incontri di approfondimento, percorsi guidati, attività didattiche che tesseranno trame che uniscono indissolubilmente città e territorio, grazie all’azione e alla condivisione di quelle “terre colleonesche” che della vita e delle attività del condottiero ancora oggi conservano tracce storiche, artistiche e architettoniche importanti. Il percorso aperto dalla mostra culminerà con una pubblicazione scientifica curata da Gabriele Medolago e promossa da Progetto Coglia, che raccoglierà gli esiti di studi e ricerche sulle fonti e saggi di approfondimento dei temi sollevati dalla vicenda di Medea Colleoni. La manifestazione Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede Intesa Sanpaolo e A2A nel ruolo di Main Partner, Brembo nel ruolo di Partner di Sistema, Ferrovie dello Stato Italiane e SACBO quali Partner di Area. Il Ministero della Cultura e Regione Lombardia sono partner istituzionali insieme a Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca.
Nell’anno di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura, vogliamo accendere l’attenzione su uno dei monumenti rinascimentali più straordinari in assoluto della città di Bergamo, un capolavoro fortemente identitario, alla cui bellezza noi cittadini siamo abituati ma del quale abbiamo perduto il significato storico. La struggente vicenda di Medea diventa occasione per tessere un racconto dedicato alle vicende storiche, alla storia dell’arte, dell’architettura e del costume, al ruolo della donna e all’universo degli affetti familiari nel Quattrocento. E ancora: le trasformazioni urbane, le politiche matrimoniali e la poesia.
Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo
Coglia non è solo Bartolomeo Colleoni: la sua ampia rete si occupa in questa occasione di riscoprire la storia di Medea, figlia prediletta del condottiero, attraversando i secoli e riportando all’attenzione di tutti arte, luoghi e intrecci sconosciuti; una rete di Enti e sinergie che sta crescendo attorno alla nostra storia, moltiplicando iniziative culturali di ampio spessore.
Giuseppe Togni, Presidente del Progetto Coglia e Sindaco di Cavernago
Il monumento funebre a Medea, oltre ad essere un capolavoro della scultura rinascimentale lombarda, è forse la più concreta e umana testimonianza del lacrimevole dolore di un anziano padre che sopravvive alla figlia prediletta. La realizzazione di questo sepolcro, affidata al famoso scultore Giovanni Antonio Amadeo, è un’ulteriore prova di come Bartolomeo Colleoni non sia stato solo uno dei più temuti guerrieri del suo tempo, ma anche un uomo di fede e un mecenate.
Guardo Colleoni, Presidente del Luogo Pio Colleoni di Bergamo
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