Ritorno a Santa Marta. Un pittore, una santa e un drago, alla ricerca del luogo perduto
Dal 02 Ottobre 2015 al 30 Ottobre 2015
Bergamo
Luogo: Banca Popolare di Bergamo
Indirizzo: piazza V. Veneto 8
Orari: dal lunedì al venerdì 8.20-13.20 / 14.40-16.10
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: info@babelecomunicazione.it
Banca Popolare di Bergamo promuove e organizza una esposizione per compiere insieme, grandi e piccini, nel cuore della città di Bergamo, un salto indietro nel tempo e tornare al perduto Monastero di Santa Marta.
Ad accompagnare i visitatori tre guide d’eccezione: la grande pala di Enea Salmeggia che ritorna dopo oltre due secoli al “suo” monastero, Santa Marta e, per bambini e ragazzi, il suo drago addomesticato.
La mostra “Ritorno a Santa Marta. Un pittore, una santa e un drago, alla ricerca del luogo perduto”, nasce dalla collaborazione con la Pinacoteca di Brera e la Parrocchia di Rogeno (LC) ed è realizzata a cura di Barbara Mazzoleni.
Arte, restauro, video e proposte didattiche per bambini, famiglie e scuole, tracciano un viaggio emozionale e creativo per far rivivere l’anima antica del cuore di Bergamo.
Dove oggi si trova il palazzo della Banca e la Torre dei Caduti, dal 1335 sorgeva il monastero domenicano di Santa Marta, con la sua chiesa affrescata e il suo immenso frutteto, come ancora documenta il rettangolo del chiostro sopravvissuto alla costruzione della città “moderna”. Travolto dal turbine napoleonico, che nel 1798 soppresse i conventi femminili, il monastero divenne caserma e nella chiesa, ormai sventrata, furono costruiti i forni a legna per cuocere il pane ai militari, coprendo gli affreschi trecenteschi, requisendo le grandi pale d’altare, disperdendo tutti i beni custoditi.
La grande pala dipinta da Enea Salmeggia nel 1614 (cm 388x260, olio su tela) per l’altare maggiore della chiesa di S. Marta, raffigura “La Vergine col Bambino e i Santi Domenico, Marta, Caterina da Siena e Caterina d’Alessandria”. Tra i numerosi quadri che certamente ornavano la chiesa del monastero, è l’unico di cui è stato possibile seguire le tracce: rimosso dopo la soppressione del convento, è entrato a far parte del patrimonio della Pinacoteca di Brera e dal 1847 è collocato in deposito esterno alla chiesa parrocchiale dei Santi Ippolito e Cassiano di Rogeno.
Lontano da Bergamo da oltre due secoli e dimenticato dalla città, il dipinto per la prima volta fa ritorno al “suo” monastero, dopo l’accurato restauro promosso da Banca Popolare di Bergamo ed eseguito da Antonio Zaccaria. L’opera vuole essere il punto di partenza di un viaggio di ricongiungimento con le sue origini, in modo da consentirne una visione ravvicinata, a tu per tu con i personaggi dipinti.
L’esposizione sarà così accompagnata da approfondimenti storici, artistici e iconografici curati da Paola Strada (Pinacoteca di Brera), Mons. Gianni Carzaniga (parroco della Basilica di S. Alessandro in Colonna) e Maria Mencaroni Zoppetti (Presidente dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti).
Saranno inoltre proiettati due percorsi visivi: il video “Ritorno a Santa Marta” proporrà un cortocircuito per immagini tra il volto passato e presente del luogo, mentre “Tutti a caccia di draghi, nelle terre di Bergamo” proporrà un itinerario tra i draghi dipinti, scolpiti e “fossili” che popolano la città e la provincia, dall’Accademia Carrara agli affreschi di Lorenzo Lotto, fino alle costole “di drago” appese in alcune chiese.
Nella ricerca dell’anima del luogo, bambini, famiglie e scuole potranno contare, infatti, su due “guide” d’eccezione: Santa Marta e il “suo” drago addomesticato. La Legenda aurea di Jacopo da Varagine ci narra infatti che Marta riuscì ad ammansire, aspergendolo di acqua benedetta, il drago che imperversava nel piccolo villaggio di Tarascona, nei pressi di Avignone, e a riportarlo in paese legato al guinzaglio.
La mostra dedica infatti un percorso speciale alla didattica, riservando alle scolaresche uno spazio creativo dove i ragazzi possono approfondire la conoscenza, attraverso il gioco e la creatività, della pala di Salmeggia e dei suoi protagonisti. Lo spazio è utilizzabile liberamente e gli studenti potranno esporre le loro realizzazioni in un’apposita bacheca.
Sarà inoltre a disposizione di scuole e famiglie – consultabile in mostra o scaricabile su pc, tablet e smartphone - il quaderno didattico della mostra, curato da Lia Camozzi, autrice di libri e percorsi per l’apprendimento creativo e l’avvicinamento dei giovani all’arte. Nel quaderno, la tela di Salmeggia è spunto per ripercorrere la vita dei santi raffigurati e la simbologia legata alla figura del drago, attraverso il rimando ad opere conservate nei musei di tutto il mondo, raggiungibili virtualmente con un click. Manipolando carta e cartoncino, inoltre, il giovane pubblico può ritrovare e comprendere spazi perduti e i cambiamenti imposti dal tempo.
Il “Ritorno a Santa Marta”, dunque, vuole essere omaggio emblematico a tutti quegli spazi che, pure profondamente mutati, conservano, per chi li vuole leggere, i segni irriducibili - materiali o immateriali - di ciò che sono stati, di ciò che sono nel presente e di ciò che diventeranno.
Dopo la tappa bergamasca la mostra si trasferirà alla Parrocchia di Rogeno dall’1 al 15 novembre 2015.
Ad accompagnare i visitatori tre guide d’eccezione: la grande pala di Enea Salmeggia che ritorna dopo oltre due secoli al “suo” monastero, Santa Marta e, per bambini e ragazzi, il suo drago addomesticato.
La mostra “Ritorno a Santa Marta. Un pittore, una santa e un drago, alla ricerca del luogo perduto”, nasce dalla collaborazione con la Pinacoteca di Brera e la Parrocchia di Rogeno (LC) ed è realizzata a cura di Barbara Mazzoleni.
Arte, restauro, video e proposte didattiche per bambini, famiglie e scuole, tracciano un viaggio emozionale e creativo per far rivivere l’anima antica del cuore di Bergamo.
Dove oggi si trova il palazzo della Banca e la Torre dei Caduti, dal 1335 sorgeva il monastero domenicano di Santa Marta, con la sua chiesa affrescata e il suo immenso frutteto, come ancora documenta il rettangolo del chiostro sopravvissuto alla costruzione della città “moderna”. Travolto dal turbine napoleonico, che nel 1798 soppresse i conventi femminili, il monastero divenne caserma e nella chiesa, ormai sventrata, furono costruiti i forni a legna per cuocere il pane ai militari, coprendo gli affreschi trecenteschi, requisendo le grandi pale d’altare, disperdendo tutti i beni custoditi.
La grande pala dipinta da Enea Salmeggia nel 1614 (cm 388x260, olio su tela) per l’altare maggiore della chiesa di S. Marta, raffigura “La Vergine col Bambino e i Santi Domenico, Marta, Caterina da Siena e Caterina d’Alessandria”. Tra i numerosi quadri che certamente ornavano la chiesa del monastero, è l’unico di cui è stato possibile seguire le tracce: rimosso dopo la soppressione del convento, è entrato a far parte del patrimonio della Pinacoteca di Brera e dal 1847 è collocato in deposito esterno alla chiesa parrocchiale dei Santi Ippolito e Cassiano di Rogeno.
Lontano da Bergamo da oltre due secoli e dimenticato dalla città, il dipinto per la prima volta fa ritorno al “suo” monastero, dopo l’accurato restauro promosso da Banca Popolare di Bergamo ed eseguito da Antonio Zaccaria. L’opera vuole essere il punto di partenza di un viaggio di ricongiungimento con le sue origini, in modo da consentirne una visione ravvicinata, a tu per tu con i personaggi dipinti.
L’esposizione sarà così accompagnata da approfondimenti storici, artistici e iconografici curati da Paola Strada (Pinacoteca di Brera), Mons. Gianni Carzaniga (parroco della Basilica di S. Alessandro in Colonna) e Maria Mencaroni Zoppetti (Presidente dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti).
Saranno inoltre proiettati due percorsi visivi: il video “Ritorno a Santa Marta” proporrà un cortocircuito per immagini tra il volto passato e presente del luogo, mentre “Tutti a caccia di draghi, nelle terre di Bergamo” proporrà un itinerario tra i draghi dipinti, scolpiti e “fossili” che popolano la città e la provincia, dall’Accademia Carrara agli affreschi di Lorenzo Lotto, fino alle costole “di drago” appese in alcune chiese.
Nella ricerca dell’anima del luogo, bambini, famiglie e scuole potranno contare, infatti, su due “guide” d’eccezione: Santa Marta e il “suo” drago addomesticato. La Legenda aurea di Jacopo da Varagine ci narra infatti che Marta riuscì ad ammansire, aspergendolo di acqua benedetta, il drago che imperversava nel piccolo villaggio di Tarascona, nei pressi di Avignone, e a riportarlo in paese legato al guinzaglio.
La mostra dedica infatti un percorso speciale alla didattica, riservando alle scolaresche uno spazio creativo dove i ragazzi possono approfondire la conoscenza, attraverso il gioco e la creatività, della pala di Salmeggia e dei suoi protagonisti. Lo spazio è utilizzabile liberamente e gli studenti potranno esporre le loro realizzazioni in un’apposita bacheca.
Sarà inoltre a disposizione di scuole e famiglie – consultabile in mostra o scaricabile su pc, tablet e smartphone - il quaderno didattico della mostra, curato da Lia Camozzi, autrice di libri e percorsi per l’apprendimento creativo e l’avvicinamento dei giovani all’arte. Nel quaderno, la tela di Salmeggia è spunto per ripercorrere la vita dei santi raffigurati e la simbologia legata alla figura del drago, attraverso il rimando ad opere conservate nei musei di tutto il mondo, raggiungibili virtualmente con un click. Manipolando carta e cartoncino, inoltre, il giovane pubblico può ritrovare e comprendere spazi perduti e i cambiamenti imposti dal tempo.
Il “Ritorno a Santa Marta”, dunque, vuole essere omaggio emblematico a tutti quegli spazi che, pure profondamente mutati, conservano, per chi li vuole leggere, i segni irriducibili - materiali o immateriali - di ciò che sono stati, di ciò che sono nel presente e di ciò che diventeranno.
Dopo la tappa bergamasca la mostra si trasferirà alla Parrocchia di Rogeno dall’1 al 15 novembre 2015.
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