Daniele Papuli. Visionomie

Daniele Papuli, Sibilla bianca

 

Dal 08 Settembre 2017 al 20 Ottobre 2017

Bologna

Luogo: Galleria Stefano Forni

Indirizzo: piazza Cavour 2

Orari: da martedì a sabato 10.00 - 12.30 / 16.00 - 19.30

Telefono per informazioni: +39 051225679

E-Mail info: arte@galleriastefanoforni.com

Sito ufficiale: http://www.galleriastefanoforni.com/



Venerdì 8 Settembre 2017 alle ore 18.00, si inaugura la mostra Visionomie, prima personale bolognese dell’artista salentino Daniele Papuli.
L’artista giunge alla manipolazione della materia cartacea e a fare della carta il fulcro ed il mezzo del suo linguaggio espressivo. Un percorso che si evolve dalla gravità alla leggerezza della forma, dalla solidità dei materiali generalmente utilizzati per la scultura, come nei primi manufatti in pietra, legno, gesso, alla ricerca di altri di maggiore duttilità e leggerezza.

Nelle sperimentazioni di Papuli, la carta si trasforma da cellulosa quasi impalpabile a materia stratificata. Il singolo foglio, così effimero ed evanescente, nelle mani dell’artista, diventa unità di misura per comporre lo scheletro interno dei suoi volumi, forme che si aprono e si dischiudono, animate da un dinamismo interno.
Come nel 1998 scriveva Vanni Scheiwiller, le sue sculture sono, appunto “composizioni astratte che entrano nello spazio per dialogare con esso alla pari. Non un ‘oggetto’, ma un’aperta costruzione spaziale...”.

Alla pari: lo spazio non quindi come mero contenitore, nè come vuoto che si insinua tra i pieni, ma una realtà̀ che si intreccia con la realtà̀ dei volumi. Come del resto nella scultura da sempre avviene, e dalle avanguardie del secolo scorso, dal futurismo, il cubismo, l’astrattismo e il surrealismo medesimo in modi e misure più radicali. Si pensi a un Boccioni, a un Arp o a un Moore, e ai molti altri, che non chiudono la vicenda più che plurimillenaria della scultura, ma ne aprono una fase nuova, in cui Papuli si situa. Altro motivo di contemporaneità̀ nel lavoro di Papuli è lo sconfinare in territori altri, seppur contigui, dall’architettura e dal design alla moda, all’arredamento, agli impianti scenografici per fere ed esposizioni, non necessariamente d’arte, che, nella positività̀ della ricerca di sviluppi e risultati inediti, dà prova della vitalità̀ e novità̀, nel linguaggio e negli obiettivi medesimi, di una scultura del presente, senza peraltro negare il passato e la tradizione, rivissuti nella dimensione del presente, come nello stesso recupero plastico-espressivo della carta.” Luciano Caramel

Quando qualcuno mi chiede perché la carta, di colpo mi sento fragile come la pagina leggera di un libro e nello stesso momento forte come un libro di mille pagine sfogliato nei secoli da centinaia di mani. Tralasciando la forza della parola impressa sulla pagina, per me la carta è materia viva vibrante mutevole.” Daniele Papuli

Daniele Papuli, 1971, Maglie, Puglia, Italia.
Dopo il diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, si stabilisce e lavora a Milano.
Al ’91 risale l’approccio alla scultura con i primi manufatti in pietra, legno, gesso. Nel ’93 a Berlino, in occasione di un workshop internazionale, apprende i metodi di fabbricazione del foglio della carta. E’ un’esperienza decisiva, che spiega come dal ’95 sia proprio la carta la materia che sente più adatta alla propria ricerca e al proprio linguaggio. Sperimenta la produzione di carte a mano e dal ’97 realizza le prime sculture con diverse tipologie di materiale cartaceo.
A questo stesso periodo risale l’incontro con l’editore Vanni Scheiwiller che gli affida la produzione straordinaria di fogli realizzati a mano per i supporti grafici del libro d’arte in 300 esemplari Trittico tre poesie di Wislawa Szymborska tre collage di Alina Kalczynska.
La continua indagine intorno alla materia e la sperimentazione di nuovi materiali, affini alla carta, proposti per le loro potenzialità strutturali e tattili, lo portano a continue interconnessioni dalla scultura, al design, all’installazione, agli impianti scenografici
per noti marchi moda. fiere, mostre internazionali.
Gli oggetti proposti, per lo più edizioni numerate e pezzi unici, dialogano con le molteplici esperienze del design contemporaneo.
Per Flux Laboratory di Ginevra, fondazione di arte, danza e discipline sperimentali, mette in scena, nella mostra personale del 2011 Le Gèant de Papier, projections de la matière, quattro installazioni che dialogano con le performance di danza costruite ad hoc.
I suoi lavori sono presenti in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero, ed in pubblicazioni specifiche anche nell’ambito della Paper Art.

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