Gender Bender Festival. Senza trucco
Dal 31 Ottobre 2015 al 08 Novembre 2015
Bologna
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: sedi varie
E-Mail info: lanzetti@genderbender.it
Sito ufficiale: http://www.genderbender.it/
Gender Bender è il festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale.
Il festival è interdisciplinare e propone un programma che si articola in proiezioni cinematografiche, spettacoli di danza e teatro, performance, mostre e installazioni di arti visive, incontri e convegni di letteratura, concerti e live set di musicisti e dj, party notturni.
È un modello reale di come le differenze possano dare un contributo concreto alla costruzione di una società più ricca e accogliente sotto il profilo umano, sociale e culturale.
Fa parte di Bologna Contemporanea, la rete di festival che opera in città con un respiro internazionale.
Gender Bender ha sviluppato due progetti speciali che hanno luogo anche al di fuori del periodo del festival.
Performing Gender è un progetto europeo che unisce danza contemporanea e ricerca sul genere, realizzato in partnership con Dutch Dance Festival di Maastricht (Paesi Bassi), Paso a 2 – Certamen Coreografico de Madrid (Spagna) e Queer Season – Domino di Zagabria (Croazia).
È sostenuto dall’Unione Europea attraverso il Programma Cultura 2007 – 2013 (strand 1.2.1, progetti di cooperazione).
Cominciato nel maggio 2013, terminerà a Bologna nel marzo 2015. Coinvolge 17 artisti tra coreografi, performer e artisti visivi, provenienti dai quattro paesi europei, impegnati in un percorso biennale di formazione e creazione. L’obiettivo è creare opere coreografiche che rappresentino le identità con il linguaggio della danza, per inaugurare un dialogo aperto sulle differenze.
Teatro Arcobaleno è un progetto rivolto ai bambini e alle loro famiglie. Utilizza il linguaggio teatrale per promuovere il rispetto delle differenze, viste come portatrici di ricchezza culturale.
È un percorso formativo della durata di un anno, promosso in partnership con Teatro Testoni Ragazzi / La Baracca, Fondazione ERT Emilia Romagna Teatro, Pubblico Teatro di Casalecchio e CSGE – Centro Studi sul Genere e l’Educazione del Dipartimento di Scienze dell’Educazione Giovanni Maria Bertin dell’Università degli Studi di Bologna.
Gender Bender è prodotto da Il Cassero, il centro lgbt bolognese che da oltre trent’anni realizza progetti dedicati alle differenze di orientamento sessuale e identità di genere, sostiene l'autodeterminazione e mette in campo azioni di contrasto contro stereotipi e discriminazioni.
L'edizione di quest'anno apre a nuovi Paesi gettando uno sguardo curioso alla Cina, un luogo in cui, per storia e cultura, l'identità legata al genere innesca un dialogo serrato con la dimensione sociale in una maniera del tutto inaspettata, affermandosi in maniera vertiginosa come un osservatorio speciale sul paradigma dell'identità, del singolo e della intera collettività. Ambasciatore privilegiato sarà il giovane coreografo Er Gao, che presenta al festival in prima assoluta il suo Disco-teca, un'indagine sul fenomeno della disco music, simbolo per eccelenza della cultura occidentale capitalistica da un lato, e dall'altro un fenomeno sociale con una forte capacità di rottura dei rigidi ruoli maschili.
Il rapporto tra individuo e società, e quello tra tradizione e innovazione, sono infatti le due principali chiavi di lettura di questa edizione. Sul primo in particolare è scandito ad esempio lo straordinario dittico in prima nazionale che aprirà il Festival: la Sagra della Primavera di Igor Stravinsky, uno dei più popolari e rivoluzionari balletti del ventesimo secolo, si articola nel lavoro del coreografo danese Palle Granhøj in due distinte riletture di genere (Rite of spring extended e Rose) una completamente al maschile e l’altra al femminile. Sette danzatori nella prima e sette danzatrici nella seconda, alle prese con i riti di passaggio che li porteranno alla perdita dell’innocenza. Nelle categorie del maschile e del femminile si cala anche il dialogo tra corpi di All dressed up and nowhere to go, primo lavoro coreografico dell’italiana Giorgia Nardin. Viene invece dalla Repubblica Ceca la straordinaria performance dei Dot504, Collettive loss of memory in prima nazionale: cinque danzatori e danzatrici eccezionali indagano nel compiacimento dell’essere umano a praticare la violenza. La coreografa olandese Liat Waysbort mette in scena in Please me please un solo giovane danzatore: sarà lui a trasformarsi da uomo a donna, da oggetto di desiderio a soggetto desiderante, da ballerina a pornostar. Osservano invece la dimensione del duo maschile tanto Yellow place, prima nazionale, l’intesa istantanea tra due sconosciuti firmata dagli italiani Mattia Russo e Antonio de Rosa, quanto Ours il pluripremiato lavoro in prima nazionale dell’israeliano Idan Sharabi, con musiche di Joni Mitchell. Gli adolescenti delle periferie bolognesi saranno inoltre la materia prima con la quale lavorerà Chiara Frigo, coreografa italiana che attraverso Ballroom, un format sospeso tra la balera e lo speed date, crea una relazione tre generi e generazioni incentrata sullo scambio di memorie. "Per essere completo, devi sdoppiarti”: lo dice Rainer Werner Fassbinder nell’incredibile documentario Fassbinder: liebe ohne zu fördern realizzato dall’amico Christian Braad Thomsen che Gender Bender porterà sullo schermo del cinema Lumiére: un racconto intimo e del tutto inedito che attraversa le enormi contraddizioni di uno dei più grandi cineasti della storia. Ancora una biografia eccellente nel film The law di Christian Faure, prima nazionale che racconta la vita di Simone Veil, l'innovativa ministra francese alla Salute che nel 1975 condusse nel suo Paese la battaglia per la legalizzazione dell'aborto. Parla invece di Yvonne Rainer, l’artista lessica che nel 1966 rivoluzionò il mondo della danza moderna, il film Feelings are facts di Jack Walsh, prima nazionale. E ancora: omaggio a George Takei, attore e attivista cinese, famoso per aver vestito i panni del timoniere Sulu nella celeberrima serie Star Trek, con il documentarioin prima nazionale To be Takei di Jennifer M. Kroot. Un altro documentario, Gardenia: before the last curtain falls di Thomas Wallner, racconta la straordinaria tournée mondiale dell'omonimo spettacolo di Alain Platel, protagonista una compagnia di anziane transessuali e drag queen che per non rassegnarsi alla solitudine decidono di calcare ancora una volta il palcoscenico. La comunità trans e la scena drag sono protagoniste anche di Mala mala, il documentario in prima nazionale diretto da Antonio Santini e Dan Sickles che concentra lo sguardo su Portorico, dove il movimento di liberazione delle persone trans è riuscito a incidere in maniera importante sull’agenda politica del governo. Tra i lungometraggi in programma lo spietato The Duke of Burgundy del regista inglese Peter Strickland, che racconta il metodico rituale feticista di due donne, nel quale il masochismo dell’una guida e impone il sadismo dell’altra. È ambientato in un collegio femminile inglese The Falling, il lungometraggio di Carol Morley nel quale le tra le studentesse si propaga un’epidemia misteriosa. È invece la comunità dei Legionari di Cristo del Messico a far da contesto allo scandalo di padre Marcial Maciel Degollado, allontanato dal ministero del sacerdozio per pedofilia, raccontato nel film in prima nazionale Perfect obedience di Luis Urquiza Mondragón.
Il festival è interdisciplinare e propone un programma che si articola in proiezioni cinematografiche, spettacoli di danza e teatro, performance, mostre e installazioni di arti visive, incontri e convegni di letteratura, concerti e live set di musicisti e dj, party notturni.
È un modello reale di come le differenze possano dare un contributo concreto alla costruzione di una società più ricca e accogliente sotto il profilo umano, sociale e culturale.
Fa parte di Bologna Contemporanea, la rete di festival che opera in città con un respiro internazionale.
Gender Bender ha sviluppato due progetti speciali che hanno luogo anche al di fuori del periodo del festival.
Performing Gender è un progetto europeo che unisce danza contemporanea e ricerca sul genere, realizzato in partnership con Dutch Dance Festival di Maastricht (Paesi Bassi), Paso a 2 – Certamen Coreografico de Madrid (Spagna) e Queer Season – Domino di Zagabria (Croazia).
È sostenuto dall’Unione Europea attraverso il Programma Cultura 2007 – 2013 (strand 1.2.1, progetti di cooperazione).
Cominciato nel maggio 2013, terminerà a Bologna nel marzo 2015. Coinvolge 17 artisti tra coreografi, performer e artisti visivi, provenienti dai quattro paesi europei, impegnati in un percorso biennale di formazione e creazione. L’obiettivo è creare opere coreografiche che rappresentino le identità con il linguaggio della danza, per inaugurare un dialogo aperto sulle differenze.
Teatro Arcobaleno è un progetto rivolto ai bambini e alle loro famiglie. Utilizza il linguaggio teatrale per promuovere il rispetto delle differenze, viste come portatrici di ricchezza culturale.
È un percorso formativo della durata di un anno, promosso in partnership con Teatro Testoni Ragazzi / La Baracca, Fondazione ERT Emilia Romagna Teatro, Pubblico Teatro di Casalecchio e CSGE – Centro Studi sul Genere e l’Educazione del Dipartimento di Scienze dell’Educazione Giovanni Maria Bertin dell’Università degli Studi di Bologna.
Gender Bender è prodotto da Il Cassero, il centro lgbt bolognese che da oltre trent’anni realizza progetti dedicati alle differenze di orientamento sessuale e identità di genere, sostiene l'autodeterminazione e mette in campo azioni di contrasto contro stereotipi e discriminazioni.
L'edizione di quest'anno apre a nuovi Paesi gettando uno sguardo curioso alla Cina, un luogo in cui, per storia e cultura, l'identità legata al genere innesca un dialogo serrato con la dimensione sociale in una maniera del tutto inaspettata, affermandosi in maniera vertiginosa come un osservatorio speciale sul paradigma dell'identità, del singolo e della intera collettività. Ambasciatore privilegiato sarà il giovane coreografo Er Gao, che presenta al festival in prima assoluta il suo Disco-teca, un'indagine sul fenomeno della disco music, simbolo per eccelenza della cultura occidentale capitalistica da un lato, e dall'altro un fenomeno sociale con una forte capacità di rottura dei rigidi ruoli maschili.
Il rapporto tra individuo e società, e quello tra tradizione e innovazione, sono infatti le due principali chiavi di lettura di questa edizione. Sul primo in particolare è scandito ad esempio lo straordinario dittico in prima nazionale che aprirà il Festival: la Sagra della Primavera di Igor Stravinsky, uno dei più popolari e rivoluzionari balletti del ventesimo secolo, si articola nel lavoro del coreografo danese Palle Granhøj in due distinte riletture di genere (Rite of spring extended e Rose) una completamente al maschile e l’altra al femminile. Sette danzatori nella prima e sette danzatrici nella seconda, alle prese con i riti di passaggio che li porteranno alla perdita dell’innocenza. Nelle categorie del maschile e del femminile si cala anche il dialogo tra corpi di All dressed up and nowhere to go, primo lavoro coreografico dell’italiana Giorgia Nardin. Viene invece dalla Repubblica Ceca la straordinaria performance dei Dot504, Collettive loss of memory in prima nazionale: cinque danzatori e danzatrici eccezionali indagano nel compiacimento dell’essere umano a praticare la violenza. La coreografa olandese Liat Waysbort mette in scena in Please me please un solo giovane danzatore: sarà lui a trasformarsi da uomo a donna, da oggetto di desiderio a soggetto desiderante, da ballerina a pornostar. Osservano invece la dimensione del duo maschile tanto Yellow place, prima nazionale, l’intesa istantanea tra due sconosciuti firmata dagli italiani Mattia Russo e Antonio de Rosa, quanto Ours il pluripremiato lavoro in prima nazionale dell’israeliano Idan Sharabi, con musiche di Joni Mitchell. Gli adolescenti delle periferie bolognesi saranno inoltre la materia prima con la quale lavorerà Chiara Frigo, coreografa italiana che attraverso Ballroom, un format sospeso tra la balera e lo speed date, crea una relazione tre generi e generazioni incentrata sullo scambio di memorie. "Per essere completo, devi sdoppiarti”: lo dice Rainer Werner Fassbinder nell’incredibile documentario Fassbinder: liebe ohne zu fördern realizzato dall’amico Christian Braad Thomsen che Gender Bender porterà sullo schermo del cinema Lumiére: un racconto intimo e del tutto inedito che attraversa le enormi contraddizioni di uno dei più grandi cineasti della storia. Ancora una biografia eccellente nel film The law di Christian Faure, prima nazionale che racconta la vita di Simone Veil, l'innovativa ministra francese alla Salute che nel 1975 condusse nel suo Paese la battaglia per la legalizzazione dell'aborto. Parla invece di Yvonne Rainer, l’artista lessica che nel 1966 rivoluzionò il mondo della danza moderna, il film Feelings are facts di Jack Walsh, prima nazionale. E ancora: omaggio a George Takei, attore e attivista cinese, famoso per aver vestito i panni del timoniere Sulu nella celeberrima serie Star Trek, con il documentarioin prima nazionale To be Takei di Jennifer M. Kroot. Un altro documentario, Gardenia: before the last curtain falls di Thomas Wallner, racconta la straordinaria tournée mondiale dell'omonimo spettacolo di Alain Platel, protagonista una compagnia di anziane transessuali e drag queen che per non rassegnarsi alla solitudine decidono di calcare ancora una volta il palcoscenico. La comunità trans e la scena drag sono protagoniste anche di Mala mala, il documentario in prima nazionale diretto da Antonio Santini e Dan Sickles che concentra lo sguardo su Portorico, dove il movimento di liberazione delle persone trans è riuscito a incidere in maniera importante sull’agenda politica del governo. Tra i lungometraggi in programma lo spietato The Duke of Burgundy del regista inglese Peter Strickland, che racconta il metodico rituale feticista di due donne, nel quale il masochismo dell’una guida e impone il sadismo dell’altra. È ambientato in un collegio femminile inglese The Falling, il lungometraggio di Carol Morley nel quale le tra le studentesse si propaga un’epidemia misteriosa. È invece la comunità dei Legionari di Cristo del Messico a far da contesto allo scandalo di padre Marcial Maciel Degollado, allontanato dal ministero del sacerdozio per pedofilia, raccontato nel film in prima nazionale Perfect obedience di Luis Urquiza Mondragón.
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