Norma Mascellani (1909-2009). Segreti dal Novecento
Dal 03 Dicembre 2022 al 05 Febbraio 2023
Bologna
Luogo: Palazzo d’Accursio
Indirizzo: Piazza Maggiore 6
Orari: dal martedì alla domenica 10-18.30. Chiuso il venerdì mattina e il lunedì
Curatori: Francesca Sinigaglia
Enti promotori:
- Associazione Bologna per le Arti
Telefono per informazioni: +39 051 582352
E-Mail info: info@bolognaperlearti.it
Sito ufficiale: http://www.bolognaperlearti.it
Dal 3 dicembre al 5 febbraio, a Palazzo d’Accursio, Bologna per le Arti presenta Norma Mascellani (1909-2009). Segreti dal Novecento, a cura di Francesca Sinigaglia, una mostra che prende in esame la vita e la carriera della pittrice bolognese attraverso più di 100 dipinti realizzati tra gli anni ’30 e il 2009provenienti dal Fondo Norma Mascellani e da numerose collezioni private.
Norma Mascellani (1909-2009). Segreti dal Novecento ha il pregio di riunire per la prima volta, insieme alle opere, una ricca documentazione archivistica e soprattutto un prezioso carteggio, recentemente scoperto, che contribuisce a fare luce sulle relazioni che l’artista coltivò con gli artisti del suo tempo, come Giorgio Morandi, Alfredo Protti, Giovanni Romagnoli, Alessandro Cervellati e altri. Un notevole corpus di documenti di cui fanno parte anche incisioni, cataloghi inediti, fotografie.
Norma Mascellani nacque nel 1909 e attraversò il Novecento con grande vitalità, partecipando, negli anni, alle mostre più importanti del secolo. Allieva di Giorgio Morandi, espose a livello nazionale e oggi è ricordata, tra le donne artiste, come una delle più significative dell’area bolognese. Nella sua carriera ebbe numerose evoluzioni stilistiche e fu capace di cogliere le maggiori influenze artistiche del suo tempo. Mosse i primi passi nell’ambiente accademico degli anni Trenta frequentando artisti come Augusto Majani, suo maestro di pittura, Bruno Saetti, Giovanni Romagnoli e Giorgio Morandi, con cui studiò incisione. Già durante il periodo di studio all’Accademia di Belle Arti cominciò ad esporre presso le istituzioni pubbliche cittadine e partecipò alle mostre organizzate presso la Casa del Fascio, che allora indirizzavano verso un nuovo tipo di arte. Fin dagli esordi, Mascellani si concentrò sull’universo intimo e domestico, ritrasse interni silenziosi, composizioni di fiori, figure femminili.
Dei primi anni Trenta è uno dei dipinti più significativi della sua produzione esposto in mostra: Viale Aldini, opera conosciuta e pluripremiata che può essere considerata tra i suoi soggetti simbolo, oltre che uno dei suoi dipinti più noti.
Dopo il Premio Moy e il progressivo riconoscimento della sua autonomia stilistica, Norma Mascellani conquistò i primi decisivi riconoscimenti in ambito nazionale.
Tra la metà degli anni Trenta e Quaranta l’artista partecipò a due Quadriennali di Roma (1935 e 1939), ebbe una personale di successo al Circolo della Stampa (1937) e prese parte alla Biennale di Venezia del 1940. Nel 1942 la critica iniziò a leggere il suo percorso artistico nel solco dell’arte di Morandi. L’intenso rapporto con il suo maestro l’avrebbe poi portata a dichiarare: «Fin da giovane mi sono innamorata della sua pittura. (...) Ho conosciuto e amato la pittura attraverso le opere di Morandi, la suggestione delle sue terre polverose e le incomparabili tonalità dei suoi bianchi (...). A Giorgio Morandi devo tutto ciò che di meglio c’è nella mia pittura».
Nel dopoguerra Norma Mascellani arrivò ad uno stile personale che caratterizzò completamente il suo fare artistico: si tratta di quel velo pittorico per cui fu ampiamente riconosciuta. E nonostante non fosse facile per una donna essere artista a quei tempi, arrivò ad ottenere premi e riconoscimenti.
Gli anni Sessanta si aprirono con esperienze fondamentali per Mascellani, che produssero una netta rottura con il passato. Per l’occasione si notò un “cambio di passo” nella sua pittura, quello che Solmi riconobbe come: «il sostanziale isolamento della pittrice che iniziò a dedicarsi ad opere benefiche. Questa attività si svolge in silenzio, discretamente, ed è forse anche frutto dello stesso senso avvolgente di malinconia che vela le opere, e fors’anche la vita, di questa donna forte, volitiva ma sensibile fino alla fragilità».
Nel 1962 l’artista vinse la «Stella d’Oro», il primo di una serie di riconoscimenti per la sua intensa attività di beneficenza e nel 1967 le venne conferita la più alta onorificenza nazionale: “Al Merito della Repubblica Italiana”.
Negli anni Settanta, le opere dell’artista risentirono dell’influsso di Virgilio Guidi, l’arte di Giovanni Romagnoli la spinse verso una maggiore corporeità negli oggetti, mentre quella di Giorgio Morandi verso atmosfere più rarefatte e luminose. Mascellani riuscì comunque a trovare una sua nuova singolarità stilistica, spesso attraversando profonde sofferenze personali, come la malattia del marito. In quegli anni realizzò la serie delle Bambole, soggetti statici da cui trapela una dolorosa inquietudine.
Nel 1985, il Comune di Bologna le dedicò una grande mostra nel Salone del Podestà di Palazzo Re Enzo, con la collaborazione dell’architetto Carlo De Angelis, oggi Presidente del Comitato per Bologna Storica e Artistica.
Del settembre del 1995 è la sua eccezionale partecipazione alla XVI edizione della Biennale del Muro Dipinto di Dozza. A ottantasei anni Norma Mascellani realizzò una San Giorgio ad acrilico e olio su muro nella loggia del Municipio. Le foto dell’epoca restituiscono la folgorante immagine di una piccola figura anziana intenta a dipingere all’aperto, su una impalcatura.
Negli ultimi anni, ormai ultranovantenne, l’artista lottò contro gli effetti di una dolorosa artrite alle mani, che tuttavia non fermò la sua spinta creativa. Pur con difficoltà Mascellani si consacrò alla pittura fino alla fine, arrivando a dipingere addirittura con le dita.
La mostra è accompagnata da un catalogo scientifico a cura di Francesca Sinigaglia (il numero 18 della collana Bologna per le Arti) che comprende testi di studio e di approfondimento sul materiale archivistico privato dell’artista. In particolare sono approfondite le dinamiche private tra Norma Mascellani e Carlo Savoia, che assieme legarono i propri destini negli anni Trenta. Ma sono anche indagati i rapporti tra l’artista e la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, oltre che con la Fondazione Lercaro e il Soroptimist Club di Bologna.
Nel corso dell’esposizione, nel mese di gennaio, ritornerà il ciclo dei Dialoghi Culturali a Palazzo d’Accursio. Le conferenze, a ingresso gratuito, si svolgeranno presso la Cappella Farnese.
Bologna per le Arti organizzerà anche una serie di visite guidate gratuite con la curatrice Francesca Sinigaglia (per informazioni: info@bolognaperlearti.it) e quotidianamente i tirocinanti dell’Università di Bologna accompagneranno i visitatori in visite guidate specializzate, anch’esse gratuite. Le visite, oltre a formare i tirocinanti, sono propedeutiche alla conoscenza del territorio bolognese attraverso la figura dell’artista.
Norma Mascellani (1909-2009). Segreti dal Novecento ha il pregio di riunire per la prima volta, insieme alle opere, una ricca documentazione archivistica e soprattutto un prezioso carteggio, recentemente scoperto, che contribuisce a fare luce sulle relazioni che l’artista coltivò con gli artisti del suo tempo, come Giorgio Morandi, Alfredo Protti, Giovanni Romagnoli, Alessandro Cervellati e altri. Un notevole corpus di documenti di cui fanno parte anche incisioni, cataloghi inediti, fotografie.
Norma Mascellani nacque nel 1909 e attraversò il Novecento con grande vitalità, partecipando, negli anni, alle mostre più importanti del secolo. Allieva di Giorgio Morandi, espose a livello nazionale e oggi è ricordata, tra le donne artiste, come una delle più significative dell’area bolognese. Nella sua carriera ebbe numerose evoluzioni stilistiche e fu capace di cogliere le maggiori influenze artistiche del suo tempo. Mosse i primi passi nell’ambiente accademico degli anni Trenta frequentando artisti come Augusto Majani, suo maestro di pittura, Bruno Saetti, Giovanni Romagnoli e Giorgio Morandi, con cui studiò incisione. Già durante il periodo di studio all’Accademia di Belle Arti cominciò ad esporre presso le istituzioni pubbliche cittadine e partecipò alle mostre organizzate presso la Casa del Fascio, che allora indirizzavano verso un nuovo tipo di arte. Fin dagli esordi, Mascellani si concentrò sull’universo intimo e domestico, ritrasse interni silenziosi, composizioni di fiori, figure femminili.
Dei primi anni Trenta è uno dei dipinti più significativi della sua produzione esposto in mostra: Viale Aldini, opera conosciuta e pluripremiata che può essere considerata tra i suoi soggetti simbolo, oltre che uno dei suoi dipinti più noti.
Dopo il Premio Moy e il progressivo riconoscimento della sua autonomia stilistica, Norma Mascellani conquistò i primi decisivi riconoscimenti in ambito nazionale.
Tra la metà degli anni Trenta e Quaranta l’artista partecipò a due Quadriennali di Roma (1935 e 1939), ebbe una personale di successo al Circolo della Stampa (1937) e prese parte alla Biennale di Venezia del 1940. Nel 1942 la critica iniziò a leggere il suo percorso artistico nel solco dell’arte di Morandi. L’intenso rapporto con il suo maestro l’avrebbe poi portata a dichiarare: «Fin da giovane mi sono innamorata della sua pittura. (...) Ho conosciuto e amato la pittura attraverso le opere di Morandi, la suggestione delle sue terre polverose e le incomparabili tonalità dei suoi bianchi (...). A Giorgio Morandi devo tutto ciò che di meglio c’è nella mia pittura».
Nel dopoguerra Norma Mascellani arrivò ad uno stile personale che caratterizzò completamente il suo fare artistico: si tratta di quel velo pittorico per cui fu ampiamente riconosciuta. E nonostante non fosse facile per una donna essere artista a quei tempi, arrivò ad ottenere premi e riconoscimenti.
Gli anni Sessanta si aprirono con esperienze fondamentali per Mascellani, che produssero una netta rottura con il passato. Per l’occasione si notò un “cambio di passo” nella sua pittura, quello che Solmi riconobbe come: «il sostanziale isolamento della pittrice che iniziò a dedicarsi ad opere benefiche. Questa attività si svolge in silenzio, discretamente, ed è forse anche frutto dello stesso senso avvolgente di malinconia che vela le opere, e fors’anche la vita, di questa donna forte, volitiva ma sensibile fino alla fragilità».
Nel 1962 l’artista vinse la «Stella d’Oro», il primo di una serie di riconoscimenti per la sua intensa attività di beneficenza e nel 1967 le venne conferita la più alta onorificenza nazionale: “Al Merito della Repubblica Italiana”.
Negli anni Settanta, le opere dell’artista risentirono dell’influsso di Virgilio Guidi, l’arte di Giovanni Romagnoli la spinse verso una maggiore corporeità negli oggetti, mentre quella di Giorgio Morandi verso atmosfere più rarefatte e luminose. Mascellani riuscì comunque a trovare una sua nuova singolarità stilistica, spesso attraversando profonde sofferenze personali, come la malattia del marito. In quegli anni realizzò la serie delle Bambole, soggetti statici da cui trapela una dolorosa inquietudine.
Nel 1985, il Comune di Bologna le dedicò una grande mostra nel Salone del Podestà di Palazzo Re Enzo, con la collaborazione dell’architetto Carlo De Angelis, oggi Presidente del Comitato per Bologna Storica e Artistica.
Del settembre del 1995 è la sua eccezionale partecipazione alla XVI edizione della Biennale del Muro Dipinto di Dozza. A ottantasei anni Norma Mascellani realizzò una San Giorgio ad acrilico e olio su muro nella loggia del Municipio. Le foto dell’epoca restituiscono la folgorante immagine di una piccola figura anziana intenta a dipingere all’aperto, su una impalcatura.
Negli ultimi anni, ormai ultranovantenne, l’artista lottò contro gli effetti di una dolorosa artrite alle mani, che tuttavia non fermò la sua spinta creativa. Pur con difficoltà Mascellani si consacrò alla pittura fino alla fine, arrivando a dipingere addirittura con le dita.
La mostra è accompagnata da un catalogo scientifico a cura di Francesca Sinigaglia (il numero 18 della collana Bologna per le Arti) che comprende testi di studio e di approfondimento sul materiale archivistico privato dell’artista. In particolare sono approfondite le dinamiche private tra Norma Mascellani e Carlo Savoia, che assieme legarono i propri destini negli anni Trenta. Ma sono anche indagati i rapporti tra l’artista e la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, oltre che con la Fondazione Lercaro e il Soroptimist Club di Bologna.
Nel corso dell’esposizione, nel mese di gennaio, ritornerà il ciclo dei Dialoghi Culturali a Palazzo d’Accursio. Le conferenze, a ingresso gratuito, si svolgeranno presso la Cappella Farnese.
Bologna per le Arti organizzerà anche una serie di visite guidate gratuite con la curatrice Francesca Sinigaglia (per informazioni: info@bolognaperlearti.it) e quotidianamente i tirocinanti dell’Università di Bologna accompagneranno i visitatori in visite guidate specializzate, anch’esse gratuite. Le visite, oltre a formare i tirocinanti, sono propedeutiche alla conoscenza del territorio bolognese attraverso la figura dell’artista.
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