Adoremus!
Dal 15 Dicembre 2023 al 14 Gennaio 2024
Brescia
Luogo: Museo Diocesano
Indirizzo: Via Gasparo da Salò 13
Orari: tutti i giorni 10.00-12.00 / 15.00-18.00. Chiuso il mercoledì. Aperture natalizie: chiusi il 25 dicembre, il 1° gennaio 2024, e il pomeriggio del 31 dicembre
Costo del biglietto: Intero: € 8, ridotto: € 4
Telefono per informazioni: +39 030.40233
E-Mail info: museo@diocesi.brescia.it
Sito ufficiale: http://www.museodiocesano.brescia.it
Dal 15 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024, al Museo Diocesano di Brescia torna Adoremus!, la mostra appositamente pensata per il periodo natalizio e realizzata in collaborazione con la quadreria BPER.
Per la sua seconda edizione, Adoremus! ruota attorno al tema della contemplazione e presenta quattro capolavori, due di proprietà del Museo Diocesano di Brescia, uno in deposito alla Fondazione Brescia Musei e uno proveniente dalla quadreria BPER.
Il percorso espositivo si apre con una preziosa icona ortodossa del XIX secolo raffigurante la Natività di Cristo di proprietà del Museo Diocesano di Brescia. La tavola pone in luce l’unicità della iconografia, ambientando le diverse scene all’interno di tre cavità della stessa montagna. Nella parte centrale la Madre è sdraiata su un letto rosso a fagiolo con accanto il Bambino avvolto in fasce a prefigurazione della morte. Accanto a loro i tre magi, che rappresentano le tre età principali dell’uomo, recano doni. Vediamo poi san Giuseppe seduto con la mano sinistra alla guancia che indica il riflettere sull’eccezionalità del mistero che ha assistito, di fronte a lui il demonio nelle vesti di un pastore che alimenta i suoi pensieri agitati. Nella terza grotta c’è l’episodio del primo bagno di Cristo, con la levatrice che prepara l’acqua e il Bambino nudo, in una scena estremamente umana.
Adoremus! propone quindi l’Adorazione dei pastori di Bernardino Licinio del 1530 circa, in deposito alla Fondazione Brescia Musei. Un’architettura diroccata fa da quinta all’avvenimento miracoloso, due pastori, mediati da Giuseppe, rendono omaggio alla Madre e al Figlio. La critica sostiene che dietro ai volti dei due uomini si celino dei ritratti, la figura in primo piano, introdotta dal morbido gesto di Giuseppe, potrebbe essere il committente Alessandro Averoldi. La scena è arricchita dalla potenza dell’ambientazione: Licinio ci presenta una natura fiorita, ricca di verdi pascoli. Oltre alla scena in primo piano sullo sfondo si apre l’episodio dell’Annuncio ai pastori, che con il gregge popolano il paesaggio collinare.
La terza opera è Madonna con il Bambino e un angelo di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, dipinto tra il 1540 e il 1550, sempre della collezione del Museo Diocesano di Brescia. La sacra conversazione mette in scena l’angelo che offre una ghirlanda di fiori al Bambino: il dipinto appartiene al filone di opere devozionali di Moretto destinato ad avere una notevole fortuna. Lo schema di derivazione veneziana è perfezionato dal raffinato colorismo, fatto di tinte delicate che accrescono il tono intimo, pacato e l’umana quotidianità della scena.
Completa la rassegna la Madonna con Bambino, San Giorgio e San Nicola da Tolentino di Alessandro Tiarini, 1628 circa, in prestito dalla Quadreria BPER di Modena. L’autore, formatosi alla bottega di Bartolomeo Cesi, è in grado di rendere, attraverso un’esposizione chiara e dettagliata, il significato letterario del testo sacro e di ottenere il coinvolgimento del fedele. Le quattro figure emergono infatti da una profonda penombra e investite dalla luce provenite da sinistra rivolgono sguardi d’adorazione al Bambino benedicente. Il dialogo muto viene amplificato dalla gestualità delicata, ma sapientemente orchestrata, delle figure.
Per la sua seconda edizione, Adoremus! ruota attorno al tema della contemplazione e presenta quattro capolavori, due di proprietà del Museo Diocesano di Brescia, uno in deposito alla Fondazione Brescia Musei e uno proveniente dalla quadreria BPER.
Il percorso espositivo si apre con una preziosa icona ortodossa del XIX secolo raffigurante la Natività di Cristo di proprietà del Museo Diocesano di Brescia. La tavola pone in luce l’unicità della iconografia, ambientando le diverse scene all’interno di tre cavità della stessa montagna. Nella parte centrale la Madre è sdraiata su un letto rosso a fagiolo con accanto il Bambino avvolto in fasce a prefigurazione della morte. Accanto a loro i tre magi, che rappresentano le tre età principali dell’uomo, recano doni. Vediamo poi san Giuseppe seduto con la mano sinistra alla guancia che indica il riflettere sull’eccezionalità del mistero che ha assistito, di fronte a lui il demonio nelle vesti di un pastore che alimenta i suoi pensieri agitati. Nella terza grotta c’è l’episodio del primo bagno di Cristo, con la levatrice che prepara l’acqua e il Bambino nudo, in una scena estremamente umana.
Adoremus! propone quindi l’Adorazione dei pastori di Bernardino Licinio del 1530 circa, in deposito alla Fondazione Brescia Musei. Un’architettura diroccata fa da quinta all’avvenimento miracoloso, due pastori, mediati da Giuseppe, rendono omaggio alla Madre e al Figlio. La critica sostiene che dietro ai volti dei due uomini si celino dei ritratti, la figura in primo piano, introdotta dal morbido gesto di Giuseppe, potrebbe essere il committente Alessandro Averoldi. La scena è arricchita dalla potenza dell’ambientazione: Licinio ci presenta una natura fiorita, ricca di verdi pascoli. Oltre alla scena in primo piano sullo sfondo si apre l’episodio dell’Annuncio ai pastori, che con il gregge popolano il paesaggio collinare.
La terza opera è Madonna con il Bambino e un angelo di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, dipinto tra il 1540 e il 1550, sempre della collezione del Museo Diocesano di Brescia. La sacra conversazione mette in scena l’angelo che offre una ghirlanda di fiori al Bambino: il dipinto appartiene al filone di opere devozionali di Moretto destinato ad avere una notevole fortuna. Lo schema di derivazione veneziana è perfezionato dal raffinato colorismo, fatto di tinte delicate che accrescono il tono intimo, pacato e l’umana quotidianità della scena.
Completa la rassegna la Madonna con Bambino, San Giorgio e San Nicola da Tolentino di Alessandro Tiarini, 1628 circa, in prestito dalla Quadreria BPER di Modena. L’autore, formatosi alla bottega di Bartolomeo Cesi, è in grado di rendere, attraverso un’esposizione chiara e dettagliata, il significato letterario del testo sacro e di ottenere il coinvolgimento del fedele. Le quattro figure emergono infatti da una profonda penombra e investite dalla luce provenite da sinistra rivolgono sguardi d’adorazione al Bambino benedicente. Il dialogo muto viene amplificato dalla gestualità delicata, ma sapientemente orchestrata, delle figure.
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