Figure ancestrali
Dal 16 Marzo 2018 al 16 Settembre 2018
Monticelli Brusati | Brescia
Luogo: Tenute La Montina
Indirizzo: via Baiana 17
Curatori: Maurizio Scudiero
Enti promotori:
- Patrocinio di Regione Lombardia
- Comuni di Brescia e di Monticelli Brusati
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 030 653278
E-Mail info: comunicazione@lamontina.it
Sito ufficiale: http://www.lamontina.it/
“Figure ancestrali”: questo il titolo dell’affascinante e inconsueta mostra dedicata all’arte aborigena australiana che sarà ospitata da 16 marzo 2018 al 16 settembre 2018 nella Galleria d’arte delle Tenute La Montina di Monticelli Brusati, storica azienda della Franciacorta. Curata dal prof. Maurizio Scudiero, è la narrazione di un viaggio e di un sogno. Il comune denominatore fra due realtà così lontane come la Franciacorta e l’Australia è il legame e la passione per la Madre Terra, che gli uomini traducono e tramandano secondo linguaggi e codici della propria cultura.
Il potere universale di questi messaggi e la sensibilità dei protagonisti di questa storia permetterà di scoprire fra i vigneti franciacortini una straordinaria collezione di dipinti e manufatti originali provenienti dall’Australia, che svelano al visitatore la magia e la complessità di un’arte primitiva nell’accezione più nobile del termine. A volere fortemente la rassegna sono stati Giancarlo Bozza (proprietario con la sua famiglia delle Tenute La Montina)e Paride Mattanza (collezionista profonde conoscitore dell’arte aborigena) che, legati oltre che da una forte amicizia anche dalla comune passione per l’arte, nel corso degli anni hanno costituito un’importante e preziosa collezione di arte aborigena. Il pubblico sarà guidato da “figure ancestrali” a scoprire la dimensione del sogno nel sorprendente scenario delle Tenute La Montina, dove la Natura viene celebrata nell’arte e nel vino.
Le straordinarie tavole dell’artista aborigeno Kunibilarranda Dir Dik
La mostra presenta una selezione di circa 50 opere dipinte su tavola con pigmenti naturali dall’artista aborigeno Kunibilarranda Dir Dik fra il 1970 e il 1990, sulle quali sono rappresentati gli spiriti e gli itinerari del Dreamtime.
Dir Dik, nato a Roebuck Bay presso Broome nel 1946 circa, cominciò a dipingere fin da bambino imparando le tecniche per la preparazione dei colori a base di ocra e diventando allievo del grande maestro della pittura Dreaming Yirawala.
Nel 1970 Paride Mattanza in uno dei suoi numerosi soggiorni in Australia conosce l’artista e diventa per molti anni il suo mecenate. In questo periodo vengono realizzate le opere e i manufatti esposti in mostra e conservati grazie alla passione condivisa con Giancarlo Bozza.
La mostra offre al visitatore la straordinaria possibilità di essere proiettati in questo spazio senza tempo, addirittura precedente alla nascita del tempo, e attraverso i linguaggi figurativi e le iconografie seguire i percorsi della sapienza.
Lungo questi sentieri si incontrano le “figure ancestrali”, conosciute dagli aborigeni del deserto come Tingari, che sono gli spiriti guida per l’umanità e prendono di volta in volta le sembianze di diversi animali totemici quali il Serpente, il Canguro, l’Emù, il Coccodrillo e l’Aquila.
Queste figure sono rappresentate da Dir Dik con l’originale tecnica cosiddetta X-ray, che permette di vedere come in una vera e propria radiografia all’interno del corpo degli animali. Un altro tratto distintivo della sua pittura e il motivo iconografico “a reticolo”, costituito da sottili linee incrociate.
Gli spiriti indicano all’uomo i percorsi sacri nel deserto e nella savana alla scoperta dei pozzi d’acqua e mostrano le stelle della Via Lattea.
Il linguaggio figurativo di queste opere è costituito da un patrimonio di segni e simboli che si tramandano da millenni e le opere selezionate per questa mostra offrono al visitatore la possibilità unica di conoscere un nuovo alfabeto con il quale sono state raccontate storie straordinarie.
Boomerang, bastoni e didgeridoo
Oltre ai dipinti sarà presentata una ricca serie di pregiati manufatti in legno scolpito o dipinto quali boomerang, bastoni e didgeridoo (strumenti a fiato di antichissima origine). Ciascuno di questi oggetti rituali ha un significato e un utilizzo fondamentale per comprendere la cultura aborigena e l’itinerario in mostra metterà in luce ogni singola caratteristica e significato.
Asta benefica per la Fondazione Veronesi
Il 16 marzo, giornata dell’inaugurazione, dopo un’introduzione alla mostra a cura dello storico dell’arte prof. Maurizio Scudiero, sarà battuta all’asta un’opera e il cui incasso sarà devoluto dall’Associazione senza scopo di lucro “Dedicato A te”, che raccoglie fondi per la ricerca oncologica pediatrica, alla Fondazione Veronesi, ospite dell’evento.
APPROFONDIMENTI
Voci e storie delle comunità aborigene
Le distese sterminate del Central and Western Desert, i territori sperduti dell’outback australiano e le scogliere del Queensland a picco sulla più grande barriera corallina del Pianeta sono fra le mete più ambite per i viaggiatori. Tuttavia, l’esperienza del viaggio rimane muta se non si presta ascolto alle voci e alle storie delle comunità aborigene, legittime custodi di questa Terra da circa 50.000 anni.
In un Paese con un’estensione superiore a 25 volte quella dell’Italia convivono più di 250 gruppi culturali e linguistici, distribuiti con differenti presenze e tradizioni nelle varie aeree del continente. Le genti aborigene, utilizzando l’espressione inglese “My Country”(“Il mio Paese”), non intendono indicare tutta l’Australia, ma soltanto la loro regione di provenienza, ereditata attraverso i millenni da generazioni che si spingono indietro fino ai tempi mitici della creazione.
Quando gli inglesi alla fine del XVIII secolo colonizzarono l’Australia, dichiarano il Paese “terra nullius” ( “terra di nessuno”) e soltanto nel 1967 è stato promosso dal governo australiano il primo censimento dei cittadini aborigeni. Negli ultimi due secoli queste comunità hanno dovuto continuamente lottare per la sopravvivenza e sono state ampiamente documentate le battaglie per il possesso della terra, la negazione dei diritti, i massacri, la distruzione di intere famiglie e le deportazioni in edifici governativi o missioni religiose, dove erano costrette alla conversione alla cultura dei Bianchi.
Dreamtime
L’unico strumento culturale di difesa e sopravvivenza rimane per gli aborigeni la narrazione e la tradizione del Dreamtime. Quest’epoca della storia dell’uomo, dominata dall’ordine divino e popolata da spiriti ancestrali, è il tempo della Creazione e qui nasce il Dreaming, un concetto fondamentale ma difficile da svelare a coloro che sono estranei alle comunità. Il Dreaming è vivo e presente nella realtà quotidiana di ogni aborigeno e ne definisce ogni singolo aspetto: le leggi, i luoghi e i siti sacri, le cerimonie di passaggio all’età adulta, la dieta alimentare, i rituali funerari. La legge del Dreaming si tramanda ed esprime attraverso i canti, le danze e l’arte.
Ogni dipinto è una storia narrata e tradotta con un codice criptato di segni, dove ad esempio un motivo iconografico ricorrente sono i cerchi concentrici che indicano generalmente i siti sacri. L’osservazione di queste mappe, che custodiscono gelosamente una misteriosa sapienza millenaria, permette di avvicinarsi alla spiritualità aborigena e percorrere le “Vie dei Canti”, che attraversano l’intero continente.
Oggi in Australia vivono 517.000 aborigeni e abitanti delle Isole dello Stretto di Torres, vale a dire soltanto il 2,5% sul totale della popolazione, e molti di loro sono discendenti di matrimoni misti fra indigeni e immigrati. Queste donne e questi uomini, sospesi fra la realtà e il sogno, sono gli unici eredi di un patrimonio culturale costituito da centinaia di lingue diverse e da antiche cerimonie rituali, tramandate dai loro antenati fin dai tempi della Creazione.
Un ringraziamento va ai sostenitori della mostra “figure ancestrali”: Amorim Cork Italia SPA, Banca Credito Cooperativo di Brescia, Bonera Refrigerazioni SRL, Euroglass SPA, Nuova Litocolor, Oenoitalia servizi, Società Agricola Villa Giuliana s.s., Reale Mutua filiale di Brescia, David J.
Orario: 10-15.30 e su richiesta. Sabato e domenica ore 10
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