Joel Meyerowitz. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022
![Joel Meyerowitz, View of the Site from the World Financial Center, Looking East, New York City, 2001 Joel Meyerowitz, View of the Site from the World Financial Center, Looking East, New York City, 2001](http://www.arte.it/foto/600x450/fd/154879-_Joel-Meyerowitz_View-of-the-Site-from-the-World-Financial-Center-Looking-East-New-York-City-2001-1920x1512.jpg)
© Joel Meyerowitz | Joel Meyerowitz, View of the Site from the World Financial Center, Looking East, New York City, 2001
Dal 25 Marzo 2025 al 24 Agosto 2025
Brescia
Luogo: Museo di Santa Giulia
Indirizzo: Via dei Musei 81/b
Curatori: Denis Curti
Enti promotori:
- In collaborazione con il Joel Meyerowitz Photography Archive di New York
Telefono per informazioni: +39 030 817 42 00
E-Mail info: cup@bresciamusei.com
Penso che la fotografia sia una ricerca della propria identità di artista e di essere umano
Joel Meyerowitz
A Joel Meyerowitz (New York, 1938), uno dei protagonisti della scena fotografica contemporanea, Brescia dedica un’ampia retrospettiva – la prima vera antologica mai organizzata in Italia - in grado di ripercorrere l’intera sua carriera, lungo sei decenni di attività, dagli anni Sessanta del secolo scorso ai nostri giorni.
La mostra dal titolo JOEL MEYEROWITZ. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022, in programma al Museo di Santa Giulia a Brescia da marzo ad agosto 2025, a cura di Denis Curti, è promossa dalla Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Joel Meyerowitz Photography Archive di New York. L’iniziativa è l’appuntamento più atteso dell’VIII edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f - Centro della Fotografia Italiana.
La rassegna presenta oltre 90 immagini organizzate per capitoli tematici e propone molte delle fotografie che hanno contribuito a ridefinire il concetto di Street photography, all’interno del quale Joel Meyerowitz fa il suo ingresso introducendo l’uso del colore per interpretare e cogliere appieno la complessità del mondo moderno.
A cominciare dagli anni Sessanta, Meyerowitz emerge come uno tra i giovani fotografi d’avanguardia più interessanti di New York. La sua ricerca corre in parallelo con quella di altri grandi autori quali Robert Frank, Gerry Winogrand, Diane Arbus. L’arte di Meyerowitz si distingue per una peculiare capacità d’immedesimazione e d’immersione totale in ciò che il suo occhio vede e il suo obiettivo traduce in immagine.
La cifra più caratteristica della sua fotografia si può definire con il termine inglese intimacy, ovvero l’abilità di avvicinarsi il più possibile alla scena per cercare di catturare l’intimità del momento, per accogliere e riconoscere l’inaspettato. Esemplari a tal proposito sono quelle realizzate negli Stati Uniti, durante la guerra del Vietnam, che offrono un punto di vista originale della società americana del periodo, contribuendo a riflettere sull’identità del paese in un momento di profonda crisi, usando l’immagine per interrogarsi sul rapporto tra individuo e società, tra guerra e pace.
Non mancano poi le fotografie degli anni Ottanta in cui Meyerowitz allontana progressivamente il suo sguardo dalla strada in favore della natura – come quelle scattate a Cape Cod, sulla costa atlantica del Massachusetts, che si distinguono per il respiro ampio e per la contemplazione meditativa dei luoghi – o le sue Still life, dal forte potere evocativo, o ancora le immagini scattate da Meyerowitz, unico fotografo autorizzato a documentare il distretto del World Trade Center di New York, nei giorni successivi agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.
Un focus è dedicato ai 365 autoscatti, mai proposti in Italia, che Meyerowitz si fece, giorno per giorno, durante il lockdown del 2020.
Anche in queste opere più recenti, Joel Meyerowitz ricorda quanto la fotografia possa essere un mezzo di riflessione sul vissuto del singolo e della collettività, un dispositivo per riscoprire il presente in ogni suo aspetto.
Catalogo Skira.
Joel Meyerowitz
A Joel Meyerowitz (New York, 1938), uno dei protagonisti della scena fotografica contemporanea, Brescia dedica un’ampia retrospettiva – la prima vera antologica mai organizzata in Italia - in grado di ripercorrere l’intera sua carriera, lungo sei decenni di attività, dagli anni Sessanta del secolo scorso ai nostri giorni.
La mostra dal titolo JOEL MEYEROWITZ. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022, in programma al Museo di Santa Giulia a Brescia da marzo ad agosto 2025, a cura di Denis Curti, è promossa dalla Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Joel Meyerowitz Photography Archive di New York. L’iniziativa è l’appuntamento più atteso dell’VIII edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f - Centro della Fotografia Italiana.
La rassegna presenta oltre 90 immagini organizzate per capitoli tematici e propone molte delle fotografie che hanno contribuito a ridefinire il concetto di Street photography, all’interno del quale Joel Meyerowitz fa il suo ingresso introducendo l’uso del colore per interpretare e cogliere appieno la complessità del mondo moderno.
A cominciare dagli anni Sessanta, Meyerowitz emerge come uno tra i giovani fotografi d’avanguardia più interessanti di New York. La sua ricerca corre in parallelo con quella di altri grandi autori quali Robert Frank, Gerry Winogrand, Diane Arbus. L’arte di Meyerowitz si distingue per una peculiare capacità d’immedesimazione e d’immersione totale in ciò che il suo occhio vede e il suo obiettivo traduce in immagine.
La cifra più caratteristica della sua fotografia si può definire con il termine inglese intimacy, ovvero l’abilità di avvicinarsi il più possibile alla scena per cercare di catturare l’intimità del momento, per accogliere e riconoscere l’inaspettato. Esemplari a tal proposito sono quelle realizzate negli Stati Uniti, durante la guerra del Vietnam, che offrono un punto di vista originale della società americana del periodo, contribuendo a riflettere sull’identità del paese in un momento di profonda crisi, usando l’immagine per interrogarsi sul rapporto tra individuo e società, tra guerra e pace.
Non mancano poi le fotografie degli anni Ottanta in cui Meyerowitz allontana progressivamente il suo sguardo dalla strada in favore della natura – come quelle scattate a Cape Cod, sulla costa atlantica del Massachusetts, che si distinguono per il respiro ampio e per la contemplazione meditativa dei luoghi – o le sue Still life, dal forte potere evocativo, o ancora le immagini scattate da Meyerowitz, unico fotografo autorizzato a documentare il distretto del World Trade Center di New York, nei giorni successivi agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.
Un focus è dedicato ai 365 autoscatti, mai proposti in Italia, che Meyerowitz si fece, giorno per giorno, durante il lockdown del 2020.
Anche in queste opere più recenti, Joel Meyerowitz ricorda quanto la fotografia possa essere un mezzo di riflessione sul vissuto del singolo e della collettività, un dispositivo per riscoprire il presente in ogni suo aspetto.
Catalogo Skira.
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