Scultura italiana 1915-1945. Dal fascino del Liberty al recupero della classicità
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Scultura italiana 1915-1945. Dal fascino del Liberty al recupero della classicità
Dal 19 Maggio 2013 al 20 Luglio 2013
Brescia
Luogo: Galleria dell’Incisione
Indirizzo: via Bezzecca 4
Orari: da martedì a domenica 17-20
Curatori: Giovanna Caterina de Feo, Chiara Fasser
Telefono per informazioni: +39 030 304690
E-Mail info: galleria@incisione.com
Sito ufficiale: http://incisione.com/
Il 19 maggio 2013 si inaugura a Brescia, presso la Galleria dell’Incisione, la mostra “Scultura italiana 1915-1945. Dal fascino del Liberty al recupero della classicità”, a cura di Giovanna Caterina de Feo e Chiara Fasser.
Saranno esposti i lavori di una ventina di artisti attivi nell’Italia centro-settentrionale fra il 1915 e il1945, periodo di grande vitalità dell’arte italiana.
Con il progressivo scemare delle avanguardie storiche e l’insorgere di un contesto sociale e culturale profondamente cambiato dagli sconvolgimenti della prima guerra mondiale e dall’affermarsi del movimento fascista, gli artisti propongono nuove forme espressive che perverranno ad esiti formali non uniformi.
Il cosiddetto “ritorno all’ordine”, divulgato dalla rivista “Valori Plastici” di Mario Broglio, significa per le arti visive un nuovo rapporto fra tradizione e modernità, nonché il recupero della sapienza tecnica e del mestiere. Gli scultori guardano ai grandi maestri del passato e alla loro interpretazione dell’anatomia umana; la scultura monumentale, che già conobbe grande slancio con la fine della prima guerra mondiale e la relativa celebrazione della vittoria e degli eroi di guerra, ebbe molta fortuna anche sotto il regime fascista, che spesso la utilizzò per celebrare i nuovi protagonisti e ideali di partito.
Il fascismo, come gli altri regimi dittatoriali europei, non mancherà di sfruttare l’arte a fini propagandistici, in molti casi col consenso, tacito o espresso, degli artisti stessi. Tuttavia interpretare la ricerca artistica di questo periodo secondo una prospettiva ideologica significa sottovalutarne la complessità storica, la validità e in molti casi l’eccellenza.
Saranno esposti i lavori di una ventina di artisti attivi nell’Italia centro-settentrionale fra il 1915 e il1945, periodo di grande vitalità dell’arte italiana.
Con il progressivo scemare delle avanguardie storiche e l’insorgere di un contesto sociale e culturale profondamente cambiato dagli sconvolgimenti della prima guerra mondiale e dall’affermarsi del movimento fascista, gli artisti propongono nuove forme espressive che perverranno ad esiti formali non uniformi.
Il cosiddetto “ritorno all’ordine”, divulgato dalla rivista “Valori Plastici” di Mario Broglio, significa per le arti visive un nuovo rapporto fra tradizione e modernità, nonché il recupero della sapienza tecnica e del mestiere. Gli scultori guardano ai grandi maestri del passato e alla loro interpretazione dell’anatomia umana; la scultura monumentale, che già conobbe grande slancio con la fine della prima guerra mondiale e la relativa celebrazione della vittoria e degli eroi di guerra, ebbe molta fortuna anche sotto il regime fascista, che spesso la utilizzò per celebrare i nuovi protagonisti e ideali di partito.
Il fascismo, come gli altri regimi dittatoriali europei, non mancherà di sfruttare l’arte a fini propagandistici, in molti casi col consenso, tacito o espresso, degli artisti stessi. Tuttavia interpretare la ricerca artistica di questo periodo secondo una prospettiva ideologica significa sottovalutarne la complessità storica, la validità e in molti casi l’eccellenza.
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