Giorgio Perilli. La Processione del Venerdì Santo a Chieti
Dal 12 Aprile 2014 al 04 Maggio 2014
Chieti
Luogo: Camera di Commercio
Indirizzo: piazza G. B. Vico
Orari: da lunedì a giovedì 17-20; da venerdì a domenica 10-13 / 17-20
Telefono per informazioni: +39 0871 354308 / 0871 354318
E-Mail info: info@ch.camcom.it
Sito ufficiale: http://www.ch.camcom.it
Sabato 12 aprile, alle ore 12, nella Sala Cascella della Camera di Commercio di Chieti verrà inaugurata la Mostra di pittura di Giorgio Perilli di opere ad olio aventi come tema unico la Processione del Venerdì Santo di Chieti (aperta fino al 4 maggio 2014).
Saranno presenti Silvio Di Lorenzo, presidente della Camera di Commercio, S.E. Bruno Forte, Arcivescovo metropolita di Chieti-Vastoe lo stesso autore delle opere esposte in mostra.
“Con la mostra di Perilli nel periodo pasquale e con altre che seguiranno, - afferma Silvio Di Lorenzo - intendiamo essere vicini ai momenti importanti della vita della città: durante il Maggio Teatino si terrà un’importante mostra di Arte Sacra ed altre importanti mostre sono in programma per la Settimana Mozartiana e il periodo natalizio”.
Scorci dell’antica processione del Cristo Morto con sfondi proprio della Chieti di ieri e di oggi: il Palazzo de’ Mayo, la cupola di San Francesco, il Duomo, Porta Pescara, piazza Valignani, il campanile di San Domenico: in questi scenari, in primo piano Perilli ha dipinto gli incappucciati delle varie confraternite, le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, i vari simboli della passione, la scala, la croce, ecc. Non potevano mancare i musici che, con il Miserere di Selecchy, aggiungono alla processione teatina un’atmosfera unica nel suo genere; non a caso il pittore Michetti, lo storico Mommsen, lo scrittore Sabatier, il musicista Tosti la giudicarono la più suggestiva del mondo e lo stesso d’Annunzio la definì una “fontana di lacrime”.
Un’autentica espressione popolare religiosa di grande spessore, le cui origini si perdono “nella notte dei tempi”, come diversi storici ormai propendono ad affermare. Atti scritti che documentano la presenza di questa processione esistono dal Seicento, ed è certo che da tale data venne organizzata sempre ed in maniera ineccepibile dall’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti. Ma per arrivare alla sua origine, benché non documentata, bisogna giungere probabilmente al IX secolo.
Le opere di Giorgio Perilli contengono ed esprimono il profondo attaccamento dei chietini per la loro “Processione”; Perilli le ha dipinte dopo aver abbandonato, per motivi di lavoro, la sua Chieti e si trasferì nel 1962 a Trento dove andò ad insegnare al Liceo Scientifico, Disegno e storia dell’Arte; si tratta di pitture realizzate in gran parte in un’atmosfera di ricordo.
Giorgio Perilli ha frequentato la Scuola Classica Napoletana dove è stato allievo di Biase Capanna e Gennaro Cuocolo. Ad essa è rimasto poi sempre fedele, anche perché l’ha ritenuta erede dei valori artistici d’Abruzzo, dal Palizzi al Michetti, dal Patini al Cascella. Federico Spoltore lo spronò ad approfondire gli studi artistici e, dopo il diploma conseguito all’Istituto d’Arte di Chieti, Perilli ha studiato pittura, tra Chieti e Napoli, con Gennaro Cuocolo, facendo “pratica di bottega” come nei tempi antichi. Si è poi specializzato quale ritrattista ed è amante dell’Arte Sacra.
Numerose le mostre effettuate in ogni parte d’Italia; tra i tanti che hanno scritto della sua pittura, vanno ricordati il grande Pietro Annigoni e Gabriella Belli, attuale Direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia.
Saranno presenti Silvio Di Lorenzo, presidente della Camera di Commercio, S.E. Bruno Forte, Arcivescovo metropolita di Chieti-Vastoe lo stesso autore delle opere esposte in mostra.
“Con la mostra di Perilli nel periodo pasquale e con altre che seguiranno, - afferma Silvio Di Lorenzo - intendiamo essere vicini ai momenti importanti della vita della città: durante il Maggio Teatino si terrà un’importante mostra di Arte Sacra ed altre importanti mostre sono in programma per la Settimana Mozartiana e il periodo natalizio”.
Scorci dell’antica processione del Cristo Morto con sfondi proprio della Chieti di ieri e di oggi: il Palazzo de’ Mayo, la cupola di San Francesco, il Duomo, Porta Pescara, piazza Valignani, il campanile di San Domenico: in questi scenari, in primo piano Perilli ha dipinto gli incappucciati delle varie confraternite, le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, i vari simboli della passione, la scala, la croce, ecc. Non potevano mancare i musici che, con il Miserere di Selecchy, aggiungono alla processione teatina un’atmosfera unica nel suo genere; non a caso il pittore Michetti, lo storico Mommsen, lo scrittore Sabatier, il musicista Tosti la giudicarono la più suggestiva del mondo e lo stesso d’Annunzio la definì una “fontana di lacrime”.
Un’autentica espressione popolare religiosa di grande spessore, le cui origini si perdono “nella notte dei tempi”, come diversi storici ormai propendono ad affermare. Atti scritti che documentano la presenza di questa processione esistono dal Seicento, ed è certo che da tale data venne organizzata sempre ed in maniera ineccepibile dall’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti. Ma per arrivare alla sua origine, benché non documentata, bisogna giungere probabilmente al IX secolo.
Le opere di Giorgio Perilli contengono ed esprimono il profondo attaccamento dei chietini per la loro “Processione”; Perilli le ha dipinte dopo aver abbandonato, per motivi di lavoro, la sua Chieti e si trasferì nel 1962 a Trento dove andò ad insegnare al Liceo Scientifico, Disegno e storia dell’Arte; si tratta di pitture realizzate in gran parte in un’atmosfera di ricordo.
Giorgio Perilli ha frequentato la Scuola Classica Napoletana dove è stato allievo di Biase Capanna e Gennaro Cuocolo. Ad essa è rimasto poi sempre fedele, anche perché l’ha ritenuta erede dei valori artistici d’Abruzzo, dal Palizzi al Michetti, dal Patini al Cascella. Federico Spoltore lo spronò ad approfondire gli studi artistici e, dopo il diploma conseguito all’Istituto d’Arte di Chieti, Perilli ha studiato pittura, tra Chieti e Napoli, con Gennaro Cuocolo, facendo “pratica di bottega” come nei tempi antichi. Si è poi specializzato quale ritrattista ed è amante dell’Arte Sacra.
Numerose le mostre effettuate in ogni parte d’Italia; tra i tanti che hanno scritto della sua pittura, vanno ricordati il grande Pietro Annigoni e Gabriella Belli, attuale Direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia.
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