Silvio Vigliaturo. Labirinti, Piazze e Musei
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Silvio Vigliaturo, Museo, 2013, olio su tela, cm.200X200
Dal 10 Febbraio 2014 al 27 Aprile 2014
Acri | Cosenza
Luogo: MACA - Museo Arte Contemporanea Acri
Indirizzo: piazza Falcone 1
Orari: da martedì a domenica 9-13 / 15.30-19.30
Telefono per informazioni: +39 0984 953309
E-Mail info: info@museomaca.it
Sito ufficiale: http://www.museomaca.it
La Sala Estemporanea del MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), sita al primo piano del settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone, si è recentemente arricchita di una nuova installazione dal titolo Labirinti, Piazze e Musei, composta da due dipinti a olio e una scultura in vetro.
Le opere, a firma dell’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo (Acri, 1949), di cui il MACA ospita una collezione permanente di oltre duecento opere, interagiscono l’una con l’altra superando i naturali confini che separano le due discipline artistiche più antiche – la pittura e la scultura – , che vengono trattate dall’artista come un unico mezzo espressivo. Qui risiede una delle caratteristiche più peculiari del procedere artistico di Vigliaturo; un’arte fatta di sculture dalle sembianze e dalle movenze pittoriche e dipinti in cui si rifrange la sinuosa plasticità dei personaggi di vetro.
Entrambe le tele di grandi dimensioni presentano al loro interno una rappresentazione di un elemento scultoreo, che trova il suo riflesso plastico nel busto in vetro presente in mostra, quasi che quest’ultimo fosse la materializzazione del grande sogno artistico tracciato da Vigliaturo nei due dipinti. I segni labirintici che fungono da cornice interna dei due quadri – una trama irrazionale in cui si spalancano anfratti e da cui nascono le figure – racchiudono scene surreali e metafisiche, in cui una piazza e un museo, entrambi spazi onirici distinti l’uno dall’altro dalla predominanza del colore e dalla sua totale assenza, ospitano opere d’arte e sagome umane, anch’esse preda di una staticità scultorea senza tempo.
Le opere, a firma dell’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo (Acri, 1949), di cui il MACA ospita una collezione permanente di oltre duecento opere, interagiscono l’una con l’altra superando i naturali confini che separano le due discipline artistiche più antiche – la pittura e la scultura – , che vengono trattate dall’artista come un unico mezzo espressivo. Qui risiede una delle caratteristiche più peculiari del procedere artistico di Vigliaturo; un’arte fatta di sculture dalle sembianze e dalle movenze pittoriche e dipinti in cui si rifrange la sinuosa plasticità dei personaggi di vetro.
Entrambe le tele di grandi dimensioni presentano al loro interno una rappresentazione di un elemento scultoreo, che trova il suo riflesso plastico nel busto in vetro presente in mostra, quasi che quest’ultimo fosse la materializzazione del grande sogno artistico tracciato da Vigliaturo nei due dipinti. I segni labirintici che fungono da cornice interna dei due quadri – una trama irrazionale in cui si spalancano anfratti e da cui nascono le figure – racchiudono scene surreali e metafisiche, in cui una piazza e un museo, entrambi spazi onirici distinti l’uno dall’altro dalla predominanza del colore e dalla sua totale assenza, ospitano opere d’arte e sagome umane, anch’esse preda di una staticità scultorea senza tempo.
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