Ugo Giletta. Identità in divenire. Piccole storie d'infinita alterità
Dal 15 Giugno 2014 al 24 Agosto 2014
Caraglio | Cuneo
Luogo: CeSAC - Filatoio di Caraglio
Indirizzo: via Matteotti 40
Orari: da giovedì a sabato 14.30-19; domenica e festivi 10-19
Curatori: Ivana Mulatero
Enti promotori:
- Associazione culturale Marcovaldo
- Associazione culturale Auriate
- Regione Piemonte
- Compagnia di San Paolo
- Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo
- Fondazione Cassa di Risparmio di Torino
- Comune di Caraglio
- Fondazione Filatoio Rosso
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 8, gratuito fino a 6 anni
Telefono per informazioni: +39 0171 618 260
E-Mail info: info@marcovaldo.it
Sito ufficiale: http://www.contemporarytorinopiemonte.it
Domenica 15 giugno alle ore 18, presso il Filatoio di Caraglio, avrà luogo l’inaugurazione della mostra di Ugo Giletta, a cura di Ivana Mulatero, “Identità in divenire. Piccole storie d’infinita alterità”. L’evento è promosso dall’associazione culturale Marcovaldo e dall’associazione culturale Auriate, con il sostegno della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo, della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con il Comune di Caraglio e la fondazione Il Filatoio. La mostra sarà visitabile fino a 24 agosto dal giovedì al sabato dalle 14,30 alle 19, la domenica e le festività infrasettimanali dalle 10 alle 19. Sono previste aperture su prenotazione per gruppi.
Ugo Giletta è tra gli artisti di rilevanza internazionale emersi dal territorio cuneese negli ultimi decenni. Nato a San Firmino di Revello nel 1957, vive e lavora tra Manta ed il suo paese natale. A partire dal 1974, egli avvia un percorso di ricerca sul concetto di forma che, da simbolo essenziale, si è tradotto nelle opere recenti, in una serie di figure, volti e corpi disegnati, acquerellati o ripresi in video, come espressione immediata della condizione umana. Attraverso una verifica delle potenzialità espressive dei linguaggi visivi, Giletta coinvolge in una sorta di opera d’arte totale, la pittura, la scultura, la video arte, l’installazione multimediale, la poesia, la musica e la filosofia. Non a caso, nel 2002 fonda a Manta la San Firmino film, uno studio di produzione video e film digitali, dove si dedica alla realizzazione di video/films, alcuni su committenza e altri, più personali, nei quali emerge una poetica inquietudine di fondo legata all’enigma dell’esistenza.
“In considerazione del peculiare percorso umano ed artistico di Ugo Giletta - spiega il presidente dell’associazione culturale Marcovaldo, Fabrizio Pellegrino - , abbiamo scelto di ideare all’interno degli spazi del Filatoio di Caraglio un progetto che vada oltre i canoni tradizionali della mostra antologica. Nella mostra, infatti, le varie fasi della ricerca e le diverse tipologie di opere sono legate dalla presenza dei ‘volti’, diafani acquerelli che contraddistinguono la produzione dell’artista dal 1998 in avanti”.
“Iniziai l’operazione del ‘togliere’ – continua Ugo Giletta spiegando la genesi dei suoi ‘volti’ -. Ero sorpreso che l’ovale del volto con cinque macchie interne potessero creare l’effetto che andavo cercando. Potevo ripetere lo stesso gesto pittorico all’infinito, senza mai rappresentare lo stesso individuo. Mi stavo avvicinando a ciò che cercavo ma questi volti rappresentavano ancora una tipologia di individui”.
“Come indica il titolo della mostra – conclude Ivana Mulatero, responsabile scientifica della mostra e curatrice di rete territoriale dell'associazione culturale Marcovaldo – l’esposizione si snoda lungo un percorso attraversato da diverse figure, ognuna con una personale microstoria. Vi è lo sciamano, alter ego dell’uomo contemporaneo che vaga nelle incertezze della quotidianità, vi è la grottesca venere del duemila che unisce la sessualità e la pornografia. Nei video l’immagine rimane inalterata per rendere le vicende più facilmente interpretabili, nei dipinti, invece, le storie sono celate e solo chi guarda può dare una vita ai volti affioranti dagli enigmatici bianchi dei fondi”.
Ugo Giletta è tra gli artisti di rilevanza internazionale emersi dal territorio cuneese negli ultimi decenni. Nato a San Firmino di Revello nel 1957, vive e lavora tra Manta ed il suo paese natale. A partire dal 1974, egli avvia un percorso di ricerca sul concetto di forma che, da simbolo essenziale, si è tradotto nelle opere recenti, in una serie di figure, volti e corpi disegnati, acquerellati o ripresi in video, come espressione immediata della condizione umana. Attraverso una verifica delle potenzialità espressive dei linguaggi visivi, Giletta coinvolge in una sorta di opera d’arte totale, la pittura, la scultura, la video arte, l’installazione multimediale, la poesia, la musica e la filosofia. Non a caso, nel 2002 fonda a Manta la San Firmino film, uno studio di produzione video e film digitali, dove si dedica alla realizzazione di video/films, alcuni su committenza e altri, più personali, nei quali emerge una poetica inquietudine di fondo legata all’enigma dell’esistenza.
“In considerazione del peculiare percorso umano ed artistico di Ugo Giletta - spiega il presidente dell’associazione culturale Marcovaldo, Fabrizio Pellegrino - , abbiamo scelto di ideare all’interno degli spazi del Filatoio di Caraglio un progetto che vada oltre i canoni tradizionali della mostra antologica. Nella mostra, infatti, le varie fasi della ricerca e le diverse tipologie di opere sono legate dalla presenza dei ‘volti’, diafani acquerelli che contraddistinguono la produzione dell’artista dal 1998 in avanti”.
“Iniziai l’operazione del ‘togliere’ – continua Ugo Giletta spiegando la genesi dei suoi ‘volti’ -. Ero sorpreso che l’ovale del volto con cinque macchie interne potessero creare l’effetto che andavo cercando. Potevo ripetere lo stesso gesto pittorico all’infinito, senza mai rappresentare lo stesso individuo. Mi stavo avvicinando a ciò che cercavo ma questi volti rappresentavano ancora una tipologia di individui”.
“Come indica il titolo della mostra – conclude Ivana Mulatero, responsabile scientifica della mostra e curatrice di rete territoriale dell'associazione culturale Marcovaldo – l’esposizione si snoda lungo un percorso attraversato da diverse figure, ognuna con una personale microstoria. Vi è lo sciamano, alter ego dell’uomo contemporaneo che vaga nelle incertezze della quotidianità, vi è la grottesca venere del duemila che unisce la sessualità e la pornografia. Nei video l’immagine rimane inalterata per rendere le vicende più facilmente interpretabili, nei dipinti, invece, le storie sono celate e solo chi guarda può dare una vita ai volti affioranti dagli enigmatici bianchi dei fondi”.
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