Carlo Guaita e Noriyasu Soda. Vuoto occidentale/ Vuoto orientale

Carlo Guaita e Noriyasu Soda. Vuoto occidentale/ Vuoto orientale

 

Dal 16 Dicembre 2017 al 02 Marzo 2018

Firenze

Luogo: Galleria Gentili

Indirizzo: Borgo Pinti 80-82/R

Telefono per informazioni: +39 055 9060519

Sito ufficiale: http://www.galleriagentili.it



Nella mostra “Vuoto occidentale/ Vuoto orientale” Galleria Gentili presenta opere di Carlo Guaita e Noriyasu Soda, un artista italiano e uno giapponese.

Oriente e Occidente, lontani, distinti, ma dal confine sfuggente, si nutrono di un continuo confronto culturale. I titolo della mostra cita, volutamente  il libro di poesie di Johann Wolfgang von Goethe - Divano occidentale-orientale .
L’elemento estetico “orientale” presuppone che il vuoto sia generatore e affermativo, cioè presente; l’attenzione è tutta posta al vuoto stesso, ed è questo che creerà il suo opposto, quasi come se il vuoto fosse presente e il pieno assente. E’ il vuoto ad indicare il pieno.

Nel vuoto “occidentale” il percorso è inverso, in genere sarà il toglimento e la eliminazione del pieno che determinerà il vuoto. Questo sarà il rimanente indicativo di qualcosa che c’era prima e sarà visto come una mancanza. Il vuoto “occidentale” è negativo, di assenza. 

Noriyasu Soda usa lo smalto per creare i suoi lavori. Nella cultura giapponese, lo smalto non è semplicemente un materiale o una tecnica, ma assume addirittura dei significati simbolici. Grazie alla stesura di uno strato lucente nei colori oro, nero e rosso, ma anche nelle tonalità perlacee, la superficie di un oggetto (nel nostro caso, il supporto di un quadro) viene sublimata fino a renderla irriconoscibile. Anche quando si indurisce, lo smalto continua a costituire una superficie densa, simile a un fluido. Essa è in grado di apparire come uno specchio, come un luccichio. Per questo, i quadri di Noriyasu Soda, alcuni dei quali di piccolo formato, presentano superfici di infinita profondità e grande capacità di suggestione, come lo specchiarsi del mitico Narciso, che lo fece innamorare di se stesso. 

Carlo Guaita, nei suoi lavori monocromi, lavora per aggiunte, stratificando sottili strati di vernice finale semitrasparente nera, in modo da non creare immagini ma, insistendo sulle assenze, dare una sorta di forte presenza, un vuoto-saturo. I suoi non sono monocromi in toglimento ed eliminazione ma in aggiunta e ripetizione. 

Nel caso di Soda e Guaita, che lavorano entrambi sul monocromo, l’uno, dal vuoto/pieno orientale si muove e guarda all’occidente e l’altro, dal vuoto/vuoto occidentale si muove e guarda all’oriente, lo scopo è per entrambi lo stesso: dare pienezza al vuoto.

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