Il Leonardo di Giorgio Castelfranco e il culto nel genio nel Novecento

Giorgio Castelfranco con Antonio Segni nel 1952 | Courtesy © Fondazione CDSE
Dal 18 Maggio 2019 al 29 Settembre 2019
Firenze
Luogo: Museo Casa Siviero
Indirizzo: Lungarno Serristori 1
Orari: Sab 10 - 18 | Dom - Lun 10 - 13
Curatori: Alessia Cecconi
Enti promotori:
- Fondazione CDSE
- Regione Toscana
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: +39 057 4942476
E-Mail info: info@fondazionecdse.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionecdse.it
Un Novecento intenso e tormentato per il culto di Leonardo da Vinci. Ne dà conto in maniera approfondita la mostra documentaria Il Leonardo di Giorgio Castelfranco e il culto nel genio nel Novecento, allestita a Casa Siviero. E’ il risultato originale di un’accurata ricerca dove si ricostruisce le vicende critiche ed espositive che hanno visto protagonista Leonardo nel secolo scorso: prima emblema del roboante orgoglio nazionalistico del regime fascista e poi finalmente restituito alla verità di scienziato e inventore anche grazie agli studi di Giorgio Castelfranco e alla grande mostra didattica - dal carattere fortemente divulgativo - da lui organizzata nel 1952 a Roma, una sorta di pietra miliare della cultura espositiva.
Giorgio Castelfranco, funzionario della Soprintendenza fiorentina e vittima delle Leggi razziali, storico dell’arte e poi monuments man insieme a Rodolfo Siviero, occupa un ruolo di primo piano nel panorama della cultura italiana del Novecento. È lui il protagonista assoluto della mostra promossa dalla Regione Toscana e curata dalla storica dell’arte Alessia Cecconi della Fondazione CDSE in collaborazione con The Harvard University center for Italian Renaissance studies – Villa I Tatti che di Castelfranco conserva l’archivio.
“La mostra - sottolinea Monica Barni, vicepresidente e assessore alla Cultura della Regione Toscana - prosegue la serie di iniziative per la valorizzazione del Museo Casa Siviero anche come luogo della memoria di Giorgio Castelfranco, lo studioso e critico di arte che nel periodo tra le due guerre mondiali visse con la sua famiglia nel villino di Lungarno Serristori. Protagonista della riorganizzazione amministrativa e della tutela del patrimonio culturale italiano dopo l'8 settembre del 1943, Giorgio Castelfranco ha anche fornito un grande contribuito all'approfondimento critico di Leonardo e all'affermarsi, in modo storicamente corretto, della sua reputazione di genio universale del Rinascimento. Nell’anno in cui si celebra il cinquecentenario della morte di Leonardo, questa mostra e questo catalogo riportano alla luce l'importanza degli studi vinciani di Giorgio Castelfranco”.
Castelfranco - che fu anche scopritore, collezionista e grande amico di Giorgio De Chirico - si accostò fin dagli anni ’30 del Novecento a Leonardo, con alcuni studi che in quel periodo segnano una diversità netta rispetto al clima culturale ispirato dal Regime che dello scienziato e artista faceva un simbolo nazionalistico, il genio della “stirpe italica” da cui partiva una gloriosa linea di scienziati che culminava con Guglielmo Marconi, eroe dell’Italia autarchica di Mussolini. “Frutto finale di questo lungo impegno di ricerca è il volume Studi Vinciani pubblicato nel 1966 in occasione del suo ritiro dal lavoro presso la Soprintendenza di Roma - spiega Alessia Cecconi - Castelfranco si concentra invece sulla mentalità di Leonardo, sui suoi rapporti con la cultura umanistica, le sue convinzioni scientifiche, metafisiche, estetiche, considerate la sua vera grandezza”.
La grande mostra di Milano del 1939, di fatto uno show propagandistico del Regime - come sottolinea la curatrice - allestito senza risparmio con 200 modelli di macchine leonardiane, e gli articoli dedicati all’artista su La Difesa della Razza avevano trasformato Leonardo nel campione della geniale razza italica. “Nel 1952 la prima mostra didattica su Leonardo da Vinci in occasione del cinquecentenario della nascita dell’artista curata da Giorgio Castelfranco è una vera rivoluzione - mette in evidenza Cecconi - Con un allestimento volutamente sobrio, che dialogava con elegante rigore funzionale con gli ambienti della Sala Regia di Palazzo Venezia, il percorso si snodava tra vetrine luminose e 48 pannelli tematici, che raccontavano la complessità del cosmo leonardiano attraverso testi, citazioni, particolari delle opere pittoriche, disegni e fotografie. L’esposizione fu interessata da un tour senza precedenti in tutta Italia”.
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