L'Art Nouveau della Richard Ginori in collezioni private fiorentine/ Chapeaux de paille d'Italie
Dal 08 Marzo 2013 al 30 Maggio 2013
Firenze
Luogo: Ente Cassa di Risparmio
Indirizzo: via Maurizio Bufalini 6
Orari: da lunedì a venerdì 9-19; sabato e domenica 10-13/ 15-19
Curatori: Pierluigi Ciantelli, Roberto Lunardi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 5384503/ 335 1597460
E-Mail info: riccardo.galli@entecarifirenze.it
Sito ufficiale: http://www.entecarifirenze.it
Il migliore artigianato artistico di ieri che, ancora oggi, continua ad essere una efficace realtà produttiva ed occupazionale ed un vanto del Made in Italy nel mondo. Tradizione ed impresa sono i due fattori che si coniugano con grande efficacia nella nuova esposizione 'Porcellane e cappelli fioriti da Firenze nel mondo' allestita dall’ 8 marzo al 30 maggio allo Spazio Mostre dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze (via Bufalini 6) per iniziativa della stessa Ente Cassa e dell'associazione Osservatorio dei Mestieri d'Arte (OmA).
‘’Direi che è quasi una mostra rivolta al futuro – ha osservato, nel presentarla stamani alla stampa, il presidente dell’Ente Cassa Giampiero Maracchi – perché si inserisce nel nostro sforzo di valorizzare l’artigianato artistico nelle sue forme più diverse e, allo stesso tempo, di sostenere l’occupazione giovanile. E questa sfida si attua anche facendo conoscere al grande pubblico quelle che sono alcune delle nostre eccellenze’’.
‘’L’artigianato d’arte è uno dei must di Firenze e della Toscana nel mondo – ha spiegato il Direttore generale Renato Gordini – e, per aiutare le imprese, stiamo predisponendo un progetto che vuole sostenerle nella vendita all’estero della loro produzione e che illustreremo appena lo avremo definito’’. Nel corso dell’incontro è stato letto un messaggio di vivo compiacimento che la Soprintendente per il Polo museale della città di Firenze Cristina Acidini ha inviato agli organizzatori.
Due le sezioni che compongono la mostra: 'L’Art Nouveau della Richard Ginori in collezioni private fiorentine', curata da Pierluigi Ciantelli e dedicata alle porcellane della celeberrima manifattura, e ‘Chapeaux de paille d’Italie’, curata da Roberto Lunardi (Direttore del Museo della paglia e dell’intreccio 'Domenico Michelacci' di Signa) che presenta una fantastica raccolta di cappelli in paglia e in altre fibre.
L’elemento unificante delle due parti è costituito dall’uso di uno stile floreale e naturalistico molto ricco e colorato ma sempre elegante e rispondente ad un gusto equilibrato che sa associare le sfumature cromatiche con estrema raffinatezza. La scelta del titolo per la seconda sezione si richiama alla grande diffusione che questo tipo di cappelli ebbe in Francia, dove incontrarono il grande favore di un pubblico femminile elegante e alla moda. Per tali molteplici aspetti anche questa rassegna, come la precedente dedicata alla scagliola, ha una impostazione fortemente didattica e ospiterà visite guidate. I due cataloghi, a corredo, sono editi da Polistampa.
La mostra è segnalata anche in apposite vetrine allestite al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, al Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia, al negozio Richard Ginori in via Rondinelli, all’hotel Helvetia & Bristol, al Teatro della Pergola, al Caffè Gilli.
''Proseguiamo con questa nuova mostra – scrive il presidente dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze Giampiero Maracchi in un testo pubblicato su uno dei due cataloghi - quel filo conduttore che è memoria ma anche e soprattutto attualità, peraltro con un significativo salto di qualità. Mentre con la precedente rassegna dedicata alla scagliola, il dialogo tra passato e presente era stato mediato da una singola azienda tutt’ora attiva nel relativo ambito produttivo, con le porcellane e i cappelli tale dialettica si attua in presenza di un gran numero di protagonisti: per le porcellane il legame è rappresentato dal celebre centro manifatturiero di Doccia; per i cappelli, si fa riferimento alla miriade di piccole aziende e singoli creativi che operano tra Firenze e Signa e che hanno aderito con entusiasmo al progetto della mostra realizzando modelli ispirati alle fogge liberty o nouveau.
Siamo grati a Oliva Rucellai del Museo 'Richard-Ginori' della Manifattura di Doccia e a Roberto Lunardi del Museo della Paglia e dell’Intreccio 'Domenico Michelacci' di Signa, che hanno assicurato alla mostra il necessario supporto storico e scientifico. Analogo sentimento di gratitudine va a Giuseppe Grevi del Consorzio “Il Cappello di Firenze”, garante del rapporto con la realtà economica che costituisce il necessario orizzonte sul quale si innestano energie e impegno nel presente e concrete aspettative per il futuro. Ci fa piacere infine sottolineare l'impostazione fortemente didattica della rassegna''.
Le porcellane
Gli esemplari, circa 250, sono datati dal 1902 alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e provengono dalla Richard Ginori di Doccia, vicino a Sesto Fiorentino. Raffigurano soggetti floreali e naturalisti e si collocano nella linea art nouveau o liberty realizzata da quella schiera di pittori che lavorarono per l'azienda e che, fino ad ora è stata incomprensibilmente poco studiata dagli addetti ai lavori.
Al curatore Pierluigi Ciantelli il merito di avere condotto questa ricerca e di avere saputo individuare anche molti degli autori del periodo. Questa produzione, sottolinea Oliva Rucellai, curatrice del Museo 'Richard Ginori' della Manifattura di Doccia, che ha collaborato per la parte storica, ''terminò con la guerra e vale come testimonianza di una tecnica sopraffina e come espressione di una declinazione del Liberty sicuramente particolare, ma con un pubblico e una vitalità di respiro internazionale''.
I cappelli
I pezzi esposti in questa sezione sono un centinaio, di cui la metà di vecchia fattura, dai primi del Novecento al periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale. Sono esemplari messi a disposizione delle ditte produttrici tutt’ora esistenti che li hanno conservati nei propri archivi e li hanno utilizzati come modelli di riferimento.
L’altra metà sono stati realizzati espressamente per la mostra. A questa sezione hanno aderito 21 aziende e singoli artigiani sia privatamente sia facenti parte del Consorzio 'Il Cappello di Firenze' in rappresentanza del cosiddetto 'Distretto della piana fiorentina' che ha ramificazioni fino a Pistoia e al Valdarno Fiorentino.
Il distretto della piana fiorentina
Il distretto per la lavorazione del cappello di paglia è formato da 40 aziende che danno lavoro a circa 500 dipendenti e producono un fatturato annuo di 80 milioni di euro. Il 20% della produzione è rivolta agli Stati Uniti. Gran parte delle ditte hanno mediamente 80 anni di vita. L'origine di questa esperienza risale ad oltre tre secoli fa con la nascita, nel 1714, della manifattura dei cappelli di paglia di Signa, vicino a Firenze, per iniziativa di Domenico Michelacci che cominciò a fabbricarli e ad esportarli in tutto l’Occidente dal porto di Livorno.
Signa diventò così il centro del principale distretto mondiale (che era esteso su gran parte della Toscana) per la produzione del cappello arrivando a contare, a metà dell’Ottocento, fino a 150.000 addetti. Ancora oggi è erede e custode di questa tradizione straordinaria.
‘’Direi che è quasi una mostra rivolta al futuro – ha osservato, nel presentarla stamani alla stampa, il presidente dell’Ente Cassa Giampiero Maracchi – perché si inserisce nel nostro sforzo di valorizzare l’artigianato artistico nelle sue forme più diverse e, allo stesso tempo, di sostenere l’occupazione giovanile. E questa sfida si attua anche facendo conoscere al grande pubblico quelle che sono alcune delle nostre eccellenze’’.
‘’L’artigianato d’arte è uno dei must di Firenze e della Toscana nel mondo – ha spiegato il Direttore generale Renato Gordini – e, per aiutare le imprese, stiamo predisponendo un progetto che vuole sostenerle nella vendita all’estero della loro produzione e che illustreremo appena lo avremo definito’’. Nel corso dell’incontro è stato letto un messaggio di vivo compiacimento che la Soprintendente per il Polo museale della città di Firenze Cristina Acidini ha inviato agli organizzatori.
Due le sezioni che compongono la mostra: 'L’Art Nouveau della Richard Ginori in collezioni private fiorentine', curata da Pierluigi Ciantelli e dedicata alle porcellane della celeberrima manifattura, e ‘Chapeaux de paille d’Italie’, curata da Roberto Lunardi (Direttore del Museo della paglia e dell’intreccio 'Domenico Michelacci' di Signa) che presenta una fantastica raccolta di cappelli in paglia e in altre fibre.
L’elemento unificante delle due parti è costituito dall’uso di uno stile floreale e naturalistico molto ricco e colorato ma sempre elegante e rispondente ad un gusto equilibrato che sa associare le sfumature cromatiche con estrema raffinatezza. La scelta del titolo per la seconda sezione si richiama alla grande diffusione che questo tipo di cappelli ebbe in Francia, dove incontrarono il grande favore di un pubblico femminile elegante e alla moda. Per tali molteplici aspetti anche questa rassegna, come la precedente dedicata alla scagliola, ha una impostazione fortemente didattica e ospiterà visite guidate. I due cataloghi, a corredo, sono editi da Polistampa.
La mostra è segnalata anche in apposite vetrine allestite al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, al Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia, al negozio Richard Ginori in via Rondinelli, all’hotel Helvetia & Bristol, al Teatro della Pergola, al Caffè Gilli.
''Proseguiamo con questa nuova mostra – scrive il presidente dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze Giampiero Maracchi in un testo pubblicato su uno dei due cataloghi - quel filo conduttore che è memoria ma anche e soprattutto attualità, peraltro con un significativo salto di qualità. Mentre con la precedente rassegna dedicata alla scagliola, il dialogo tra passato e presente era stato mediato da una singola azienda tutt’ora attiva nel relativo ambito produttivo, con le porcellane e i cappelli tale dialettica si attua in presenza di un gran numero di protagonisti: per le porcellane il legame è rappresentato dal celebre centro manifatturiero di Doccia; per i cappelli, si fa riferimento alla miriade di piccole aziende e singoli creativi che operano tra Firenze e Signa e che hanno aderito con entusiasmo al progetto della mostra realizzando modelli ispirati alle fogge liberty o nouveau.
Siamo grati a Oliva Rucellai del Museo 'Richard-Ginori' della Manifattura di Doccia e a Roberto Lunardi del Museo della Paglia e dell’Intreccio 'Domenico Michelacci' di Signa, che hanno assicurato alla mostra il necessario supporto storico e scientifico. Analogo sentimento di gratitudine va a Giuseppe Grevi del Consorzio “Il Cappello di Firenze”, garante del rapporto con la realtà economica che costituisce il necessario orizzonte sul quale si innestano energie e impegno nel presente e concrete aspettative per il futuro. Ci fa piacere infine sottolineare l'impostazione fortemente didattica della rassegna''.
Le porcellane
Gli esemplari, circa 250, sono datati dal 1902 alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e provengono dalla Richard Ginori di Doccia, vicino a Sesto Fiorentino. Raffigurano soggetti floreali e naturalisti e si collocano nella linea art nouveau o liberty realizzata da quella schiera di pittori che lavorarono per l'azienda e che, fino ad ora è stata incomprensibilmente poco studiata dagli addetti ai lavori.
Al curatore Pierluigi Ciantelli il merito di avere condotto questa ricerca e di avere saputo individuare anche molti degli autori del periodo. Questa produzione, sottolinea Oliva Rucellai, curatrice del Museo 'Richard Ginori' della Manifattura di Doccia, che ha collaborato per la parte storica, ''terminò con la guerra e vale come testimonianza di una tecnica sopraffina e come espressione di una declinazione del Liberty sicuramente particolare, ma con un pubblico e una vitalità di respiro internazionale''.
I cappelli
I pezzi esposti in questa sezione sono un centinaio, di cui la metà di vecchia fattura, dai primi del Novecento al periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale. Sono esemplari messi a disposizione delle ditte produttrici tutt’ora esistenti che li hanno conservati nei propri archivi e li hanno utilizzati come modelli di riferimento.
L’altra metà sono stati realizzati espressamente per la mostra. A questa sezione hanno aderito 21 aziende e singoli artigiani sia privatamente sia facenti parte del Consorzio 'Il Cappello di Firenze' in rappresentanza del cosiddetto 'Distretto della piana fiorentina' che ha ramificazioni fino a Pistoia e al Valdarno Fiorentino.
Il distretto della piana fiorentina
Il distretto per la lavorazione del cappello di paglia è formato da 40 aziende che danno lavoro a circa 500 dipendenti e producono un fatturato annuo di 80 milioni di euro. Il 20% della produzione è rivolta agli Stati Uniti. Gran parte delle ditte hanno mediamente 80 anni di vita. L'origine di questa esperienza risale ad oltre tre secoli fa con la nascita, nel 1714, della manifattura dei cappelli di paglia di Signa, vicino a Firenze, per iniziativa di Domenico Michelacci che cominciò a fabbricarli e ad esportarli in tutto l’Occidente dal porto di Livorno.
Signa diventò così il centro del principale distretto mondiale (che era esteso su gran parte della Toscana) per la produzione del cappello arrivando a contare, a metà dell’Ottocento, fino a 150.000 addetti. Ancora oggi è erede e custode di questa tradizione straordinaria.
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