La mala educaciòn
Dal 22 Febbraio 2013 al 13 Aprile 2013
Firenze
Luogo: Biagiotti Progetto Arte
Indirizzo: via delle Belle Donne 39/r
Orari: da martedì a sabato 140-19
Curatori: Pietro Gaglianò
Telefono per informazioni: +39 055 214757
E-Mail info: galleria@florenceartbiagiotti.com
Sito ufficiale: http://www.artbiagiotti.com
Biagiotti Progetto Arte presenta LA MALA EDUCACIÓN, un percorso attraverso diverse forme di resistenza assunte dagli artisti in contrasto alla “cattiva educazione” impartita dalla cultura consumista, dal conformismo, dall’automatismo dell’opinione.
Già nel 1975 Pier Paolo Pasolini avvertiva come i giovani venissero spinti a “vivere il conformismo aggressivamente”, coltivando le proprie forze con l’obiettivo di apparire il più possibile integrati, parificati visivamente - attraverso l’abbigliamento e gli status symbol - e intellettualmente attraverso la condivisione acritica di punti di vista e di desideri.
L’arte è sempre una forma di dissenso, ha l’obbligo di parlare delle proprie posizioni e ha il potere di dimostrare la forza dell’autonomia dell’immaginazione e della ragione. Il lavoro degli artisti de LA MALA EDUCACIÓN testimonia un atteggiamento di opposizione al conformismo, una serie di dispositivi di evasione dalla convenzione imposta dalla società di massa, una disobbedienza consapevole. Le opere in mostra, tutte realizzate espressamente per questo progetto, sintetizzano azioni e visioni individuali e personalissime, critiche nei confronti della tradizione educativa e diffidenti anche verso i movimenti di piazza che caratterizzano la protesta globale in corso, quasi un antidoto di pensiero obiettivo rispetto alla distorsione degli slogan e a ogni forma di massificazione.
Gli artisti coinvolti provengono da formazioni fra loro remote, ma condividono un dato anagrafico: sono nati tutti negli anni Ottanta e hanno vissuto la propria adolescenza nel decennio successivo, un passaggio storico privo di memorie specifiche e completamente condizionato da quella cultura politica e sociale che ancora influenza il paesaggio morale e intellettuale italiano. La mostra, preceduta da attività di laboratorio rivolte a giovani artisti, sarà visibile fino al 13 aprile, e durante il periodo di apertura sono previsti alcuni appuntamenti collaterali con studiosi e artisti che presenteranno il proprio punta di vista sui temi della formazione e dell’arte come strumento di azione civile. Il programma, ancora in via di definizione, comprende un incontro con Julia Draganovic, un talk di Maria Pecchioli e una performance di Mauro Stagi.
Gli artisti:
Gaetano Cunsolo (1986, vive e lavora tra Firenze e Milano) compone il proprio lavoro di ricerche estetiche e indagini sull’arte attente all’implicazione dei modelli relazionali e alle connessioni con la sfera pubblica. Progetti di intervento nello spazio urbano e l’organizzazione di cicli e processi di coscienza civile si traducono in appunti, performance, video e altre formalizzazioni trasversali rispetto alla scelta del medium.
Silvia Giambrone (1981, vive e lavora a Roma) sviluppa nel proprio lavoro una serrata analisi di tensioni sociali che si sintetizzano nel linguaggio e nelle consuetudini delle relazioni. Utilizzando diversi medium che comprendono la performance, l’installazione e la fotografia, pone il proprio corpo come spazio di rappresentazione e in modo specifico come prova di una assunzione di presenza che non ammette deroghe.
nero/Alessandro Neretti (1980, vive e lavora a Faenza) lavora sull’immaginario della comunicazione di massa, sia essa di origine politica, pubblicitaria o connessa alle proliferazioni della cultura pop. Inserendo alterazioni e distorsioni nelle immagini e nei testi, l’artista crea una fibrillazione che ne altera il significato comunemente accettato, fino a rovesciarlo completamente o a rivelarne sorprendenti interpretazioni.
Sergio Racanati (1982, vive e lavora tra Milano e Bari) indaga dall’interno gli ambienti della controcultura giovanile addentrandosi nei rapporti irrisolti tra adolescenza e disincanto dell’età adulta, tra dissacrazione e ingenuità, tra impegno politico e disinteresse, tra l’adesione a modelli globali e localismi quasi dialettali.
Già nel 1975 Pier Paolo Pasolini avvertiva come i giovani venissero spinti a “vivere il conformismo aggressivamente”, coltivando le proprie forze con l’obiettivo di apparire il più possibile integrati, parificati visivamente - attraverso l’abbigliamento e gli status symbol - e intellettualmente attraverso la condivisione acritica di punti di vista e di desideri.
L’arte è sempre una forma di dissenso, ha l’obbligo di parlare delle proprie posizioni e ha il potere di dimostrare la forza dell’autonomia dell’immaginazione e della ragione. Il lavoro degli artisti de LA MALA EDUCACIÓN testimonia un atteggiamento di opposizione al conformismo, una serie di dispositivi di evasione dalla convenzione imposta dalla società di massa, una disobbedienza consapevole. Le opere in mostra, tutte realizzate espressamente per questo progetto, sintetizzano azioni e visioni individuali e personalissime, critiche nei confronti della tradizione educativa e diffidenti anche verso i movimenti di piazza che caratterizzano la protesta globale in corso, quasi un antidoto di pensiero obiettivo rispetto alla distorsione degli slogan e a ogni forma di massificazione.
Gli artisti coinvolti provengono da formazioni fra loro remote, ma condividono un dato anagrafico: sono nati tutti negli anni Ottanta e hanno vissuto la propria adolescenza nel decennio successivo, un passaggio storico privo di memorie specifiche e completamente condizionato da quella cultura politica e sociale che ancora influenza il paesaggio morale e intellettuale italiano. La mostra, preceduta da attività di laboratorio rivolte a giovani artisti, sarà visibile fino al 13 aprile, e durante il periodo di apertura sono previsti alcuni appuntamenti collaterali con studiosi e artisti che presenteranno il proprio punta di vista sui temi della formazione e dell’arte come strumento di azione civile. Il programma, ancora in via di definizione, comprende un incontro con Julia Draganovic, un talk di Maria Pecchioli e una performance di Mauro Stagi.
Gli artisti:
Gaetano Cunsolo (1986, vive e lavora tra Firenze e Milano) compone il proprio lavoro di ricerche estetiche e indagini sull’arte attente all’implicazione dei modelli relazionali e alle connessioni con la sfera pubblica. Progetti di intervento nello spazio urbano e l’organizzazione di cicli e processi di coscienza civile si traducono in appunti, performance, video e altre formalizzazioni trasversali rispetto alla scelta del medium.
Silvia Giambrone (1981, vive e lavora a Roma) sviluppa nel proprio lavoro una serrata analisi di tensioni sociali che si sintetizzano nel linguaggio e nelle consuetudini delle relazioni. Utilizzando diversi medium che comprendono la performance, l’installazione e la fotografia, pone il proprio corpo come spazio di rappresentazione e in modo specifico come prova di una assunzione di presenza che non ammette deroghe.
nero/Alessandro Neretti (1980, vive e lavora a Faenza) lavora sull’immaginario della comunicazione di massa, sia essa di origine politica, pubblicitaria o connessa alle proliferazioni della cultura pop. Inserendo alterazioni e distorsioni nelle immagini e nei testi, l’artista crea una fibrillazione che ne altera il significato comunemente accettato, fino a rovesciarlo completamente o a rivelarne sorprendenti interpretazioni.
Sergio Racanati (1982, vive e lavora tra Milano e Bari) indaga dall’interno gli ambienti della controcultura giovanile addentrandosi nei rapporti irrisolti tra adolescenza e disincanto dell’età adulta, tra dissacrazione e ingenuità, tra impegno politico e disinteresse, tra l’adesione a modelli globali e localismi quasi dialettali.
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silvia giambrone ·
gaetano cunsolo ·
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