Luigi Ghirri. L'immagine impossibile
Dal 18 Ottobre 2014 al 20 Gennaio 2015
Firenze
Luogo: Galleria Poggiali e Forconi
Indirizzo: via della Scala 35/a
Orari: da martedì a sabato 10-13 / 15-19
Curatori: Angela Madesani
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 287748
E-Mail info: info@poggialieforconi.it
Sito ufficiale: http://www.poggialieforconi.it
La Galleria Poggiali e Forconi di Firenze presenta una rassegna dedicata a Luigi Ghirri (1943-1992) a cura di Angela Madesani.
La mostra propone un’antologia di oltre venti fotografie vintage di uno dei più importanti maestri della fotografia del XX secolo: un artista, un teorico dell’arte, un organizzatore culturale, un editore, un protagonista fondamentale del panorama della fotografia e dell’arte in Italia a partire dagli anni Settanta.
Le immagini selezionate per questa rassegna, datate fra gli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta, provengono da alcune serie dell’artista emiliano, in particolare da Piazza Betlemme, Il giardino di tutti, Paesaggio italiano; sono inoltre presenti alcune immagini provenienti da altri cicli di lavori come Topographie - Iconographie, Still Life, I Teatri di Reggio Emilia, Il Museo dell’Astronomia di Bologna.
Luigi Ghirri ha iniziato a utilizzare la fotografia dalla fine degli anni Sessanta durante alcuni viaggi. Fortemente interessato al mondo dell’arte concettuale ha, ben presto, dato vita a un suo linguaggio, immediatamente riconoscibile, in cui, attraverso una sorta di presunta normalità, è riuscito a porre in luce le icone della contemporaneità, elementi portanti dell’immaginario collettivo. Nel corso degli anni, l’artista emiliano ha continuato ad approfondire in particolare i concetti legati al linguaggio stesso, per realizzare un corposo gruppo di immagini, poi confluite tra le altre nelle raccolte Still life e Topographie-Iconographie, di cui alcune opere sono presenti in mostra.
Protagonisti della personale dedicata all’artista emiliano, sono soprattutto i paesaggi e l’architettura, costanti dell’iconografia ghirriana in cui l’orizzonte è come ampliato. Le prospettive mostrate da Ghirri sono reali, ma anche artificiali, in una dimensione di apparente quanto gradevole semplicità, a cui tutti si possono accostare con facilità. La fotografia di Ghirri ha infatti, - come scrive Angela Madesani nel testo critico della mostra - il potere di variare i rapporti con il reale evocando una naturalità illusoria come ad esempio nella serie di Piazza Betlemme (documentazione di un ciclo pittorico costituito da una serie di tromphe-l’oeil eseguiti tra il 1990-1992 da Gino Pellegrini a San Giovanni in Persiceto.) Qui, in un ironico gioco percettivo, il vero protagonista per il fotografo di Scandiano, è il concetto stesso di riproduzione dell’immagine che porta Ghirri all’appropriazione dello spazio fino a metabolizzarlo e a renderlo proprio.
Nelle fotografie presentate, centrale è la presenza di immagini dedicate ai giardini; specialmente a quelli di Reggio Emilia, di cui sono in mostra alcuni scatti, che funzionano come una sorta di inventario. Lo stesso Ghirri, infatti, definisce il giardino come “un enorme abbecedario della natura, come il luogo appartato, nelle città, dove si mescolano in una misteriosa sospensione tempo e spazio, organizzazione razionale e forme libere”. I suoi paesaggi superano gli stereotipi stilistici più comuni e l’identità della sua ricerca si pone in rapporto ai mutamenti radicali del mondo contemporaneo che Ghirri ha vissuto con grande intensità percependo con sottile intelligenza anche le trasformazioni che sarebbero avvenute dopo la sua scomparsa.
In occasione della mostra verrà realizzato un catalogo con testi a cura di Angela Madesani edito dalla Galleria Poggiali e Forconi.
Altre sedi:
Project Room
Via Benedetta, 3r – Firenze
La mostra propone un’antologia di oltre venti fotografie vintage di uno dei più importanti maestri della fotografia del XX secolo: un artista, un teorico dell’arte, un organizzatore culturale, un editore, un protagonista fondamentale del panorama della fotografia e dell’arte in Italia a partire dagli anni Settanta.
Le immagini selezionate per questa rassegna, datate fra gli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta, provengono da alcune serie dell’artista emiliano, in particolare da Piazza Betlemme, Il giardino di tutti, Paesaggio italiano; sono inoltre presenti alcune immagini provenienti da altri cicli di lavori come Topographie - Iconographie, Still Life, I Teatri di Reggio Emilia, Il Museo dell’Astronomia di Bologna.
Luigi Ghirri ha iniziato a utilizzare la fotografia dalla fine degli anni Sessanta durante alcuni viaggi. Fortemente interessato al mondo dell’arte concettuale ha, ben presto, dato vita a un suo linguaggio, immediatamente riconoscibile, in cui, attraverso una sorta di presunta normalità, è riuscito a porre in luce le icone della contemporaneità, elementi portanti dell’immaginario collettivo. Nel corso degli anni, l’artista emiliano ha continuato ad approfondire in particolare i concetti legati al linguaggio stesso, per realizzare un corposo gruppo di immagini, poi confluite tra le altre nelle raccolte Still life e Topographie-Iconographie, di cui alcune opere sono presenti in mostra.
Protagonisti della personale dedicata all’artista emiliano, sono soprattutto i paesaggi e l’architettura, costanti dell’iconografia ghirriana in cui l’orizzonte è come ampliato. Le prospettive mostrate da Ghirri sono reali, ma anche artificiali, in una dimensione di apparente quanto gradevole semplicità, a cui tutti si possono accostare con facilità. La fotografia di Ghirri ha infatti, - come scrive Angela Madesani nel testo critico della mostra - il potere di variare i rapporti con il reale evocando una naturalità illusoria come ad esempio nella serie di Piazza Betlemme (documentazione di un ciclo pittorico costituito da una serie di tromphe-l’oeil eseguiti tra il 1990-1992 da Gino Pellegrini a San Giovanni in Persiceto.) Qui, in un ironico gioco percettivo, il vero protagonista per il fotografo di Scandiano, è il concetto stesso di riproduzione dell’immagine che porta Ghirri all’appropriazione dello spazio fino a metabolizzarlo e a renderlo proprio.
Nelle fotografie presentate, centrale è la presenza di immagini dedicate ai giardini; specialmente a quelli di Reggio Emilia, di cui sono in mostra alcuni scatti, che funzionano come una sorta di inventario. Lo stesso Ghirri, infatti, definisce il giardino come “un enorme abbecedario della natura, come il luogo appartato, nelle città, dove si mescolano in una misteriosa sospensione tempo e spazio, organizzazione razionale e forme libere”. I suoi paesaggi superano gli stereotipi stilistici più comuni e l’identità della sua ricerca si pone in rapporto ai mutamenti radicali del mondo contemporaneo che Ghirri ha vissuto con grande intensità percependo con sottile intelligenza anche le trasformazioni che sarebbero avvenute dopo la sua scomparsa.
In occasione della mostra verrà realizzato un catalogo con testi a cura di Angela Madesani edito dalla Galleria Poggiali e Forconi.
Altre sedi:
Project Room
Via Benedetta, 3r – Firenze
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