Seguaci di Giotto in Valdelsa
Dal 26 Settembre 2021 al 03 Aprile 2022
Montespertoli | Firenze
Luogo: Museo d'Arte Sacra
Indirizzo: Via San Piero in Mercato 233
Orari: ottobre: sabato, domenica e festivi 10-13 / 17-19; da novembre a marzo 10-12 / 15-17. 25 dicembre e 1 gennaio chiusi. APERTURE STRAORDINARIE DISPONIBILI SU PRENOTAZIONE
Prolungata: fino al 3 aprile 2022
Telefono per informazioni: +39 0571 600255
E-Mail info: info@visitmontespertoli.it
Si intitola ‘Seguaci di Giotto in Valdelsa’ ed è allestita al Museo d'Arte Sacra di San Piero in Mercato a Montespertoli (Firenze), la quarta mostra del progetto ‘Terre degli Uffizi’ ideato e realizzato dalle Gallerie degli Uffizi e da Fondazione CR Firenze all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei. E’ stata presentata stamani dal Sindaco di Montespertoli Alessio Mugnaini, dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dal Presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo, dal direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, dal Delegato alla Cultura dell’Unione Comuni Empolese Valdelsa Giacomo Cucini.
Sono messe a confronto due rare opere medioevali: una Madonna col Bambino (c. 1315- 1320) dipinta da Lippo di Benivieni, e parte di un celebre polittico della famiglia degli Alessandri, in prestito dagli Uffizi e una Madonna col Bambino (c.1310-1315), di dimensioni quasi identiche, custodita nel Museo di Arte Sacra a San Pietro in Mercato a Montespertoli. Questo secondo dipinto si trovava, in origine, nella chiesa di San Lorenzo a Montegufoni, nei pressi del castello dove durante la Seconda guerra mondiale vennero nascosti tanti capolavori dei musei di Firenze, per ripararli dai bombardamenti e dal passaggio degli eserciti. L’opera è stata attribuita da alcuni studiosi al pittore Lippo di Benivieni, un fantasioso ed espressivo seguace di Giotto del quale non si sono trovate ancora molte notizie documentarie. La tavola degli Uffizi è invece parte di un polittico smembrato, che era stato originariamente realizzato per la distrutta chiesa di San Pier Maggiore a Firenze.
I due dipinti, eseguiti all’epoca in cui Giotto dominava la scena artistica italiana, presentano molti elementi in comune, oltre alla maniera affettuosa e umanissima con cui è interpretato il soggetto della Madonna col Bambino. Entrambe le tavole, oggi ridotte nelle dimensioni, costituivano la parte centrale di strutture complesse, a più comparti, sebbene solo del dipinto degli Uffizi si conoscano le parti laterali, che rappresentavano i santi Pietro, Paolo, Zanobi e Benedetto.
I visitatori potranno vedere da vicino le caratteristiche di questi dipinti, capire come si costruivano, i materiali e le tecniche usate. Sicuramente le affinità e le differenze potranno essere meditate ed elaborate dagli specialisti per pervenire a conclusioni più precise sull’autore dell’esemplare di Montegufoni: la sua identificazione con Lippo di Benivieni è infatti ancora una proposta che deve essere provata.
La mostra è una occasione rara per poter effettuare un confronto diretto fra le due opere delle quali è sicura la comune ascendenza giottesca. Come è noto, l’arte di Giotto è stata determinante per lo sviluppo della pittura del XIV secolo in Italia, col suo stile moderno e, per l’epoca, innovatore. Egli è dunque un caposcuola, tanto noto e tanto popolare da dare il nome in Italia alle scatole di matite di legno con cui generazioni di italiani hanno imparato a disegnare. Poiché nei vari paesi, borghi, castelli, musei della Valdelsa si trovano molte opere di maestri che furono suoi allievi diretti o che seguirono la sua lezione, è questa l’occasione per conoscere due importanti testimonianze figurative che costituiscono parte integrante della storia di questa terra. La mostra è un’ulteriore dimostrazione di come il concetto di “museo diffuso”, una caratteristica di tutta l’Italia, trovi in Toscana uno dei territori più rappresentativi da questo punto di vista.
“Oggi è un giorno importante per Montespertoli – ha dichiarato il sindaco Alessio Mugnaini - perché inizia la collaborazione con Le Gallerie degli Uffizi per il progetto Terre degli Uffizi. Abbiamo allestito una sala ad hoc per questo progetto, una sala che ospiterà opere provenienti dagli Uffizi in una sorta di mostra continuativa ogni volta con un tema diverso. La prima mostra parla di un pittore giottesco fantasioso e creativo come Lippo di Benivieni che abbiamo deciso di valorizzare con alcuni allestimenti interattivi. Ringrazio tutti coloro che a vario titolo hanno lavorato a questo progetto per la grande disponibilità e professionalità che hanno dimostrato, sono felice che Montespertoli si sia fatta trovare pronta e all’altezza”.
“Chissà se Dante, di cui quest’anno si celebra il settecentenario della morte – ha osservato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi - avrà potuto conoscere l’autore di questi due dipinti: di certo era in esilio da pochi anni al momento in cui essi vennero dipinti. Dante è però l’autore dei celebri versi “Credette Cimabue nella pittura tener lo campo, ed ora ha Giotto il grido, si che la fama di colui è scura" (Purgatorio XI, 94-96). Con la frase “ha Giotto il grido” certamente egli alludeva anche alla travolgente corrente pittorica inaugurata dal grande artista, che trovò stuoli di seguaci e formò vere e proprie scuole regionali, investendo tutta la Penisola, da Napoli a Padova a Rimini, tra le altre città. La mostra di Montespertoli è dunque un’occasione per una serie di celebrazioni: Dante, appunto, con Giotto e la sua scuola, qui rappresentata da due opere preziose da ammirare sì, ma anche da studiare. Ma è anche una delle prime opportunità per questo progetto che vede la Toscana capofila di un grande progetto di riscoperta del territorio e dei suoi tesori. Gli Uffizi sono fieri di esserne promotori insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze”.
‘’Anche questa quarta mostra - ha sottolineato in un messaggio Luigi Salvadori, presidente Fondazione CR Firenze - così come è avvento per quella da poco inaugurata ad Anghiari segna per noi un felice ritorno nella terra dei giotteschi. Nel 2006 la Valdelsa è stata infatti il teatro di una delle prime edizioni del progetto di marketing territoriale Piccoli Grandi Musei ideato e promosso dalla nostra Fondazione. Si intitolava ‘La Valle dei Tesori’ e in questi anni questo programma è progressivamente cresciuto e si presenta oggi in un format che sviluppa e amplifica l’idea originale e che è attuato assieme al più importante museo italiano. Perché, come possiamo vedere in questa piccola ma originalissima mostra, conserviamo davvero dei tesori. E anche se in questa occasione sono messe a confronto due sole opere, possiamo apprezzare il grande valore del progetto ‘Terre degli Uffizi’: invitare il visitatori a leggere nella bellezza del paesaggio, nelle piccole pievi e tra le case seminascoste tra gli ulivi, l’armonia civile e culturale del nostro territorio. E prendere maggiore consapevolezza del mirabile patrimonio storico artistico che ci è stato lasciato e che non ha uguali al mondo’’.
“Il percorso espositivo che abbiamo inaugurato oggi – ha evidenziato Giacomo Cucini, Delegato alla Cultura dell’Unione Comuni Empolese Valdelsa - è un esempio di dialogo virtuoso nel segno della cultura e dell'arte, capace di andare oltre i confini dell'Unione dei Comuni. E' un ponte fra l'Empolese Valdelsa e realtà di eccellenza come le Gallerie degli Uffizi e Firenze. Non posso che dire grazie a chi ha reso possibile tutto questo, con l'auspicio che il progetto Terre degli Uffizi possa presto abbracciare altre realtà dell'Empolese Valdelsa".
Sono messe a confronto due rare opere medioevali: una Madonna col Bambino (c. 1315- 1320) dipinta da Lippo di Benivieni, e parte di un celebre polittico della famiglia degli Alessandri, in prestito dagli Uffizi e una Madonna col Bambino (c.1310-1315), di dimensioni quasi identiche, custodita nel Museo di Arte Sacra a San Pietro in Mercato a Montespertoli. Questo secondo dipinto si trovava, in origine, nella chiesa di San Lorenzo a Montegufoni, nei pressi del castello dove durante la Seconda guerra mondiale vennero nascosti tanti capolavori dei musei di Firenze, per ripararli dai bombardamenti e dal passaggio degli eserciti. L’opera è stata attribuita da alcuni studiosi al pittore Lippo di Benivieni, un fantasioso ed espressivo seguace di Giotto del quale non si sono trovate ancora molte notizie documentarie. La tavola degli Uffizi è invece parte di un polittico smembrato, che era stato originariamente realizzato per la distrutta chiesa di San Pier Maggiore a Firenze.
I due dipinti, eseguiti all’epoca in cui Giotto dominava la scena artistica italiana, presentano molti elementi in comune, oltre alla maniera affettuosa e umanissima con cui è interpretato il soggetto della Madonna col Bambino. Entrambe le tavole, oggi ridotte nelle dimensioni, costituivano la parte centrale di strutture complesse, a più comparti, sebbene solo del dipinto degli Uffizi si conoscano le parti laterali, che rappresentavano i santi Pietro, Paolo, Zanobi e Benedetto.
I visitatori potranno vedere da vicino le caratteristiche di questi dipinti, capire come si costruivano, i materiali e le tecniche usate. Sicuramente le affinità e le differenze potranno essere meditate ed elaborate dagli specialisti per pervenire a conclusioni più precise sull’autore dell’esemplare di Montegufoni: la sua identificazione con Lippo di Benivieni è infatti ancora una proposta che deve essere provata.
La mostra è una occasione rara per poter effettuare un confronto diretto fra le due opere delle quali è sicura la comune ascendenza giottesca. Come è noto, l’arte di Giotto è stata determinante per lo sviluppo della pittura del XIV secolo in Italia, col suo stile moderno e, per l’epoca, innovatore. Egli è dunque un caposcuola, tanto noto e tanto popolare da dare il nome in Italia alle scatole di matite di legno con cui generazioni di italiani hanno imparato a disegnare. Poiché nei vari paesi, borghi, castelli, musei della Valdelsa si trovano molte opere di maestri che furono suoi allievi diretti o che seguirono la sua lezione, è questa l’occasione per conoscere due importanti testimonianze figurative che costituiscono parte integrante della storia di questa terra. La mostra è un’ulteriore dimostrazione di come il concetto di “museo diffuso”, una caratteristica di tutta l’Italia, trovi in Toscana uno dei territori più rappresentativi da questo punto di vista.
“Oggi è un giorno importante per Montespertoli – ha dichiarato il sindaco Alessio Mugnaini - perché inizia la collaborazione con Le Gallerie degli Uffizi per il progetto Terre degli Uffizi. Abbiamo allestito una sala ad hoc per questo progetto, una sala che ospiterà opere provenienti dagli Uffizi in una sorta di mostra continuativa ogni volta con un tema diverso. La prima mostra parla di un pittore giottesco fantasioso e creativo come Lippo di Benivieni che abbiamo deciso di valorizzare con alcuni allestimenti interattivi. Ringrazio tutti coloro che a vario titolo hanno lavorato a questo progetto per la grande disponibilità e professionalità che hanno dimostrato, sono felice che Montespertoli si sia fatta trovare pronta e all’altezza”.
“Chissà se Dante, di cui quest’anno si celebra il settecentenario della morte – ha osservato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi - avrà potuto conoscere l’autore di questi due dipinti: di certo era in esilio da pochi anni al momento in cui essi vennero dipinti. Dante è però l’autore dei celebri versi “Credette Cimabue nella pittura tener lo campo, ed ora ha Giotto il grido, si che la fama di colui è scura" (Purgatorio XI, 94-96). Con la frase “ha Giotto il grido” certamente egli alludeva anche alla travolgente corrente pittorica inaugurata dal grande artista, che trovò stuoli di seguaci e formò vere e proprie scuole regionali, investendo tutta la Penisola, da Napoli a Padova a Rimini, tra le altre città. La mostra di Montespertoli è dunque un’occasione per una serie di celebrazioni: Dante, appunto, con Giotto e la sua scuola, qui rappresentata da due opere preziose da ammirare sì, ma anche da studiare. Ma è anche una delle prime opportunità per questo progetto che vede la Toscana capofila di un grande progetto di riscoperta del territorio e dei suoi tesori. Gli Uffizi sono fieri di esserne promotori insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze”.
‘’Anche questa quarta mostra - ha sottolineato in un messaggio Luigi Salvadori, presidente Fondazione CR Firenze - così come è avvento per quella da poco inaugurata ad Anghiari segna per noi un felice ritorno nella terra dei giotteschi. Nel 2006 la Valdelsa è stata infatti il teatro di una delle prime edizioni del progetto di marketing territoriale Piccoli Grandi Musei ideato e promosso dalla nostra Fondazione. Si intitolava ‘La Valle dei Tesori’ e in questi anni questo programma è progressivamente cresciuto e si presenta oggi in un format che sviluppa e amplifica l’idea originale e che è attuato assieme al più importante museo italiano. Perché, come possiamo vedere in questa piccola ma originalissima mostra, conserviamo davvero dei tesori. E anche se in questa occasione sono messe a confronto due sole opere, possiamo apprezzare il grande valore del progetto ‘Terre degli Uffizi’: invitare il visitatori a leggere nella bellezza del paesaggio, nelle piccole pievi e tra le case seminascoste tra gli ulivi, l’armonia civile e culturale del nostro territorio. E prendere maggiore consapevolezza del mirabile patrimonio storico artistico che ci è stato lasciato e che non ha uguali al mondo’’.
“Il percorso espositivo che abbiamo inaugurato oggi – ha evidenziato Giacomo Cucini, Delegato alla Cultura dell’Unione Comuni Empolese Valdelsa - è un esempio di dialogo virtuoso nel segno della cultura e dell'arte, capace di andare oltre i confini dell'Unione dei Comuni. E' un ponte fra l'Empolese Valdelsa e realtà di eccellenza come le Gallerie degli Uffizi e Firenze. Non posso che dire grazie a chi ha reso possibile tutto questo, con l'auspicio che il progetto Terre degli Uffizi possa presto abbracciare altre realtà dell'Empolese Valdelsa".
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