Alain Laboile. The family (at the edge of the world)
Dal 12 Maggio 2017 al 10 Settembre 2017
San Severo | Foggia
Luogo: MAT Museo dell’Alto Tavoliere
Indirizzo: piazza San Francesco D'Assisi 48
Curatori: Elena Antonacci, Bartolomeo Smaldone
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura della Città di San Severo
- Regione Puglia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0882.339611
E-Mail info: museocivicosansevero@alice.it
In seguito al grande riscontro di visitatori ottenuto dalla mostra fotografica ‘The Family (at the edge of the world)’ del fotografo francese Alain Laboile, che rientra nella programmazione dell’Assessorato alla Cultura della Città di San Severo ed è curata dallo stesso Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo e dal Movimento Culturale Spiragli di Altamura in collaborazione con Linearte e con il prestigioso patrocinio della Regione Puglia, si è deciso di prorogare l’esposizione fino al 10 settembre 2017, per consentire l’accesso a un numero ancora maggiore di utenti.
La mostra, inaugurata alla presenza dell’autore francese lo scorso 12 maggio presso gli spazi espositivi del MAT Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo, e curata da Elena Antonacci e Bartolomeo Smaldone, rientra nell’ambito della rassegna del MAT Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo sul tema “L’Oltre, l’Altro, l’Altrove” e della rassegna “Epicentro”, organizzata e promossa dal Movimento Culturale Spiragli di Altamura, in collaborazione con lo stesso MAT Museo dell’Alto Tavoliere e l’Accademia della Crusca, in una sinergia culturale che vede lavorare insieme differenti ambiti territoriali della Puglia in una visione comune di sistema turistico-culturale.
L’esposizione riunisce 50 fotografie tra le più importanti e significative realizzate da Laboile a partire dal 2007, quando, all’età di 39 anni, iniziò a lavorare al suo album di famiglia, ritraendo i suoi figli nei loro giochi spensierati, dal suo capanno su un terreno isolato nel sud della Francia: fotografo autodidatta che possedeva una sola immagine della sua infanzia, voleva semplicemente documentare il passaggio del tempo con la sua famiglia.
La casa, il campo, il bosco e lo stagno sono alcuni dei set naturali in cui la forza della terra sembra impossessarsi dei giovani corpi in movimento.
Immagini in bianco e nero oltre il tempo in uno spazio sospeso, in un respiro trattenuto che rende gli scatti di Laboile senza tempo, al di là del tempo, in un tempo che, se non è proprio infinito, riesce almeno a trasmettere a chi osserva un prolungarsi di esso in uno stato di armonica cessazione temporale.
L’allestimento, progettato e realizzato dalla factory pugliese Sistemalab, si snoda attraverso un percorso articolato, in cui il tema dell’infanzia, della sua prorompete vitalità, emerge in tutta la sua positiva e contagiosa energia; in cui l’Oltre, l’Altro e l’Altrove sono contrassegnati da passaggi espositivi di sospensione, da atmosfere che proiettano il visitatore in una dimensione in cui l’Altro è percepito come l’essere umano libero che ciascuno di noi sogna di rimanere – quasi mai riuscendoci – e l’Altrove come il paesaggio arcadico in cui il visitatore si identificherà, agognandolo quale possibile luogo in cui poter vivere per conservare la vera essenza di sé. Il bianco e nero dell’allestimento riesce infine ad amplificare questa visita emozionale alla mostra.
Per Elena Antonacci, direttrice del MAT Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo, ‹‹l’Oltre, nelle fotografie di Laboile, ha una dimensione fisica, il confine, il limite oltre il quale non vi è la città oppressiva dove vivere, ma una natura non domata dall’uomo – e per se stessa “libera” di esprimere il proprio rigoglio – in cui vivono in piena libertà i figli del fotografo, liberi sia nell’espressione di sé che dalle costrizioni a cui il corpo vestito spesso deve sottostare››.
Come spiega Bartolomeo Smaldone, presidente del Movimento Culturale Spiragli, alle foto di Alain Laboile ‹‹è affidato il compito di documentare un mondo interiore che rischia di perdersi per sempre, perché quello “esterno”, di mondo, quello oltre il confine dell’incanto, della spontaneità, della simbiosi panica, pare procedere in ben altra direzione, affannandosi in questioni d’altra risma: quando scoppierà il prossimo conflitto planetario?››.
Alain Laboile è nato a Bordeaux il 1° maggio del 1968. Da quando i suoi scatti, raccolti nell’album La Famille, sono stati resi pubblici sul web, ogni giorno migliaia di persone attendono nuove immagini di questa speciale tribù. Immagini spensierate, spontanee, non posate, dei ragazzi mentre giocano in casa o all’aperto, a stretto contatto con la natura.
Nel dicembre del 2012, il talento di Laboile è stato celebrato dal New York Times. Da allora il suo lavoro è stato esposto in Giappone, negli Stati Uniti, in Olanda, in Argentina ed in Francia dove espone spesso a Parigi. Il grande fotografo americano Jock Sturges lo decreta tra i migliori fotografi viventi. Oggi le fotografie di Alain Laboile hanno una loro collocazione nella tradizione storica della fotografia familiare e, dal 2014, fanno parte della collezione permanente del Musée Français de la Photographie a Bièvres, in Francia
Kehrer Verlag, uno dei più grandi editori d'arte tedeschi, gli ha dedicato una monografia nel 2015.
A corredo dell’intera mostra, il raffinato catalogo edito da Claudio Grenzi Editore, con testi inediti di Elena Antonacci, Direttrice del MAT Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo, e Bartolomeo Smaldone, Presidente del Movimento Culturale Spiragli.
La gestione dei servizi della mostra è a cura di Anna Coppola, Gioseana Diomede, Giuseppe Di Iorio, Valentina Giuliani, Ambra Inglese, Graziano Urbano e Antonello Vigliaroli, operatori culturali presso il MAT Museo dell’Alto Tavoliere (Lavoro & Solidarietà), e dei Volontari del Servizio Civile Nazionale Michele Ardito, Simona Braccia, Alessia Cassano, Federica delli Calici, Valeria Fatone, Fabio Volza.
ORARI DI APERTURA DELLA MOSTRA
Lun. – Ven. 9.00 - 13.30; 17.30 – 20.30
Sab. 18.00 – 21.00
Dom. 10.30 – 13.30; 18.00 – 21.00
Aperta anche il 15 agosto
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