La Shoah dell’Arte. Antonietta Raphaël Mafai a Genova 1939-1951. Un ritratto della Galleria d'Arte Moderna per non dimenticare

Antonietta Raphaël Mafai, Ritratto di bimba o Giuliana, 1942
Dal 27 Gennaio 2015 al 27 Gennaio 2015
Genova
Luogo: Musei di Nervi - Galleria d’Arte Moderna
Indirizzo: via Capolungo 3
Orari: 11.30-16
Curatori: Solidarietà e Lavoro S.C.S. - ONLUS
E-Mail info: webmastermusei@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it/
In occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio 2015, si terrà, in una trentina dei musei e gallerie italiani, La Shoah dell’Arte, progetto fondato su mostre, conferenze e spettacoli a tema, con il coinvolgimento anche dei teatri.
Per un giorno la Shoah diventerà centro della vita artistica del Paese.
Il progetto è curato da Vittorio Pavoncello, Università di Roma La Sapienza, è dall’associazione ECAD, Ebraismo Culture Arti Drammatiche (Roma).
L’arte in tutte le sue forme: ecco dunque il centro del progetto. L’arte osteggiata durante il Nazismo; l’arte dei testimoni della Shoah; infine, l’arte contemporanea.
Il progetto prevede che ogni Museo o Galleria Istituzionale - dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma al MART di Rovereto, al Museo Revoltella di Trieste, alla Gam di Palermo, al Museo Guggenheim di Venezia, alle Gam di Genova e di Torino - il 27 gennaio esponga, dedicandovi un focus specifico, un’opera che possa corrispondere ai seguenti requisiti: storicamente sia appartenuta all’arte degenerata; l’artista sia stato colpito dalle varie leggi razziali operanti in Europa durante il periodo Nazi-Fascista; faccia parte delle opere che comunque costituiscono il corpus di un artista discriminato razzialmente o perseguitato politicamente; un’opera facente parte dei movimenti artistici banditi dal nazismo quali Espressionismo, Dadaismo, Surrealismo e altri qualificati come Arte Degenerata.
La Galleria d’Arte Moderna di Genova ha aderito al progetto di ECAD e metterà in accento la scultura di Antonietta Raphaël Mafai, Ritratto di bimba o Giuliana, un bronzo del 1942 che la scultrice realizzò durante il suo soggiorno con le tre figlie Miriam, Simona e Giulia a Genova - dopo essere scappata da Roma nel 1939 per l’entrata in vigore delle leggi razziali che avevano espulso dalla scuola pubblica le tre bambine Mafai - sotto la diretta protezione di due tra i maggiori e più sensibili collezionisti del '900 italiano, due mecenati di comuni origini campane: l'ingegnere navale collezionista Alberto Della Ragione (Piano di Sorrento 1892-S. Margherita L. 1973), che nel capoluogo ligure risiedeva nel quartiere di Quarto dei Mille, e la cui raccolta fu acquisita dal Comune di Firenze nel 1969, e il commerciante di caffè Emilio Jesi(Napoli 1902- Milano 1974), alla cui moglie Maria Arrighi andò il merito di aver donato le raccolte alla Pinacoteca di Brera tra il 1976 e il 1984.
A Genova Antonietta e le figlie rimasero fino al ’43, quando fecero ritorno a Roma, ma nel capoluogo ligure l’artista e Giulia tornarono nel ’45, nuovamente sotto l’ala di Alberto Della Ragione, per ovviare a seri problemi economici, restandovi fino al 1951.
Il bronzo che si mette in rilievo con un breve dossier che sarà consegnato al pubblico per raccontare le vicende dell’artista che lo realizzò - e oggi interessato anche da una delicata installazione di Denise Bonapace, nell’ambito della mostra Tramare (9° appuntamento della rassegna NaturaConTemporanea) - è un ritratto di Giulia, la figlia più piccola, del 1942, che l’artista espose nel gennaio 1949, alla "Mostra degli artisti liguri che hanno partecipato alla XXIV Biennale di Venezia".
Visita accompagnata gratuita all'opera il 27 gennaio alle ore 11.30 e alle ore 16.
Per un giorno la Shoah diventerà centro della vita artistica del Paese.
Il progetto è curato da Vittorio Pavoncello, Università di Roma La Sapienza, è dall’associazione ECAD, Ebraismo Culture Arti Drammatiche (Roma).
L’arte in tutte le sue forme: ecco dunque il centro del progetto. L’arte osteggiata durante il Nazismo; l’arte dei testimoni della Shoah; infine, l’arte contemporanea.
Il progetto prevede che ogni Museo o Galleria Istituzionale - dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma al MART di Rovereto, al Museo Revoltella di Trieste, alla Gam di Palermo, al Museo Guggenheim di Venezia, alle Gam di Genova e di Torino - il 27 gennaio esponga, dedicandovi un focus specifico, un’opera che possa corrispondere ai seguenti requisiti: storicamente sia appartenuta all’arte degenerata; l’artista sia stato colpito dalle varie leggi razziali operanti in Europa durante il periodo Nazi-Fascista; faccia parte delle opere che comunque costituiscono il corpus di un artista discriminato razzialmente o perseguitato politicamente; un’opera facente parte dei movimenti artistici banditi dal nazismo quali Espressionismo, Dadaismo, Surrealismo e altri qualificati come Arte Degenerata.
La Galleria d’Arte Moderna di Genova ha aderito al progetto di ECAD e metterà in accento la scultura di Antonietta Raphaël Mafai, Ritratto di bimba o Giuliana, un bronzo del 1942 che la scultrice realizzò durante il suo soggiorno con le tre figlie Miriam, Simona e Giulia a Genova - dopo essere scappata da Roma nel 1939 per l’entrata in vigore delle leggi razziali che avevano espulso dalla scuola pubblica le tre bambine Mafai - sotto la diretta protezione di due tra i maggiori e più sensibili collezionisti del '900 italiano, due mecenati di comuni origini campane: l'ingegnere navale collezionista Alberto Della Ragione (Piano di Sorrento 1892-S. Margherita L. 1973), che nel capoluogo ligure risiedeva nel quartiere di Quarto dei Mille, e la cui raccolta fu acquisita dal Comune di Firenze nel 1969, e il commerciante di caffè Emilio Jesi(Napoli 1902- Milano 1974), alla cui moglie Maria Arrighi andò il merito di aver donato le raccolte alla Pinacoteca di Brera tra il 1976 e il 1984.
A Genova Antonietta e le figlie rimasero fino al ’43, quando fecero ritorno a Roma, ma nel capoluogo ligure l’artista e Giulia tornarono nel ’45, nuovamente sotto l’ala di Alberto Della Ragione, per ovviare a seri problemi economici, restandovi fino al 1951.
Il bronzo che si mette in rilievo con un breve dossier che sarà consegnato al pubblico per raccontare le vicende dell’artista che lo realizzò - e oggi interessato anche da una delicata installazione di Denise Bonapace, nell’ambito della mostra Tramare (9° appuntamento della rassegna NaturaConTemporanea) - è un ritratto di Giulia, la figlia più piccola, del 1942, che l’artista espose nel gennaio 1949, alla "Mostra degli artisti liguri che hanno partecipato alla XXIV Biennale di Venezia".
Visita accompagnata gratuita all'opera il 27 gennaio alle ore 11.30 e alle ore 16.
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