Thomas Grunfeld. Homey

Thomas Grunfeld. Homey, Museo d'Arte Contemporanea Villa Croce, Genova
Dal 21 March 2014 al 18 May 2014
Genova
Luogo: Museo d'Arte Contemporanea Villa Croce
Indirizzo: via J. Ruffini 3
Orari: da martedì a venerdì: 9-18.30; sabato e domenica 10-18.30
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3
Telefono per informazioni: +39 010 580069 / 010 585772
E-Mail info: staffmostre@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.villacroce.it
Villa Croce presenta la prima mostra personale di Thomas Grünfeld (Opladen, 1956) in un museo italiano. Stanze popolate da strane creature, atmosfere dal sapore retro, interni domestici informati da un modernismo vagamente stantio.
È questo l’inquietante universo costruito da Thomas Grünfeld per la sua prima retrospettiva museale in Italia. La mostra raccoglie la produzione straordinariamente eterogenea dell’artista, dando spazio a diversi cicli di lavori che oscillano fra pittura e scultura, fotografia e collage, interior design e installazione. Sono inclusi i primi lavori passe-partout, ma anche wall pieces, soluzioni d’arredo, sculture in materiali sintetici, animali impagliati, quadri in feltro e fotografie. Opere che, pur nella loro varietà formale e materiale, si collocano tutte sulla soglia del perturbante freudiano, “quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”.
Grünfeld indaga con ironia la dimensione del domestico e il gusto tipicamente borghese per la decorazione d’interni. Orchestra inconsuete convivenze fra naturale e artificiale, funzionale e assurdo; coniuga insoliti scivolamenti fra il duro e il morbido, il visuale e il tattile. Sofisticati processi di ibridazione vengono impiegati come metodo conoscitivo per sovvertire schemi consueti e aspettative convenzionali, in modo tale da far emergere la porosità del limite fra arte e vita.
La contaminazione delle forme articola un microcosmo surreale i cui elementi, apparentemente ordinari, rivelano una identità mobile, in transito, impossibile da codificare secondo le categorie tradizionali. Con una lenta ma continua erosione delle apparenze, Grünfeld giunge a disarticolare la dicotomia fra vero e falso ricercando, come lui stesso dichiara, “una reazione pura, istintiva, quasi infantile; il mio lavoro produce sempre una reazione si-no-si-no, di attrazione e insieme di repulsione. Cerco di prolungare questo momento di irritazione il più possibile, per evitare di disperderlo”
La mostra, organizzata in collaborazione con Museum Morsbroich (Leverkusen, Germania), è accompagnata da un catalogo riccamente illustrato pubblicato da Verlagshaus Kettler contenente un’intervista con Thomas Grünfeld, un racconto breve scritto appositamente per l’occasione da A.M. Homes, e testi di Bettina Haiss (pp. 256, 240 immagini, testi in inglese e tedesco).
È questo l’inquietante universo costruito da Thomas Grünfeld per la sua prima retrospettiva museale in Italia. La mostra raccoglie la produzione straordinariamente eterogenea dell’artista, dando spazio a diversi cicli di lavori che oscillano fra pittura e scultura, fotografia e collage, interior design e installazione. Sono inclusi i primi lavori passe-partout, ma anche wall pieces, soluzioni d’arredo, sculture in materiali sintetici, animali impagliati, quadri in feltro e fotografie. Opere che, pur nella loro varietà formale e materiale, si collocano tutte sulla soglia del perturbante freudiano, “quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”.
Grünfeld indaga con ironia la dimensione del domestico e il gusto tipicamente borghese per la decorazione d’interni. Orchestra inconsuete convivenze fra naturale e artificiale, funzionale e assurdo; coniuga insoliti scivolamenti fra il duro e il morbido, il visuale e il tattile. Sofisticati processi di ibridazione vengono impiegati come metodo conoscitivo per sovvertire schemi consueti e aspettative convenzionali, in modo tale da far emergere la porosità del limite fra arte e vita.
La contaminazione delle forme articola un microcosmo surreale i cui elementi, apparentemente ordinari, rivelano una identità mobile, in transito, impossibile da codificare secondo le categorie tradizionali. Con una lenta ma continua erosione delle apparenze, Grünfeld giunge a disarticolare la dicotomia fra vero e falso ricercando, come lui stesso dichiara, “una reazione pura, istintiva, quasi infantile; il mio lavoro produce sempre una reazione si-no-si-no, di attrazione e insieme di repulsione. Cerco di prolungare questo momento di irritazione il più possibile, per evitare di disperderlo”
La mostra, organizzata in collaborazione con Museum Morsbroich (Leverkusen, Germania), è accompagnata da un catalogo riccamente illustrato pubblicato da Verlagshaus Kettler contenente un’intervista con Thomas Grünfeld, un racconto breve scritto appositamente per l’occasione da A.M. Homes, e testi di Bettina Haiss (pp. 256, 240 immagini, testi in inglese e tedesco).
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