Tony Conrad. Farsi la città
Dal 08 Marzo 2013 al 28 Aprile 2013
Genova
Luogo: Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
Indirizzo: via Jacopo Ruffini 3
Orari: da martedì a venerdì 9-18.30; sabato e domenica 10-18.30
Telefono per informazioni: +39 010 580069/ 010 585772
E-Mail info: staffmostre@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it/spip.php?rubrique26
Farsi la città è la prima mostra personale in Italia di Tony Conrad figura epica della scena underground americana.
La mostra presenta una serie di lavori realizzati da Tony Conrad a partire dagli anni Sessanta e Settanta che indagano la dimensione urbana dello spazio pubblico e le interazioni che vi hanno luogo. Conrad si muove nella scena underground newyorkese e da lì osserva i movimenti delle masse metropolitane e registra le sue espressioni di dissenso, organizza rituali comunitari e decostruisce i meccanismi del cinema documentario. L’ambiguità del titolo, dissacrante e allo stesso tempo propositivo, nasce dall’approccio ambivalente dell’artista nei confronti delle strutture del potere e del loro perverso rapporto con i media. La valenza sessuale nasconde l’idea di un rapporto intimo e appassionato nei confronti della città, carico di un potenziale utopico oggi sempre più raro nel mondo dell’arte, unito però a una volontà sperimentale e dissacrante.
Autore di una produzione artistica complessa e articolata, Conrad da sempre cammina sul sottile filo che lega innovazione e provocazione, sviluppando ricerche di avanguardia nell’ambito della composizione musicale, del cinema sperimentale e della video arte. Nato a Concord (New Hampshire) nel 1940, arriva a New York all’inizio degli anni sessanta, dove partecipa alle esperienze più radicali della musica e del cinema indipendenti. In quegli anni è membro attivo - insieme a La Monte Young, John Cale, Angus MacLise, Maria Zazeela e altri – del Theatre of Eternal Music, gruppo che ha sviluppato le ricerche musicali di John Cage e Fluxus in senso minimalista producendo sonorità estese ed ipnotiche. Le loro speri- mentazioni, etichettate come dream music, si sviluppano grazie all’eliminazione della figura del compositore attraverso l’improvvisazione.
Se i contributi di Tony Conrad in ambito musicale sono noti e amati da un pubblico di appassionati, Farsi la città presenta una parte ancora poco conosciuta della sua ricerca artistica: film, video e lavori audio che esplorano il tema della comunità e della partecipazione, riflettendo sul ruolo degli apparati mediatici nella società contemporanea. Caleidoscopio di suoni, colori, e immagini, questa mostraci porta ‘virtualmente’ in un viaggio nella New York degli anni ‘70. Farsi la città restituisce, senza indugi nostalgici, il ritmo vitale di una città che si era ormai imposta come capitale della cultura occidentale attraverso lo sguardo sbieco di un artista consapevolmente posizionato ai margini della scena.
La mostra presenta una serie di lavori realizzati da Tony Conrad a partire dagli anni Sessanta e Settanta che indagano la dimensione urbana dello spazio pubblico e le interazioni che vi hanno luogo. Conrad si muove nella scena underground newyorkese e da lì osserva i movimenti delle masse metropolitane e registra le sue espressioni di dissenso, organizza rituali comunitari e decostruisce i meccanismi del cinema documentario. L’ambiguità del titolo, dissacrante e allo stesso tempo propositivo, nasce dall’approccio ambivalente dell’artista nei confronti delle strutture del potere e del loro perverso rapporto con i media. La valenza sessuale nasconde l’idea di un rapporto intimo e appassionato nei confronti della città, carico di un potenziale utopico oggi sempre più raro nel mondo dell’arte, unito però a una volontà sperimentale e dissacrante.
Autore di una produzione artistica complessa e articolata, Conrad da sempre cammina sul sottile filo che lega innovazione e provocazione, sviluppando ricerche di avanguardia nell’ambito della composizione musicale, del cinema sperimentale e della video arte. Nato a Concord (New Hampshire) nel 1940, arriva a New York all’inizio degli anni sessanta, dove partecipa alle esperienze più radicali della musica e del cinema indipendenti. In quegli anni è membro attivo - insieme a La Monte Young, John Cale, Angus MacLise, Maria Zazeela e altri – del Theatre of Eternal Music, gruppo che ha sviluppato le ricerche musicali di John Cage e Fluxus in senso minimalista producendo sonorità estese ed ipnotiche. Le loro speri- mentazioni, etichettate come dream music, si sviluppano grazie all’eliminazione della figura del compositore attraverso l’improvvisazione.
Se i contributi di Tony Conrad in ambito musicale sono noti e amati da un pubblico di appassionati, Farsi la città presenta una parte ancora poco conosciuta della sua ricerca artistica: film, video e lavori audio che esplorano il tema della comunità e della partecipazione, riflettendo sul ruolo degli apparati mediatici nella società contemporanea. Caleidoscopio di suoni, colori, e immagini, questa mostraci porta ‘virtualmente’ in un viaggio nella New York degli anni ‘70. Farsi la città restituisce, senza indugi nostalgici, il ritmo vitale di una città che si era ormai imposta come capitale della cultura occidentale attraverso lo sguardo sbieco di un artista consapevolmente posizionato ai margini della scena.
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