Ester Grossi. Fucinus Lacus
Dal 27 Novembre 2013 al 28 Dicembre 2014
Avezzano | L'Aquila
Luogo: L'Aia dei Musei Giovanni Bozzi
Indirizzo: via Nova
Orari: da martedì a venerdì 15-18; sabato e domenica 11-13/ 15-18
Enti promotori:
- Galleria Spazio Testoni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0863 1809821
E-Mail info: sofia.leocata@associazioneantiqua.it
Sito ufficiale: http://www.aiadeimusei.it
La mostra Fucinus Lacus nasce da un progetto che arriva da lontano, idealmente e geograficamente.
L’autrice delle opere, Ester Grossi, tra le più acclamate artiste della sua generazione, nasce a Luco dei Marsi e inizia la sua carriera artistica nel capoluogo emiliano.
Qui la distanza diventa per lei meditazione e si trasforma in voglia di conoscere la storia della sua terra d’origine: un patrimonio studiato a fondo da suo padre, Giuseppe Grossi. Come ha spiegato la pittrice, queste opere nascono dalla consapevolezza di provenire da una zona dell’Italia unica dal punto di vista archeologico e naturale, testimone di una trasformazione industriale, suscitata dalla grandiosa opera di prosciugamento del lago Fucino, alla quale ha saputo coniugare il ricordo delle suggestioni infantili, in cui la Marsica diventava una terra incantata, portatrice di un fascino ancestrale, scaturito da una natura brulla e selvaggia, la stessa che ha emozionato i viaggiatori tra Settecento e Ottocento.
La volontà di restituire la storia antica e moderna di questo luogo è stata preziosa fonte d’ispirazione, generando un percorso per immagini, che ricostruisce le tappe di una delle più grandi, e per certi versi devastanti, trasformazioni sociali e paesaggistiche della storia d’Italia.
Il Polo museale civico L’Aia dei Musei “Giovanni Bozzi” nasce dagli stessi presupposti, per volere dell’Amministrazione Comunale di Avezzano. Il progetto scientifico, curato dall’Associazione Culturale Antiqua, in collaborazione con alte personalità della cultura nazionale e internazionale, trae spunto dal desiderio di diffondere la conoscenza del ricco patrimonio storico-archeologico marsicano, con particolare attenzione al recupero della memoria collettiva e dell’identità territoriale, legata al prosciugamento del lago Fucino.
Dalla coincidenza di questi ideali nasce l’interessante collaborazione tra l’Associazione Antiqua e la Galleria Spazio Testoni, che ha permesso a Ester Grossi di allestire l’ultima tappa di questa esposizione in uno dei nuovi padiglioni de L’Aia dei Musei “G. Bozzi”, restaurati dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Una collocazione ideale, in quello che ad oggi è l’unico spazio dedicato alla memoria di una delle più grandi opere idrauliche ottocentesche: il prosciugamento del lago Fucino.
Il nucleo del progetto è stato presentato nell’ottobre 2012 per il Premio Cairo, presso il Museo della Permanente di Milano, prestigioso riconoscimento per l’arte contemporanea, in cui la pittrice è arrivata finalista. L’esposizione, ampliata e presentata a Bologna alla Galleria Spazio Testoni e curata da Alberto Mattia Martini, giunge oggi nella Marsica, terra d’origine dell’artista e luogo d’ispirazione per le opere.
L’impresa di Alessandro Torlonia, incarnazione degli ideali positivisti, in cui la violenza della natura è soggiogata dall’uomo e dalla scienza, non è solo un evento che ha inciso fortemente sul clima e, per conseguenza, sulla sopravvivenza di una straorinaria biodiversità, cancellata dalla scomparsa delle acque. Non è solo un imponente mutamento paesaggistico, che ha trasformato il più esteso lago carsico d’Italia in una vasta pianura agricola. È soprattutto un radicale cambiamento sociale, che ha trasformato pescatori in contadini, modificando, usi, costumi e perfino abitudini alimentari dei paesi disposti intorno all’alveo del lago, con importanti ripercussioni sull’intero territorio marsicano. Negli anni Sessanta, questa terra biologicamente sconvolta, devastata dai terremoti, trova anche una vocazione industriale, sulla scia del boom economico nazionale.
Fucinus Lacus racconta questa storia, sintetizzandola, con l’efficacia comunicativa di Ester Grossi in tre momenti: il prosciugamento, il passaggio a pianura agricola e la nascita Centro spaziale “Pietro Fanti”, rispettivamente collegati sul piano simbolico a tre elementi naturali, acqua, terra e aria. Tematica principale dell’esposizione è la percezione del paesaggio. Lo spazio uniforme e comune della massa d’acqua, che diventa, in seguito alla divisione della terra in appezzamenti, una superficie idealmente frammentata dalle regole della proprietà privata, è oggi sede della Telespazio, i cui satelliti proiettano la nostra percezione nell’aria, nell’universo, restituendo un’immagine del Fucino dall’alto che ci appare come un tessuto, quadrettato dalla varietà delle culture.
La prima serie di tele mostra il paesaggio lacustre, elaborato mediando incisioni di Piranesi e Lear, foto d’epoca, topografie di Fabretti e Brisse, con riferimenti storici e suggestioni cinematografiche. Se il tributo a Lear è evidente in Chiare fresche e dolci acque, nella tela Fucinus Lacus la dea Angizia, incantatrice di serpenti, che abitava il bosco di Lucus Angitiae, l’antica Luco dei Marsi, diventa in questa chiave la Signora Ceppo della nota serie televisiva Twin Peaks, mentre sul lato opposto troviamo Antonio Maria Radmilli, l’archeologo fautore del ritrovamento del cranio del’Uomo di Ortucchio.
La divisione delle terre emerse operata dal principe Alessandro Torlonia, viene riletta, nella seconda sezione della mostra, attraverso un’istallazione che riproduce lo spazio frammentato del Fucino: un patchwork di tele monocromatiche di varie dimensioni e tessiture, che rinviano alle colture della pianura, accompagnata da una proiezione, in cui le tessere del Tetris compongono di volta in volta la superficie blu del lago e l’odierna visione a pixel delle foto satellitari di Google Earth.
La percezione quadrettata della conca fucense conduce all’ultima serie di quadri, riferita alla nascita del Centro spaziale “Pietro Fanti”. Un excursus storico, che mostra il sopralluogo del presidente del Consiglio Aldo Moro, ne In visita, tornando ciclicamente al tema delle prime tele, con l’opera In posa tra cielo e terra, nella quale i personaggi ottocenteschi di In posa, diventano i membri dello staff Telespazio. Il racconto per immagini proposto nell’esposizione è narrato attraverso l’inconfondibile cifra stilistica di Ester Grossi. Debitore alla Pop Art americana, accostato dalla critica ad Alex Katz, arista ebreo russo nato a Brooklyn nel 1927, consi- derato uno dei più importanti pittori contemporanei, lo stile di Ester Grossi convince per la potenza comunicativa delle immagini, nelle quali si fondono ironia e sensibilità.
Se i paesaggi di Katz condotti con superfici di colore piatto, sono in grado di riportare il concetto di “Land-scape” al proprio significato originario di “Land-shape”, forma del paese, la pittura di Grossi fa di più, introducendo riferimenti storici, artistici e cinematografici, che fanno da volano per la com- prensione dell’opera. Slegata dalla sola percezione visiva, la tela diventa veicolo di significato. L’estrema precisione delle vivide campiture, il tratto nitido e pulito, che è stato avvicinato al rigore della computer grafica, resta il suo segno distintivo. Una sapienza da illustratore, altra attività dell’artista, che non rinuncia alla manualità del gesto. Da un punto di vista strettamente territoriale, non possiamo non riconoscere come queste opere si annoverino nella tradi- zione della grande pittura abruzzese, che da Michetti a Pati- ni, fino ad Alberto Di Fabio, ha scritto importanti pagine del- la storia dell’arte, non solo italiana.
Nata ad Avezzano (AQ) nel 1981. Diplomata in Moda, Design e Arredamento presso l’istituto d’arte “Vincenzo Bellisario”, nel 2008 ha conseguito la laurea specialistica in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale presso il DAMS di Bologna. Si dedica da anni alla pittura ed ha all’attivo diverse mostre in Italia e all’estero. Vincitrice del Premio Italian Factory 2010 e finalista del Premio Cairo 2012, nel 2011 è stata invitata alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Abruzzo). Come illustratrice ha realizzato manifesti per festival di cinema e musica (Imaginaria Film Festival, MIAMI-Musica Importante a Milano, Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto) e cover per album di band musicali (A Classic Education). Collabora frequentemente con musicisti per la realizzazione di mostre e installazioni pittorico-sonore.
L’autrice delle opere, Ester Grossi, tra le più acclamate artiste della sua generazione, nasce a Luco dei Marsi e inizia la sua carriera artistica nel capoluogo emiliano.
Qui la distanza diventa per lei meditazione e si trasforma in voglia di conoscere la storia della sua terra d’origine: un patrimonio studiato a fondo da suo padre, Giuseppe Grossi. Come ha spiegato la pittrice, queste opere nascono dalla consapevolezza di provenire da una zona dell’Italia unica dal punto di vista archeologico e naturale, testimone di una trasformazione industriale, suscitata dalla grandiosa opera di prosciugamento del lago Fucino, alla quale ha saputo coniugare il ricordo delle suggestioni infantili, in cui la Marsica diventava una terra incantata, portatrice di un fascino ancestrale, scaturito da una natura brulla e selvaggia, la stessa che ha emozionato i viaggiatori tra Settecento e Ottocento.
La volontà di restituire la storia antica e moderna di questo luogo è stata preziosa fonte d’ispirazione, generando un percorso per immagini, che ricostruisce le tappe di una delle più grandi, e per certi versi devastanti, trasformazioni sociali e paesaggistiche della storia d’Italia.
Il Polo museale civico L’Aia dei Musei “Giovanni Bozzi” nasce dagli stessi presupposti, per volere dell’Amministrazione Comunale di Avezzano. Il progetto scientifico, curato dall’Associazione Culturale Antiqua, in collaborazione con alte personalità della cultura nazionale e internazionale, trae spunto dal desiderio di diffondere la conoscenza del ricco patrimonio storico-archeologico marsicano, con particolare attenzione al recupero della memoria collettiva e dell’identità territoriale, legata al prosciugamento del lago Fucino.
Dalla coincidenza di questi ideali nasce l’interessante collaborazione tra l’Associazione Antiqua e la Galleria Spazio Testoni, che ha permesso a Ester Grossi di allestire l’ultima tappa di questa esposizione in uno dei nuovi padiglioni de L’Aia dei Musei “G. Bozzi”, restaurati dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Una collocazione ideale, in quello che ad oggi è l’unico spazio dedicato alla memoria di una delle più grandi opere idrauliche ottocentesche: il prosciugamento del lago Fucino.
Il nucleo del progetto è stato presentato nell’ottobre 2012 per il Premio Cairo, presso il Museo della Permanente di Milano, prestigioso riconoscimento per l’arte contemporanea, in cui la pittrice è arrivata finalista. L’esposizione, ampliata e presentata a Bologna alla Galleria Spazio Testoni e curata da Alberto Mattia Martini, giunge oggi nella Marsica, terra d’origine dell’artista e luogo d’ispirazione per le opere.
L’impresa di Alessandro Torlonia, incarnazione degli ideali positivisti, in cui la violenza della natura è soggiogata dall’uomo e dalla scienza, non è solo un evento che ha inciso fortemente sul clima e, per conseguenza, sulla sopravvivenza di una straorinaria biodiversità, cancellata dalla scomparsa delle acque. Non è solo un imponente mutamento paesaggistico, che ha trasformato il più esteso lago carsico d’Italia in una vasta pianura agricola. È soprattutto un radicale cambiamento sociale, che ha trasformato pescatori in contadini, modificando, usi, costumi e perfino abitudini alimentari dei paesi disposti intorno all’alveo del lago, con importanti ripercussioni sull’intero territorio marsicano. Negli anni Sessanta, questa terra biologicamente sconvolta, devastata dai terremoti, trova anche una vocazione industriale, sulla scia del boom economico nazionale.
Fucinus Lacus racconta questa storia, sintetizzandola, con l’efficacia comunicativa di Ester Grossi in tre momenti: il prosciugamento, il passaggio a pianura agricola e la nascita Centro spaziale “Pietro Fanti”, rispettivamente collegati sul piano simbolico a tre elementi naturali, acqua, terra e aria. Tematica principale dell’esposizione è la percezione del paesaggio. Lo spazio uniforme e comune della massa d’acqua, che diventa, in seguito alla divisione della terra in appezzamenti, una superficie idealmente frammentata dalle regole della proprietà privata, è oggi sede della Telespazio, i cui satelliti proiettano la nostra percezione nell’aria, nell’universo, restituendo un’immagine del Fucino dall’alto che ci appare come un tessuto, quadrettato dalla varietà delle culture.
La prima serie di tele mostra il paesaggio lacustre, elaborato mediando incisioni di Piranesi e Lear, foto d’epoca, topografie di Fabretti e Brisse, con riferimenti storici e suggestioni cinematografiche. Se il tributo a Lear è evidente in Chiare fresche e dolci acque, nella tela Fucinus Lacus la dea Angizia, incantatrice di serpenti, che abitava il bosco di Lucus Angitiae, l’antica Luco dei Marsi, diventa in questa chiave la Signora Ceppo della nota serie televisiva Twin Peaks, mentre sul lato opposto troviamo Antonio Maria Radmilli, l’archeologo fautore del ritrovamento del cranio del’Uomo di Ortucchio.
La divisione delle terre emerse operata dal principe Alessandro Torlonia, viene riletta, nella seconda sezione della mostra, attraverso un’istallazione che riproduce lo spazio frammentato del Fucino: un patchwork di tele monocromatiche di varie dimensioni e tessiture, che rinviano alle colture della pianura, accompagnata da una proiezione, in cui le tessere del Tetris compongono di volta in volta la superficie blu del lago e l’odierna visione a pixel delle foto satellitari di Google Earth.
La percezione quadrettata della conca fucense conduce all’ultima serie di quadri, riferita alla nascita del Centro spaziale “Pietro Fanti”. Un excursus storico, che mostra il sopralluogo del presidente del Consiglio Aldo Moro, ne In visita, tornando ciclicamente al tema delle prime tele, con l’opera In posa tra cielo e terra, nella quale i personaggi ottocenteschi di In posa, diventano i membri dello staff Telespazio. Il racconto per immagini proposto nell’esposizione è narrato attraverso l’inconfondibile cifra stilistica di Ester Grossi. Debitore alla Pop Art americana, accostato dalla critica ad Alex Katz, arista ebreo russo nato a Brooklyn nel 1927, consi- derato uno dei più importanti pittori contemporanei, lo stile di Ester Grossi convince per la potenza comunicativa delle immagini, nelle quali si fondono ironia e sensibilità.
Se i paesaggi di Katz condotti con superfici di colore piatto, sono in grado di riportare il concetto di “Land-scape” al proprio significato originario di “Land-shape”, forma del paese, la pittura di Grossi fa di più, introducendo riferimenti storici, artistici e cinematografici, che fanno da volano per la com- prensione dell’opera. Slegata dalla sola percezione visiva, la tela diventa veicolo di significato. L’estrema precisione delle vivide campiture, il tratto nitido e pulito, che è stato avvicinato al rigore della computer grafica, resta il suo segno distintivo. Una sapienza da illustratore, altra attività dell’artista, che non rinuncia alla manualità del gesto. Da un punto di vista strettamente territoriale, non possiamo non riconoscere come queste opere si annoverino nella tradi- zione della grande pittura abruzzese, che da Michetti a Pati- ni, fino ad Alberto Di Fabio, ha scritto importanti pagine del- la storia dell’arte, non solo italiana.
Nata ad Avezzano (AQ) nel 1981. Diplomata in Moda, Design e Arredamento presso l’istituto d’arte “Vincenzo Bellisario”, nel 2008 ha conseguito la laurea specialistica in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale presso il DAMS di Bologna. Si dedica da anni alla pittura ed ha all’attivo diverse mostre in Italia e all’estero. Vincitrice del Premio Italian Factory 2010 e finalista del Premio Cairo 2012, nel 2011 è stata invitata alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Abruzzo). Come illustratrice ha realizzato manifesti per festival di cinema e musica (Imaginaria Film Festival, MIAMI-Musica Importante a Milano, Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto) e cover per album di band musicali (A Classic Education). Collabora frequentemente con musicisti per la realizzazione di mostre e installazioni pittorico-sonore.
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