Sabrina D'Alessandro. Resurrezioni, Insurrezioni, Azioni 2009-2021
Dal 08 Ottobre 2021 al 20 Marzo 2022
La Spezia
Luogo: CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: Piazza Cesare Battisti 1
Orari: da martedì a domenica dalle 11.00 alle 18.00 (chiuso il lunedì, Natale, Capodanno)
Curatori: Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati
Costo del biglietto: intero euro 5, ridotto euro 4, ridotto speciale euro 3,50
Telefono per informazioni: +39 0187 727530
E-Mail info: camec@comune.sp.it
Sito ufficiale: http://camec.museilaspezia.it
L’8 ottobre il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia presenterà un inedito progetto espositivo dedicato a Sabrina D’Alessandro e al suo URPS - Ufficio Resurrezione Parole Smarrite. L’attività di questo Ufficio, fondato dall’artista nel 2009, consiste nel ricercare parole poco o per nulla usate e nel riportarle all’attenzione trasformate in opere d’arte visiva e performativa (video, sculture, installazioni, azioni), ma anche in libri e rubriche illustrate. Così il pluriennale lavoro di ricerca e divulgazione dell’artista milanese ha creato un nuovo connubio tra arte e lessicografia, contribuendo in modo sostanziale a ispirare anche l’interesse per il tema delle parole rare o in via di estinzione, oggi sempre più diffuso in ambito accademico, editoriale, mediatico.
La mostra ripercorre i momenti cardine del lavoro dell’artista dall’anno di fondazione dell’Ufficio Resurrezione a oggi e si articola negli spazi del piano 0 del Centro.
«La ricerca di Sabrina D’Alessandro – scrive Pietro Gaglianò, autore del testo critico in catalogo – scardina le partizioni disciplinari e mette in discussione le tassonomie del contemporaneo fino al punto che questo dérèglement diventa esso stesso forma. La declinazione della parola, e del suo ramificato portato simbolico, in formati tangibili sfocia in una serie di esiti che invece di chiudersi nella definitezza dell’opera si aprono per riverberare in molti altri mondi».
La sala 1 ospita l’installazione sonora Parole parlanti (2001-2021), attraverso cui Sabrina D’Alessandro restituisce ai vocaboli ritrovati il loro valore di opere d’arte. Seperoso, raplaplà, redamazione… parole preziose, incise in oro a caldo su tela rossa. La prima percezione è quella di un brusio generale, metafora dell’offuscamento e del graduale smarrimento delle parole nel mare magnum di un linguaggio in continua evoluzione; avvicinandosi a ciascuna parola, emerge poi la sua voce distinta: un motto, un aforisma, una poesia attraverso cui l’artista ne evoca e ne interpreta il senso. Il lavoro di Sabrina D’Alessandro gioca sempre fra domande e risposte che creano a loro volta cortocircuiti e nuove domande. Fino ad arrivare all’opera in marmo, acciaio e ottone in mezzo alla sala: il Farlingotto, «scultura poliglotta che insegna a tacere in 12 lingue» (2020, courtesy Museo d’arte per bambini | Santa Maria della Scala, Siena). Ancora, a parete, un quadro-archivio che contiene parole amate «benché non ancora resuscitate» (2010).
La sala 2 presenta opere basate sulla dimensione antropologica e psicologica, come i “ritratti della personalità” (2010-2016), macchine “psicomagiche” prodotte dal Sabrina D’Alessandro dopo aver vissuto per due giorni nella casa del soggetto ritratto e aver partecipato al suo quotidiano: ritratti dell’anima, in cui il processo relazionale diventa parte integrante dell’opera. È poi allestita la XVI tappa del Terriculoso Censimento Peculiare, installazione itinerante che invita il pubblico a scegliere «la parola del passato che esprime il difetto umano più diffuso nel presente». L’installazione, portata dall’artista in varie città europee, ma anche tra i detenuti di un carcere e i frati di un monastero, è accompagnata da un video documentale e dalle Computazioni, che traducono i risultati del Censimento in opere cromatiche. Chiude la sala l’installazione inedita Redamare, ovvero amare ed essere amati. Parola con cui D’Alessandro ha composto il gioco della campana, «un invito a percorrerne lo schema sillabando il verbo, e a farlo proprio attraverso la dimensione ludica».
La sala 3 presenta una panoramica delle opere video di Sabrina D’Alessandro, dalle poetiche video-parole (2010-2013), «frammenti di bellezza» ripresi per caso e poi associati a una parola, ai binomi linguistici mimati dalla Divisione Mutoparlante (2015), passando per le poliglotte Parole al balcone (allestite a Suzzara nel 2018 e declamate da una banda musicale) e la visionaria Guizzìpeda: gara podistico-linguistica (2021) in cui i corridori hanno dato il loro fiato e le loro gambe alle parole del respiro. Fino alla parola antichissima e modernissima ritrovata durante la quarantena del 2020, Affatato: invulnerabile… per incantamento.
Il Dipartimento educativo del Centro inoltre attraverso l’ultimo volume di Sabrina D’Alessandro Accendipensieri – edito da Rizzoli nel 2021 e rivolto all’infanzia – ha progettato dei percorsi dedicati alla sensibilizzazione della lingua italiana rivolti alle scuole primarie.
Nel corso della mostra sarà presentato il catalogo, corredato da un testo critico di Pietro Gaglianò e da un ricco apparato iconografico.
Il lavoro di Sabrina D’Alessandro (Milano 1975) esplora il rapporto tra parola e immaginario, combinando arte e linguistica. Nel 2009 fonda l’URPS (Ufficio Resurrezione Parole Smarrite): “Ente preposto al recupero di parole smarrite benché utilissime alla vita sulla Terra”. Il suo lavoro, segnalato dall’Enciclopedia Treccani, è stato esposto in luoghi pubblici e privati dell’arte e della cultura in Italia e all’estero ed edito, tra gli altri, da Rizzoli (Accendipensieri, 2021 e Il Libro delle Parole Altrimenti Smarrite, 2011), la Domenica del Sole24Ore (Dipartimento Parole Imparavolate, 2016-2017), Sky Arte (Divisione Mutoparlante, 2016). Nel 2018 il 50º Premio Suzzara premia e produce le sue opere d’arte pubblica Parole al balcone e Fannònnola. Dal 2016 porta avanti un censimento sui difetti umani in forma di installazione itinerante, ospitata da varie città italiane ed europee tra cui San Pietroburgo in occasione della XVI Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. Nel 2020 due sue opere entrano a far parte della Collezione Farnesina e il portale Treccani dedica uno speciale al lavoro dell’Ufficio Resurrezione analizzandone i vari campi d’azione (dalla ricerca lessicografica alla messa in scena delle parole attraverso opere d’arte visiva e performance, dai prodotti editoriali ai progetti didattici in collaborazione con scuole e musei). Per approfondimenti: http://sabrinadalessandro.com, www.ufficioresurrezione.com
La mostra ripercorre i momenti cardine del lavoro dell’artista dall’anno di fondazione dell’Ufficio Resurrezione a oggi e si articola negli spazi del piano 0 del Centro.
«La ricerca di Sabrina D’Alessandro – scrive Pietro Gaglianò, autore del testo critico in catalogo – scardina le partizioni disciplinari e mette in discussione le tassonomie del contemporaneo fino al punto che questo dérèglement diventa esso stesso forma. La declinazione della parola, e del suo ramificato portato simbolico, in formati tangibili sfocia in una serie di esiti che invece di chiudersi nella definitezza dell’opera si aprono per riverberare in molti altri mondi».
La sala 1 ospita l’installazione sonora Parole parlanti (2001-2021), attraverso cui Sabrina D’Alessandro restituisce ai vocaboli ritrovati il loro valore di opere d’arte. Seperoso, raplaplà, redamazione… parole preziose, incise in oro a caldo su tela rossa. La prima percezione è quella di un brusio generale, metafora dell’offuscamento e del graduale smarrimento delle parole nel mare magnum di un linguaggio in continua evoluzione; avvicinandosi a ciascuna parola, emerge poi la sua voce distinta: un motto, un aforisma, una poesia attraverso cui l’artista ne evoca e ne interpreta il senso. Il lavoro di Sabrina D’Alessandro gioca sempre fra domande e risposte che creano a loro volta cortocircuiti e nuove domande. Fino ad arrivare all’opera in marmo, acciaio e ottone in mezzo alla sala: il Farlingotto, «scultura poliglotta che insegna a tacere in 12 lingue» (2020, courtesy Museo d’arte per bambini | Santa Maria della Scala, Siena). Ancora, a parete, un quadro-archivio che contiene parole amate «benché non ancora resuscitate» (2010).
La sala 2 presenta opere basate sulla dimensione antropologica e psicologica, come i “ritratti della personalità” (2010-2016), macchine “psicomagiche” prodotte dal Sabrina D’Alessandro dopo aver vissuto per due giorni nella casa del soggetto ritratto e aver partecipato al suo quotidiano: ritratti dell’anima, in cui il processo relazionale diventa parte integrante dell’opera. È poi allestita la XVI tappa del Terriculoso Censimento Peculiare, installazione itinerante che invita il pubblico a scegliere «la parola del passato che esprime il difetto umano più diffuso nel presente». L’installazione, portata dall’artista in varie città europee, ma anche tra i detenuti di un carcere e i frati di un monastero, è accompagnata da un video documentale e dalle Computazioni, che traducono i risultati del Censimento in opere cromatiche. Chiude la sala l’installazione inedita Redamare, ovvero amare ed essere amati. Parola con cui D’Alessandro ha composto il gioco della campana, «un invito a percorrerne lo schema sillabando il verbo, e a farlo proprio attraverso la dimensione ludica».
La sala 3 presenta una panoramica delle opere video di Sabrina D’Alessandro, dalle poetiche video-parole (2010-2013), «frammenti di bellezza» ripresi per caso e poi associati a una parola, ai binomi linguistici mimati dalla Divisione Mutoparlante (2015), passando per le poliglotte Parole al balcone (allestite a Suzzara nel 2018 e declamate da una banda musicale) e la visionaria Guizzìpeda: gara podistico-linguistica (2021) in cui i corridori hanno dato il loro fiato e le loro gambe alle parole del respiro. Fino alla parola antichissima e modernissima ritrovata durante la quarantena del 2020, Affatato: invulnerabile… per incantamento.
Il Dipartimento educativo del Centro inoltre attraverso l’ultimo volume di Sabrina D’Alessandro Accendipensieri – edito da Rizzoli nel 2021 e rivolto all’infanzia – ha progettato dei percorsi dedicati alla sensibilizzazione della lingua italiana rivolti alle scuole primarie.
Nel corso della mostra sarà presentato il catalogo, corredato da un testo critico di Pietro Gaglianò e da un ricco apparato iconografico.
Il lavoro di Sabrina D’Alessandro (Milano 1975) esplora il rapporto tra parola e immaginario, combinando arte e linguistica. Nel 2009 fonda l’URPS (Ufficio Resurrezione Parole Smarrite): “Ente preposto al recupero di parole smarrite benché utilissime alla vita sulla Terra”. Il suo lavoro, segnalato dall’Enciclopedia Treccani, è stato esposto in luoghi pubblici e privati dell’arte e della cultura in Italia e all’estero ed edito, tra gli altri, da Rizzoli (Accendipensieri, 2021 e Il Libro delle Parole Altrimenti Smarrite, 2011), la Domenica del Sole24Ore (Dipartimento Parole Imparavolate, 2016-2017), Sky Arte (Divisione Mutoparlante, 2016). Nel 2018 il 50º Premio Suzzara premia e produce le sue opere d’arte pubblica Parole al balcone e Fannònnola. Dal 2016 porta avanti un censimento sui difetti umani in forma di installazione itinerante, ospitata da varie città italiane ed europee tra cui San Pietroburgo in occasione della XVI Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. Nel 2020 due sue opere entrano a far parte della Collezione Farnesina e il portale Treccani dedica uno speciale al lavoro dell’Ufficio Resurrezione analizzandone i vari campi d’azione (dalla ricerca lessicografica alla messa in scena delle parole attraverso opere d’arte visiva e performance, dai prodotti editoriali ai progetti didattici in collaborazione con scuole e musei). Per approfondimenti: http://sabrinadalessandro.com, www.ufficioresurrezione.com
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