Mostra Internazionale sulle Torture Medievali

 

Dal 11 Luglio 2015 al 10 Gennaio 2016

Lecce

Luogo: Castello Carlo V

Indirizzo: via XXV Luglio

Orari: 9:30-21

Enti promotori:

  • Comune di Lecce

Costo del biglietto: € 6

Telefono per informazioni: +39 0832 256997

E-Mail info: info@comune.lecce.it

Sito ufficiale: http://www.comune.lecce.it


Le sale espositive del Castello Carlo V di Lecce ospiteranno dal 11 Luglio 2015 al 10 Gennaio 2016 la mostra sugli antichi strumenti di tortura medievali dal titolo “Mostra Internazionale sulle Torture Medievali ”. 

La mostra, promossa dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese - Theutra, Oasimed e Novamusa - e patrocinata dal comune di Lecce, è stata ospitata in varie nazioni tra le quali Spagna,Portogallo e Malesia e visitata da più di un milione di persone. 
Attraverso fedeli ricostruzioni di strumenti di tortura, utilizzati nell’epoca medievale ed anche nei processi Inquisitori, si esaminano i motivi ed i mezzi con i quali per secoli l’uomo ha inflitto torture ad altri uomini. Perfetta è l’ambientazione nel Castello Carlo V che ricrea un’atmosfera adeguata all’intera esposizione. 

In mostra oltre cinquanta strumenti di dolore e morte, dalla sedia inquisitoria alla garrota, dalla “Veglia” o culla di Giuda, alla botte chiodata usata per uccidere Attilio Regolo, per arrivare a strumenti meno conosciuti. 

Leggii ed illustrazioni tratte da antichi disegni racconteranno nel dettaglio l'utilizzo degli strumenti nel tempo, dal medioevo fino ai giorni nostri, esaminandone i motivi e il contesto storico. 

La mostra intende far riflettere lo spettatore e sensibilizzare l'opinione pubblica sulle atrocità delle torture e la violazione dei diritti umani in un momento in cui queste tematiche tornano tristemente agli onori della cronaca quotidiana. Un invito a ricordare per non dimenticare 

Cesare Beccaria, nel pieno ‘700 illuminista, così si esprimeva nel suo “Dei Delitti e delle Pene” : “Parmi assurdo che le leggi che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettono uno esse medesime e per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinano un pubblico assassinio”. 

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