Luciano Rossi. Messaggeri dei Sogni

Dipinto di Luciano Rossi
Dal 13 Luglio 2024 al 26 Luglio 2024
Piombino | Livorno
Luogo: Castello di Populonia
Indirizzo: Via S. Giovanni 11
Orari: 10-13 / 17-23
Telefono per informazioni: +39 329 3765032
E-Mail info: ascka@tiscali.it
Ritorna la tensione spettacolare fra astrazione visionaria e figurazione familiare, fra geometrie dell’infinito e tracce antropologiche dell’apparente finito.
I blu profondamente acquorei, i caldi infuocati e le terre arse, la mistica di un paesaggio eternamente conteso fra la terra e il mare, nel nuovo linguaggio proto-concettuale di Luciano Rossi, torna a tingere di pittura narrante e simbolica, una sede che, di quelle stesse tavole, è spesso la protagonista: Populonia e il suo castello dominante il Golfo di Baratti, nei territori più spettacolari di Piombino (LI).
Di scena è la mostra personale di pittura “Messaggeri dei Sogni”. Nella storica Sala Gasparri, dal 13 al 26 luglio 2024 (inaugurazione sabato 13 luglio, ore 18), un viaggio visivo al ritmo della luce impressionista, del pathos intrinsecamente espressionista, del progressivo rigore dell’astrazione perturbato da informali moti “periferici”, in lavori che vanno da grandi e immersivi formati fino ai più piccoli “ritagli”, dove Luciano Rossi rompe le logiche degli stessi influssi della sua pittura, per lasciarsi guidare da quella che definisce “la magia ed il mistero insiti nella natura”.
È il territorio prossimo, costellato di boschi o alberi solitari, case coloniche, baluardi collinari, rocche e scogliere fino alle prospettive del mare, il tutto “rivisitato e irreale”, come definisce l’essenza del suo stile, a suggerire che proprio dall’incontro millenario tra storia e natura di quelle stesse “ambientazioni”, scaturisca quel senso intimistico ed accogliente che le temperature cromatiche strappano allo scorrere, in orizzontale, ed al precipitare, in verticale, dello spazio-tempo.
E lo scatto simbolico sembra scaturire da un'unica sintesi di modernità e storia, ma anche di calma e di tumulti dell’anima. Una ricerca che raccorda l’uomo al suo ambiente nella comune fatica e gioia di “resistere” al trascorrere del tempo, nella transitorietà ricorsiva dello spazio, sui piani misteriosi dell’infinito.
Classe 1961, pittore, incisore e scultore, Luciano Rossi è artista originario di Piombino, attualmente residente nella cittadina di Riotorto, dove ha sede anche il suo studio-atelier. Diplomato presso il liceo artistico “Pietro Aldi” di Grosseto, si dedica da molti anni ai percorsi di una ricerca visiva originale, consacrata alla forza pittorica raccordata a tendenziali essenzialità compositive. Uno stile che incontra l’apprezzamento di un pubblico sia locale che nazionale ed internazionale, e con cui è intervenuto su etichette di vini e spumanti.
I blu profondamente acquorei, i caldi infuocati e le terre arse, la mistica di un paesaggio eternamente conteso fra la terra e il mare, nel nuovo linguaggio proto-concettuale di Luciano Rossi, torna a tingere di pittura narrante e simbolica, una sede che, di quelle stesse tavole, è spesso la protagonista: Populonia e il suo castello dominante il Golfo di Baratti, nei territori più spettacolari di Piombino (LI).
Di scena è la mostra personale di pittura “Messaggeri dei Sogni”. Nella storica Sala Gasparri, dal 13 al 26 luglio 2024 (inaugurazione sabato 13 luglio, ore 18), un viaggio visivo al ritmo della luce impressionista, del pathos intrinsecamente espressionista, del progressivo rigore dell’astrazione perturbato da informali moti “periferici”, in lavori che vanno da grandi e immersivi formati fino ai più piccoli “ritagli”, dove Luciano Rossi rompe le logiche degli stessi influssi della sua pittura, per lasciarsi guidare da quella che definisce “la magia ed il mistero insiti nella natura”.
È il territorio prossimo, costellato di boschi o alberi solitari, case coloniche, baluardi collinari, rocche e scogliere fino alle prospettive del mare, il tutto “rivisitato e irreale”, come definisce l’essenza del suo stile, a suggerire che proprio dall’incontro millenario tra storia e natura di quelle stesse “ambientazioni”, scaturisca quel senso intimistico ed accogliente che le temperature cromatiche strappano allo scorrere, in orizzontale, ed al precipitare, in verticale, dello spazio-tempo.
E lo scatto simbolico sembra scaturire da un'unica sintesi di modernità e storia, ma anche di calma e di tumulti dell’anima. Una ricerca che raccorda l’uomo al suo ambiente nella comune fatica e gioia di “resistere” al trascorrere del tempo, nella transitorietà ricorsiva dello spazio, sui piani misteriosi dell’infinito.
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