Vincenzo Vicari fotografo. Il Ticino che cambia

© Vincenzo Vicari

 

Dal 29 Agosto 2020 al 10 Gennaio 2021

Lugano |

Luogo: MASI Palazzo Reali

Indirizzo: via Canova 10

Orari: Ma – Do: 10:00 – 18:00. Primo giovedì del mese 10:00 – 20:00. Ultimo ingresso: le casse MASI chiudono al pubblico 15' minuti prima della chiusura del museo

Curatori: Damiano Robbiani

Costo del biglietto: Intero: CHF 8.- / ridotto e gruppi: CHF 6.- / Ticino Ticket e IoInsegno CHF 5.50. Gratuito ≤ 16 anni, 18enni Città di Lugano

Telefono per informazioni: +41 (0)91 815 79 73

E-Mail info: info@masilugano.ch

Sito ufficiale: http://www.masilugano.ch/



Dal 29 agosto il Museo d’arte della Svizzera italiana dedica una mostra monografica al fotografo ticinese Vincenzo Vicari, attivo a Lugano dal 1936. La mostra consente di ripercorrere la carriera dell'artista, che per oltre sessant’anni ha documentato la trasformazione del territorio ticinese e dei suoi abitanti.

Il Ticino di Vicari è alla ricerca della propria identità e sfugge dalle parvenze idilliache, “da cartolina”, della propaganda turistica, ma anche da quelle del progresso tecnico e del successo economico. Il suo sguardo senza censure si focalizza su quegli anni che hanno segnato il passaggio dal mondo rurale del primo dopoguerra al Ticino urbanizzato degli anni Ottanta, e ne riporta la continua ricerca identitaria. I suoi scatti non sono né celebrativi né estetizzanti, documentano invece con solidità e tecnica, e spesso con lieve ironia, “Il Ticino che cambia” e quello che, al contrario, rimane immutato.

Il percorso espositivo si compone di 100 scatti in bianco e nero e a colori, tra stampe originali e riproduzioni da negativi, in gran parte inediti o poco conosciuti. La mostra si inserisce in un progetto di valorizzazione più ampio coordinato dalla Divisione cultura della Città di Lugano e curato da Damiano Robbiani, coinvolgendo diverse istituzioni nelle loro sedi – tra queste il MASI.

Le immagini selezionate per la mostra trovano nell’eterogeneità della produzione di Vincenzo Vicari il loro punto di forza. La varietà dei soggetti, la quantità degli scatti e il numero dei committenti rispecchiano un’avventura umana e professionale che copre decenni cruciali per la storia del Cantone, aiutandoci a meglio comprenderla e, per chi ha avuto la fortuna di esserne testimone diretto, ricordarla.

Le mostre sono accompagnate da un volume monografico dal titolo Vincenzo Vicari fotografo. Il Ticino che cambia, pubblicato in coedizione con le Edizioni Casagrande di Bellinzona e con la casa editrice zurighese Scheidegger&Spiess. Il catalogo, a cura di Damiano Robbiani include saggi di Antonio Mariotti, Damiano Robbiani, Gianmarco Talamona e Nelly Valsangiacomo.

Vincenzo Vicari nasce il 19 aprile 1911 a Lugano. Nella casa di famiglia in Viale Carlo Cattaneo 9, proprio in quegli anni, si susseguono ben quattro studi fotografici: l’atelier Elios di Alois G. Grill (1910-11), lo studio dei fratelli Arnaboldi (1911-15), Fotografia Iris di Fausto Bernasconi (1915-20) e infine lo studio di Otto Albeck e Herbert Rüedi. Vicari cresce dunque accanto ai fotografi e sviluppa una certa familiarità con il mondo della fotografia. Da Frieda Rüedi, moglie di Herbert, nel 1936 Vicari rileva lo studio fotografico dove aveva svolto il periodo di apprendistato, prima di perfezionarsi a Interlaken (da Josef Stump), a Zurigo (da Ernst Gugger) e a Locarno, dove lavora tre anni per la Photo-House Steinemann. Ottenuto il diploma di maestro fotografo al Politecnico federale di Zurigo nel 1939, entra nel servizio attivo come sergente fotografo nella Compagnia aviazione 10. Durante la guerra scatta le prime vedute aeree di Lugano e gira numerosi film documentaristici premiati. Insegnante alla scuola per apprendisti fotografi di Trevano tra il 1945 e il 1962, allo storico studio di Viale Carlo Cattaneo, nel 1954 ne affianca un secondo in Via Massimiliano Magatti, dotato dal 1958 di un reparto di ottica. Nel 1978 apre un ulteriore negozio di fotografia e ottica presso l’autosilo di Via Serafino Balestra. Nove anni dopo, nel 1987 cessa ufficialmente l’attività fotografica.

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