Riccardo Licata. E la pittura a Venezia nel Dopoguerra
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Riccardo Licata. E la pittura a Venezia nel Dopoguerra, Palazzo Te, Mantova
Dal 03 Settembre 2014 al 10 Dicembre 2014
Mantova
Luogo: Palazzo Te
Indirizzo: viale Te 13
Orari: lunedì 13-18; da martedì a domenica 9-18
Curatori: Giovanni Granzotto
Costo del biglietto: intero € 9, ridotto € 6
Telefono per informazioni: +39 0376 323266
E-Mail info: segreteria@centropalazzote.it
Sito ufficiale: http://www.centropalazzote.it
La musica come guida, il mosaico come sintesi, la versatilità come strumento: il Movimento Spaziale è una testimonianza vivida della creatività italiana del Dopoguerra e le opere di Riccardo Licata ne sono l'emblema più caleidoscopico. A pochi mesi dalla scomparsa dell'artista, avvenuta a Venezia lo scorso 19 febbraio, nasce così la mostra “Licata e la pittura a Venezia nel Dopoguerra” che si terrà dal 3 settembre al 10 dicembre nella cornice di Palazzo Te a Mantova. La prima occasione per riflettere sul lascito artistico di Riccardo Licata. La mostra, curata dal prof. Giovanni Granzotto, è stata realizzata da Il Cigno GG Edizioni e lo Studio GR con il patrocinio del Comune di Mantova e dell'Assessorato alla Cultura. Una rassegna unica, sponsorizzata dal Gruppo Euromobil, che si terrà presso l' “Ala Napoleonica”, il padiglione ottocentesco del Palazzo Te: l'inaugurazione sarà alle ore 18.30 del 3 settembre presso il palazzo mantovano.
Una mostra quindi che mette in luce l'alchimia colorata degli artisti che si legano al pittore torinese e che ne tracciano la cornice e il contesto realizzativo. “Licata e la pittura a Venezia nel Dopoguerra” apre con i quadri di Bruno Saetti, così lontani dalle avanguardie e così vicini al realismo espressionista con le sue tele sulle nature morte. Ci sono le opere di Virginio Guidi, Mario Deluigi, Luciano Gaspari, Edmondo Bacci e di altri artisti a riportare l'attenzione del visitatore sul Movimento Spaziale. Seguono i dipinti dei riferimenti più vicini all'espressione concettuale di Licata come quelli di Giuseppe Santomaso e alle opere di rivali dell'autore di origini siciliane come quelle di Emilio Vedova: un percorso ideale per descrivere il vissuto artistico che ha forgiato l'humus creativo di Riccardo Licata. Alle opere del grande spazialista è dedicata la seconda parte del percorso espositivo della mostra mantovana, con dipinti realizzati con tempera, olio e acrilico su tela e quindi un mosaico che illumina i segni e i codici di Licata, ricchi di illusioni grafiche e codici espressivi.
Una mostra quindi che mette in luce l'alchimia colorata degli artisti che si legano al pittore torinese e che ne tracciano la cornice e il contesto realizzativo. “Licata e la pittura a Venezia nel Dopoguerra” apre con i quadri di Bruno Saetti, così lontani dalle avanguardie e così vicini al realismo espressionista con le sue tele sulle nature morte. Ci sono le opere di Virginio Guidi, Mario Deluigi, Luciano Gaspari, Edmondo Bacci e di altri artisti a riportare l'attenzione del visitatore sul Movimento Spaziale. Seguono i dipinti dei riferimenti più vicini all'espressione concettuale di Licata come quelli di Giuseppe Santomaso e alle opere di rivali dell'autore di origini siciliane come quelle di Emilio Vedova: un percorso ideale per descrivere il vissuto artistico che ha forgiato l'humus creativo di Riccardo Licata. Alle opere del grande spazialista è dedicata la seconda parte del percorso espositivo della mostra mantovana, con dipinti realizzati con tempera, olio e acrilico su tela e quindi un mosaico che illumina i segni e i codici di Licata, ricchi di illusioni grafiche e codici espressivi.
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