Storie di fabbriche. Storie di famiglie. FRATELLI TOSO

Dal 12 July 2025 al 24 November 2025
Venezia
Luogo: Museo del Vetro
Indirizzo: Fondamenta Marco Giustinian 8
Orari: Dal 01 aprile al 31 ottobre: 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00) Dal 01 novembre al 31 marzo: 10.00 – 17.00 (ultimo ingresso ore 16.00) Le operazioni di chiusura del museo iniziano 20 minuti prima dell’orario indicato
Curatori: Chiara Squarcina e Caterina Toso
Costo del biglietto: Intero 10 euro, Ridotto 7,50 euro Gratuito Residenti e nati nel Comune di Venezia; bambini da 0 a 5 anni; persone con disabilità e accompagnatore; Guide turistiche abilitate in Italia che accompagnino gruppi o visitatori individuali; docenti accompagnatori di gruppi scolastici, fino ad un massimo di 2 per gruppo; membri ICOM; volontari Servizio Civile del Comune di Venezia; partner ordinari MUVE; possessori MUVE Friend Card; soci dell’associazione “Amici dei Musei e Monumenti Veneziani”
Telefono per informazioni: +39 041 2434914
Sito ufficiale: http://museovetro.visitmuve.it
Fratelli Toso. Storie di fabbriche. Storie di famiglie, a cura di Chiara Squarcina e Caterina Toso, rappresenta il nuovo capitolo che il Museo del Vetro dedica alla riscoperta e valorizzazione delle grandi famiglie muranesi del vetro, che hanno saputo unire arte, impresa e innovazione proseguendo il racconto avviato con Cento anni di NasonMoretti. Storia di una famiglia del vetro muranese (2023–2024) e Donazione Carlo e Giovanni Moretti 1958–2013 (2024–2025).
Oltre 250 pezzi in mostra per ripercorrere la straordinaria vicenda artistica e imprenditoriale della storica vetreria Fratelli Toso: fondata nel 1854, fu la prima fornace artistica ad avviarsi nuovamente dopo la lunga e grave crisi che aveva colpito l’isola nel primo Ottocento - nei decenni tra la caduta della Serenissima e la dominazione asburgica - e attiva sull’isola di Murano fino agli anni Ottanta. Un’impresa familiare che ha attraversato epoche e stili, lasciando un segno indelebile nella storia del vetro artistico.
Questa mostra nasce da un percorso che affonda profondamente le sue radici nella storia della mia famiglia, e in particolare nell’archivio Fratelli Toso, custodito e tramandato di generazione in generazione. Oggi, curando questa mostra, riparto dal rigore della ricerca per trasformarlo in racconto visivo, affiancando a questa preziosa eredità nuove chiavi interpretative, approfondimenti e storie ancora inedite, in un dialogo continuo tra passato e presente Caterina Toso, co curatrice della mostra
Profondamente radicata nel territorio e già attiva da generazioni nel settore, poco dopo la metà del XIX secolo, la famiglia Toso raccoglie l’eredità spezzata della tradizione muranese e inaugura un nuovo percorso: l’attività iniziale della fornace si basa, principalmente, sulla replica e sull’imitazione degli stili dei secoli precedenti, rievocando i fasti del Rinascimento e del Barocco, sulla scia del diffuso spirito revivalistico dell’arte di fine Ottocento.
La prima partecipazione pubblica di rilievo della fornace, nel 1864, è in occasione della Prima Esposizione Vetraria Muranese, allestita proprio al Museo del Vetro di Murano, lo stesso che oggi ospita questa mostra. Per quell’occasione la fornace realizza un monumentale lampadario — oggi parte delle collezioni del museo — simbolo della volontà di riaffermare l’eccellenza muranese attraverso opere di grande impatto formale e tecnico. Vince l’unica medaglia d’oro assegnata e riceve un diploma d’onore.
Fino alla Prima guerra mondiale, la produzione si concentra su modelli in Stile Antico e Stile Moderno, e sulle celebri serie Fenicio e Floreali, senza dimenticare le collaborazioni con artisti internazionali come Hans Stoltenberg Lerche, appassionato di arti applicate e profondamente influenzato dallo spirito dell’Art Nouveau nordico. Con l’inizio degli anni Venti si apre una fase segnata da un’estetica più sobria e sofisticata: vetri soffiati leggeri, essenziali nelle forme e raffinati nelle decorazioni, in sintonia con il gusto déco allora emergente. Tra questi spiccano alcuni modelli disegnati da Guido Cadorin e, nel decennio successivo, da Vittorio Zecchin che realizza per la Fratelli Toso i calici sottilissimi, caratterizzati da steli allungati e minuscole foglie stilizzate applicate ai lati, presentati alla XXI Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel 1938.
La fornace è presente anche alla Biennale successiva, quella del 1940, con una serie di oggetti soffiati dalle forme naturalistiche che colpiscono per la loro leggerezza estrema e il forte impatto poetico, testimoniando la continua ricerca di equilibrio tra natura, forma e trasparenza.
Nel frattempo, intorno al 1930, entrano a far parte della produzione anche vetri meno eterei e più materici, come i pulegosi, gli incamiciati e le paste vitree mentre, parallelamente, torna a intensificarsi la sperimentazione sul tema della murrina, che evolve oltre la consueta ricerca di ordine e simmetria. Tra i risultati più originali si distinguono i Mutras e i Marmorini, nuove tipologie che rompono volutamente con la composizione tradizionale per esplorare effetti scultorei, accostamenti irregolari e stratificazioni cromatiche di forte impatto visivo.
Negli anni del dopoguerra, con la direzione artistica di Ermanno Toso, la vetreria rinnova la tecnica della murrina in chiave moderna, creando opere di grande forza espressiva. Accanto a lui, Pollio Perelda, con il suo linguaggio pittorico, e Rosanna Toso, unica donna in ruoli dirigenziali nella storia della ditta, firmano pezzi eleganti e contemporanei, capaci di interpretare anche il minimalismo degli anni Settanta.
A partire dagli anni Sessanta, con Giusto e Renato Toso, la produzione si apre al design per l’arredo e l’illuminazione, con largo impiego di vetro cristallo e monocromatico, trasformando gli oggetti in vere e proprie sculture di luce.
Questa mostra si inserisce all’interno di un programma scientifico dedicato allo studio e alla valorizzazione delle principali dinastie muranesi del vetro. Attraverso una lettura storico-critica dei patrimoni materiali e immateriali conservati, il museo intende restituire la complessità culturale e produttiva di realtà che hanno segnato profondamente l’identità di Murano. La Fratelli Toso è un caso emblematico: una manifattura che, nel corso di oltre un secolo e mezzo, ha saputo coniugare innovazione tecnica, progettualità formale e continuità familiare, contribuendo in modo significativo alla storia del vetro contemporaneo Chiara Squarcina, Direttrice Scientifica di Fondazione Musei Civici di Venezia e responsabile del Museo del Vetro di Murano.
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