Dal 12 luglio al via le visite guidate gratuite
Un cantiere aperto e scoperte inattese: la Crypta Balbi torna al pubblico

Capitello corinzio di lesena, età augustea, marmo bianco | Foto: Samantha De Martin per Arte.it 2025
Samantha De Martin
09/07/2025
Roma - La testa di una donna, la carnagione di marmo, le labbra carnose, impercettibili tracce di colore, sembra seguire con i suoi grandi occhi il passaggio dei visitatori che tornano a varcare i cancelli della Crypta Balbi.
Di fronte a lei, un raffinato capitello corinzio di lesena di età augustea, utilizzato in fase tardo antica per ricoprire addirittura una fogna, affianca i resti di un bothros, una fossa votiva che ha restituito corna di ovini e vitelli e ceramica del II secolo a.C.
Ci sono anche due teste barbate e una piccola figura femminile stante con chitone leggero e himation a ricoprire tutto il corpo e ancora una statuetta acefala identificabile con il dio Pan.
Sono i silenziosi ospiti protagonisti del nuovo percorso di visita Crypta Balbi, cantiere aperto, a cura di Edith Gabrielli e Antonella Ferraro, pensato per rendere il pubblico partecipe dei lavori in corso in questo scrigno in cui si intrecciano oltre duemila anni di storia urbana.
Finalmente i visitatori che passeranno di fronte all’ingresso della Crypta, una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano, non dovranno più limitarsi a curiosare dietro porte e cancelli sbarrati.
Le visite ogni sabato a partire dal 12 luglio
Ogni sabato, a partire dal 12 luglio, su prenotazione, alle 10.30 e alle 12, si svolgeranno le visite guidate gratuite al cantiere di scavo, accompagnati dal personale del Museo Nazionale Romano. Il percorso inizierà da via delle Botteghe Oscure per proseguire al primo piano nel cosiddetto Dormitorio Barberiniano, parte del complesso di Santa Caterina de’Funari, e sarà supportato da un interessante video realizzato per il Museo da Light History s.r.l. con la regia di Mary Mirka Milo. Un viaggio nella storia millenaria del sito e tra le ultime scoperte dello scavo in compagnia di due specialisti come Daniele Manacorda e Federico Marazzi, del personale del Museo, dell’archeologa Antonella Ferraro, direttrice scientifica dello scavo, dell’architetto Saveria Petillo, coordinatrice del progetto architettonico, delle restauratrici Debora Papetti e Fabiana Cozzolino.
(Per informazioni e prenotazioni: https://museonazionaleromano.beniculturali.it/crypta-balbi-cantiere-aperto).

Testa femminile, I sec a. C - I sec d. C., marmo bianco | Foto: Samantha De Martin per Arte.it 2025
I reperti esposti sono solo alcuni dei ritrovamenti presenti nelle 15 mila cassette di materiale di scavo maneggiato dagli archeologi nel corso degli anni nell'area della Crypta Balbi.
La loro presenza è strettamente connessa all’area di questo luogo, unico al mondo per la sua eccezionale stratificazione urbana, compreso tra le attuali via delle Botteghe Oscure, via Michelangelo Caetani, via dei Delfini e via dei Polacchi, un caso unico nel panorama internazionale.
Inaugurato nel 13 a.C. dal nobile spagnolo Lucio Cornelio Balbo, il piccolo Teatro era dotato dietro la scena di un cortile porticato, circondato da una galleria coperta, detta crypta, un ambiente un po’ nascosto e riparato dove il pubblico era solito camminare e rilassarsi prima e dopo gli spettacoli.
Un laboratorio vivo che abbraccia 2000 anni di storia
“La Crypta riapre finalmente le sue porte e i cancelli - spiega Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale -. Con Edith Gabrielli, che guida il Museo Nazionale Romano in questa fase di transizione, abbiamo portato avanti i nove cantieri in corso, inclusi i cinque finanziati con oltre 50 milioni di euro del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC) al PNRR, pensando al contempo a un progetto di apertura verso il pubblico. Vogliamo rendere questo luogo, che ci restituisce vita quotidiana e memorie, un laboratorio vivo. Qui si riflette il nostro modo di intendere la tutela come impegno per la trasmissione e la condivisione. L'iniziativa è pensata con due obiettivi specifici: mantenere vivo il legame con il modo scientifico e fidelizzare il pubblico, a partire da quello di prossimità, affinché questo luogo non venga dimenticato”.
Due anni fa chiusura ai visitatori. “Adesso la Crypta torna come un cantiere aperto, condividendo con tutti quello che si sta realizzando al suo interno”.
Crypta Balbi, cantiere di scavo | Foto: Samantha De Martin per Arte.it 2025
E per scoprire da vicino cosa si sta realizzando al suo interno basta imboccare via Michelangelo Caetani. Con il caschetto di sicurezza accediamo al cantiere dello scavo archeologico (questo al momento inaccessibile ai visitatori) mentre, uno dopo l’altra, appaiono gli strati di questa storia millenaria accanto alle scoperte emerse durante i lavori di scavo.
Le scoperte
Tra le più sorprendenti e inaspettate spicca un edificio a due navate, lungo 28 metri e largo 15, fino ad ora sconosciuto, con orientamento nord-sud. L’indagine stratigrafica ne ha stabilito l’avvio della costruzione nel IX secolo abbandonata, in seguito, prima del suo completamento, forse a causa di un evento traumatico, come i due terremoti che hanno interessato l’area di Roma nell’801 e nell’847. Lo studio su questo nuovo complesso è ancora in corso ma, date le dimensioni monumentali, non si può escludere che si tratti di un edificio di culto, mai completato. Ed ecco l’album della storia dispiegarsi al nostro passaggio. Ci sono i resti del bothros, la fossa votiva, rinvenuto al centro dell’area archeologica, che ha restituito le corna di ovini, vitelli, ceramica in mostra, a testimonianza della vocazione sacra dell’area in un periodo antecedente la costruzione del teatro. E poi i resti di una calcara risalente al IX secolo, la cantina del monastero delle zitelle (il Conservatorio delle vergini miserabili di S. Caterina della Rosa ai Funari) costruito sui ruderi della Chiesa di Santa Maria Domine Rose, con il lavatoio e il camino per scaldare l’acqua, e ancora una latrina monumentale.
“La Crypta Balbi - ha detto Edith Gabrielli, Direttrice del VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia e Direttrice ad interim del Museo Nazionale Romano - è un luogo straordinario che racchiude l’intera storia della città. Oggi questo luogo è interessato da un complesso lavoro di scavo e di restauro che, per la sua conclusione, richiederà ancora del tempo. Il rischio, in questi casi è che il sito finisca per uscire dall’immaginario collettivo e cada così nell’oblio. È proprio per scongiurare questo pericolo che nasce Crypta Balbi cantiere aperto, un’iniziativa pensata per mantenere vivi l’interesse e l’affetto del pubblico, iniziare fin da subito un percorso di valorizzazione e rendere realmente attiva la partecipazione dei cittadini”.
Crypta Balbi, cantiere di scavo | Foto: Samantha De Martin per Arte.it 2025
Un luogo di sperimentazione e confronto
Cantiere aperto, dunque, ma anche luogo di sperimentazione metodologica e di confronto tra discipline e professionisti del settore, con tanto di archivio, mentre parallelamente al progetto di restauro verrà portato avanti un progetto di digitalizzazione dei documenti degli scavi dagli anni Ottanta a oggi. A seguire nascerà un centro studi legato alle nuove tecnologie. Nell’area sorgeranno anche alcune residenze per studiosi che troveranno nella Crypta Balbi un luogo di incontro e confronto e poi punti di ristoro in cui godere delle attività culturali avviate dal museo.
Laboratori di artigiani faranno, infine, rivivere l’antica vocazione artigiana dell’area conservatasi nel tempo (appunto i funari).
Ma intanto basta godersi la riapertura dei cancelli, in un luogo che torna alla città con le sue memorie e i suoi protagonisti.
Di fronte a lei, un raffinato capitello corinzio di lesena di età augustea, utilizzato in fase tardo antica per ricoprire addirittura una fogna, affianca i resti di un bothros, una fossa votiva che ha restituito corna di ovini e vitelli e ceramica del II secolo a.C.
Ci sono anche due teste barbate e una piccola figura femminile stante con chitone leggero e himation a ricoprire tutto il corpo e ancora una statuetta acefala identificabile con il dio Pan.
Sono i silenziosi ospiti protagonisti del nuovo percorso di visita Crypta Balbi, cantiere aperto, a cura di Edith Gabrielli e Antonella Ferraro, pensato per rendere il pubblico partecipe dei lavori in corso in questo scrigno in cui si intrecciano oltre duemila anni di storia urbana.
Finalmente i visitatori che passeranno di fronte all’ingresso della Crypta, una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano, non dovranno più limitarsi a curiosare dietro porte e cancelli sbarrati.
Le visite ogni sabato a partire dal 12 luglio
Ogni sabato, a partire dal 12 luglio, su prenotazione, alle 10.30 e alle 12, si svolgeranno le visite guidate gratuite al cantiere di scavo, accompagnati dal personale del Museo Nazionale Romano. Il percorso inizierà da via delle Botteghe Oscure per proseguire al primo piano nel cosiddetto Dormitorio Barberiniano, parte del complesso di Santa Caterina de’Funari, e sarà supportato da un interessante video realizzato per il Museo da Light History s.r.l. con la regia di Mary Mirka Milo. Un viaggio nella storia millenaria del sito e tra le ultime scoperte dello scavo in compagnia di due specialisti come Daniele Manacorda e Federico Marazzi, del personale del Museo, dell’archeologa Antonella Ferraro, direttrice scientifica dello scavo, dell’architetto Saveria Petillo, coordinatrice del progetto architettonico, delle restauratrici Debora Papetti e Fabiana Cozzolino.
(Per informazioni e prenotazioni: https://museonazionaleromano.beniculturali.it/crypta-balbi-cantiere-aperto).

Testa femminile, I sec a. C - I sec d. C., marmo bianco | Foto: Samantha De Martin per Arte.it 2025
I reperti esposti sono solo alcuni dei ritrovamenti presenti nelle 15 mila cassette di materiale di scavo maneggiato dagli archeologi nel corso degli anni nell'area della Crypta Balbi.
La loro presenza è strettamente connessa all’area di questo luogo, unico al mondo per la sua eccezionale stratificazione urbana, compreso tra le attuali via delle Botteghe Oscure, via Michelangelo Caetani, via dei Delfini e via dei Polacchi, un caso unico nel panorama internazionale.
Inaugurato nel 13 a.C. dal nobile spagnolo Lucio Cornelio Balbo, il piccolo Teatro era dotato dietro la scena di un cortile porticato, circondato da una galleria coperta, detta crypta, un ambiente un po’ nascosto e riparato dove il pubblico era solito camminare e rilassarsi prima e dopo gli spettacoli.
Un laboratorio vivo che abbraccia 2000 anni di storia
“La Crypta riapre finalmente le sue porte e i cancelli - spiega Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale -. Con Edith Gabrielli, che guida il Museo Nazionale Romano in questa fase di transizione, abbiamo portato avanti i nove cantieri in corso, inclusi i cinque finanziati con oltre 50 milioni di euro del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC) al PNRR, pensando al contempo a un progetto di apertura verso il pubblico. Vogliamo rendere questo luogo, che ci restituisce vita quotidiana e memorie, un laboratorio vivo. Qui si riflette il nostro modo di intendere la tutela come impegno per la trasmissione e la condivisione. L'iniziativa è pensata con due obiettivi specifici: mantenere vivo il legame con il modo scientifico e fidelizzare il pubblico, a partire da quello di prossimità, affinché questo luogo non venga dimenticato”.
Due anni fa chiusura ai visitatori. “Adesso la Crypta torna come un cantiere aperto, condividendo con tutti quello che si sta realizzando al suo interno”.

Crypta Balbi, cantiere di scavo | Foto: Samantha De Martin per Arte.it 2025
E per scoprire da vicino cosa si sta realizzando al suo interno basta imboccare via Michelangelo Caetani. Con il caschetto di sicurezza accediamo al cantiere dello scavo archeologico (questo al momento inaccessibile ai visitatori) mentre, uno dopo l’altra, appaiono gli strati di questa storia millenaria accanto alle scoperte emerse durante i lavori di scavo.
Le scoperte
Tra le più sorprendenti e inaspettate spicca un edificio a due navate, lungo 28 metri e largo 15, fino ad ora sconosciuto, con orientamento nord-sud. L’indagine stratigrafica ne ha stabilito l’avvio della costruzione nel IX secolo abbandonata, in seguito, prima del suo completamento, forse a causa di un evento traumatico, come i due terremoti che hanno interessato l’area di Roma nell’801 e nell’847. Lo studio su questo nuovo complesso è ancora in corso ma, date le dimensioni monumentali, non si può escludere che si tratti di un edificio di culto, mai completato. Ed ecco l’album della storia dispiegarsi al nostro passaggio. Ci sono i resti del bothros, la fossa votiva, rinvenuto al centro dell’area archeologica, che ha restituito le corna di ovini, vitelli, ceramica in mostra, a testimonianza della vocazione sacra dell’area in un periodo antecedente la costruzione del teatro. E poi i resti di una calcara risalente al IX secolo, la cantina del monastero delle zitelle (il Conservatorio delle vergini miserabili di S. Caterina della Rosa ai Funari) costruito sui ruderi della Chiesa di Santa Maria Domine Rose, con il lavatoio e il camino per scaldare l’acqua, e ancora una latrina monumentale.
“La Crypta Balbi - ha detto Edith Gabrielli, Direttrice del VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia e Direttrice ad interim del Museo Nazionale Romano - è un luogo straordinario che racchiude l’intera storia della città. Oggi questo luogo è interessato da un complesso lavoro di scavo e di restauro che, per la sua conclusione, richiederà ancora del tempo. Il rischio, in questi casi è che il sito finisca per uscire dall’immaginario collettivo e cada così nell’oblio. È proprio per scongiurare questo pericolo che nasce Crypta Balbi cantiere aperto, un’iniziativa pensata per mantenere vivi l’interesse e l’affetto del pubblico, iniziare fin da subito un percorso di valorizzazione e rendere realmente attiva la partecipazione dei cittadini”.

Crypta Balbi, cantiere di scavo | Foto: Samantha De Martin per Arte.it 2025
Un luogo di sperimentazione e confronto
Cantiere aperto, dunque, ma anche luogo di sperimentazione metodologica e di confronto tra discipline e professionisti del settore, con tanto di archivio, mentre parallelamente al progetto di restauro verrà portato avanti un progetto di digitalizzazione dei documenti degli scavi dagli anni Ottanta a oggi. A seguire nascerà un centro studi legato alle nuove tecnologie. Nell’area sorgeranno anche alcune residenze per studiosi che troveranno nella Crypta Balbi un luogo di incontro e confronto e poi punti di ristoro in cui godere delle attività culturali avviate dal museo.
Laboratori di artigiani faranno, infine, rivivere l’antica vocazione artigiana dell’area conservatasi nel tempo (appunto i funari).
Ma intanto basta godersi la riapertura dei cancelli, in un luogo che torna alla città con le sue memorie e i suoi protagonisti.
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