Dal 28 maggio l’accesso al cantiere

Disegni di bambini, scene marine, due vittime dell'eruzione: a Pompei l'Insula dei Casti amanti apre al pubblico con nuove sorprese

Casa dei Pittori a lavoro, Bambino con cappuccio e mantello di viaggiatore | Courtesy Parco archeologico di Pompei
 

Samantha De Martin

28/05/2024

Napoli - Ci sono alcuni disegni eseguiti molto probabilmente da un bambino, e ancora tre piccole mani scontornate con il carboncino, due scene gladiatorie, la sagoma di un cinghiale, una scena di pugilato.
Sono alcuni degli ultimi straordinari ritrovamenti emersi nell’Insula dei Casti Amanti che, a partire da oggi, apre al pubblico, visitabile “dall’alto” grazie a un sistema di passerelle sospese.
Sarà un’altra occasione per innamorarsi di Pompei, assaporarne le nuove, ultimissime meraviglie ed emozionarsi, tra uno schiaffo e una carezza che i secoli restituiscono in un contesto sublime nel quale vita e morte convivono da oltre duemila anni. Tutti i giorni dalle ore 10.30 alle 18 sarà possibile accedere al cantiere di scavo attraverso un percorso che, interamente “accessibile”, va ad implementare l’itinerario senza barriere architettoniche “Pompei per Tutti”, includendo anche un elevatore per il raggiungimento delle passerelle sospese anche ai diversamente abili.

Il percorso dall’alto consentirà una visione innovativa e globale dell’intera insula, nonché dell’architettura delle case romane con l’alternarsi di ambienti vari adibiti ad usi diversi, dal commerciale all’abitativo.
Ma la visita all’insula dei Casti amanti consentirà soprattutto di ammirare gli ultimi ritrovamenti emersi dagli scavi. Nella casa del II Cenacolo colonnato, le attività di scavo e svuotamento dal materiale eruttivo, su una delle pareti di un corridoio nei pressi di un cortile di servizio, hanno permesso di intercettare alcuni disegni a carboncino eseguiti probabilmente un bambino, forse salito su un ponteggio montato per i lavori in corso nell’abitazione. Rappresentano una scena gladiatoria e una scena di venatio con due bestiarii intenti ad affrontare probabilmente una coppia di cinghiali. A destra fa capolino una testa di rapace, forse di aquila.


Casa dei Pittori al lavoro, Purificazione di un eroe | Courtesy Parco archeologico di Pompei

"Insieme alle psicologhe della Federico II - spiega il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel - siamo giunti alla conclusione che con ogni probabilità i disegni dei gladiatori e di cacciatori sono stati eseguiti in base a una visione diretta e non da modelli pittorici. Probabilmente uno o più dei bambini che giocavano in questo cortile, tra cucine, latrina e aiuole per coltivare verdure, avevano assistito a dei combattimenti nell'anfiteatro, venendo così a contatto con una forma estrema di violenza spettacolarizzata, di cui potevano far parte anche esecuzioni di criminali e schiavi”.

In un altro spazio, sulle pareti di un’area utilizzata per lo stoccaggio/scolo delle anfore, sono apparsi altri disegni. Si tratta di tre piccole mani scontornate con il carboncino, due scene gladiatorie, due figure che giocano con una palla, un cinghiale e, infine, una scena di pugilato con uno dei due pugili riverso a terra. La parete est documenta una scena più complessa, appartenuta a una mano differente e a un periodo precedente della vita dell’ambiente, visto che il disegno è parzialmente coperto da una scialbatura color crema, forse utilizzata proprio a copertura del disegno stesso. Quest’ultimo è stato tracciato con l’aiuto di un pigmento minerale rosso, forse ocra. Rappresenta, ma con un forte intento ironico, una scena marina, dove si distinguono grandi navi circondate da pesci, oggetti che si riferiscono alla pesca, un pesce dai lunghi bargigli, forse una triglia, due membri maschili, uno dei quali preso all’amo.


Casa del II Cenacolo Colonnato, disegni bambini a carboncino, gladiatori, cinghiali, rapace | Courtesy Parco archeologico di Pompei

Sorprendono poi i resti di due vittime, una donna e un uomo, in età avanzata. Molto probabilmente erano entrati dalla porta sul vicolo, cercando scampo nel corridoio di accesso dell’abitazione, ancora sgombro dal lapillo caduto durante la prima fase dell’eruzione, ma hanno trovato la morte, a causa dei lapilli accumulatisi, proprio di fronte al portone chiuso della casa dei Pittori al lavoro (chiamata così dal momento che si stava ridipingendo al momento dell’eruzione).

Nella Casa dei Pittori al lavoro è emersa una dalle raffinate pareti affrescate in IV stile. La porzione superiore a fondo bianco è decorata con centauri, sirene, grifi, figure mitologiche che incorniciano l’immagine di una divinità, presente su ciascun lato. Si riconoscono Afrodite, Apollo e Dioniso e una quarta figura non molto leggibile. Questo ambiente, ancora in corso di scavo, era interamente ostruito dal flusso cineritico. Gli interventi dei restauratori hanno reso possibile la rimozione meccanica della cinerite, la pulitura e il consolidamento della superficie pittorica.


Casa del II Cenacolo Colonnato, vaso | Courtesy Parco archeologico di Pompei

Un’altra parete della casa ha restituito un quadretto singolare, che non trova confronti nel repertorio vesuviano, e che riproduce un bambino piccolo con cappuccio e mantello da viaggiatore circondato da grandi grappoli d’uva e melagrane, probabilmente un figlio deceduto dei proprietari. Accanto a lui è raffigurato un piccolo cane.

“Con l’itinerario di visita facilitato “Pompei per tutti”, avviato nel 2016 e da allora oggetto di progressive implementazioni e sviluppi, nonché con le nuove campagne di scavo che negli ultimi anni hanno regalato al mondo incredibili sorprese - commenta il direttore Generale dei Musei, Massimo Osanna - è stato inaugurato un nuovo approccio, inclusivo e coinvolgente, alla valorizzazione del sito”.