Chiesa della Madonna di Caravaggio

Pavia,

 
 
DESCRIZIONE:

La chiesa della Madonna di Caravaggio in Pavia (1956-68), complesso sito nella prima periferia della città, è esemplificativa della peculiarità metodologica, relativa agli edifici religiosi, di Muzio per il quale, come sostiene Fulvio Irace, “la chiesa è parte emergente di una microurbanistica che assimila l’isolato sacro a un
quartiere della città (…), l’identificazione del problema religioso con uno di urbanistica cittadina, tale cioè da far coincidere la rivitalizzazione delle periferie con le tematiche dell’assistenza religiosa e morale”.
La riconoscibilità ed eccezionalità della chiesa rispetto al tessuto residenziale circostante, unitamente alla
casa parrocchiale caratterizzata da un tono più dimesso, “normale”, legato alla residenza, determinano un complesso di luoghi, spazi e percorsi che impone un chiaro ordinamento al contesto più immediato allacciandosi, con elementi visivi e morfologici ben individuabili, al tessuto circostante.
La riconoscibilità e la complessità funzionale e formale concorrono a determinare un elemento che Muzio afferma dover essere “il centro, il fulcro, la principale caratteristica del sobborgo e del rione, punto di riferimento e di orientamento”. Nell’esempio della chiesa della Madonna di Caravaggio, Muzio sviluppa i
temi principali che caratterizzano i progetti, relativi agli edifici sacri, nel dopoguerra; temi che Irace individua come i “due temi portanti della pianta libera e della cupola di copertura.

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