Sergio Breviario. The Time Machine Oltrepò
Dal 21 Settembre 2014 al 20 Novembre 2014
Suzzara | Mantova
Luogo: Galleria del Premio Suzzara
Indirizzo: via Don Bosco 2/a
Enti promotori:
- Regione Lombardia
- Istituzione Città di Suzzara
- Comune di Suzzara
- Consorzio Oltrepò Mantovano
- Fondazione Cariplo
- Sistema dei Musei Mantovani
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0376 513513
E-Mail info: galleriapremio@comune.suzzara.mn.it
Sito ufficiale: http://www.premiosuzzara.it/
Il progetto The Time Machine Oltrepò di Sergio Breviario risulta tra i quattro progetti vincitori del concorso Rigenerazione indetto nell’ambito della 48° edizione del Premio Suzzara (2013) dal titolo La terra si muove con il senso a cura di Paola Boccaletti, Elisabetta Modena, Marco Scotti.
Gli eventi sismici che nel maggio 2012 hanno coinvolto anche il territorio mantovano, hanno evidenziato la natura effimera e provvisoria di ciò che si immaginava stabile e duraturo. Precarietà, mobilità, velocità e transitorietà sono, d’altra parte, gli ingredienti che hanno in gran parte contraddistinto l’arte del XX secolo e quella contemporanea. L’introduzione nell’opera di materiali eterogenei, deperibili e provenienti dai più differenti contesti e il ricorso all’installazione hanno completato quel processo che giunge a mettere in discussione un intero sistema, anche quello critico e conservativo, e la stessa natura durevole e stabile del concetto di arte, collezione e museo.
L’arte esce anche dai luoghi deputati e si affaccia negli spazi pubblici e cittadini. Da queste riflessioni è nata dunque la mostra che nel 2013 ha visto protagonisti presso la Galleria del Premio di Suzzara Mario Airò, Elisabetta Di Maggio, Eva Marisaldi e Liliana Moro, e il concorso Rigenerazione di cui Sergio Breviario è risultato vincitore.
Per il progetto The Time Machine Oltrepò, Sergio Breviario ha costruito set fotografici utilizzando come scenografie le facciate degli edifici messi in sicurezza a seguito dei danni subiti a causa del sisma, coinvolgendo gli abitanti del luogo come attori, comparse e scenografi. Per la realizzazione di questi set è stato infatti indispensabile creare un rapporto con le persone del luogo che hanno collaborato attivamente e con disponibilità al progetto. La mostra, allestita all’interno della Galleria del Premio Suzzara, racconta e mette in scena questi set e documenta quanto avvenuto nell’Oltrepò negli ultimi mesi attraverso un allestimento degli scatti dell’artista.
Partendo dall’idea di viaggiare nel tempo, dall’Oltrepò mantovano alla ricerca di luoghi lontani, mitici, a volte conosciuti solo grazie al cinema o tramite fotografie, alla ricerca dell’immagine di un tempo che non è mai esistito e mai esisterà, se non nelle nostre menti, l’artista ha reinterpretato uno degli elementi che più contraddistinguono i paesi colpiti dal terremoto: “cammino per il centro di un piccolo paese, Moglia: transenne, detriti e spazi vuoti. Case, portici e campanili, con scheletri di legno che fungono da sostegno, fermano il tempo a quel giorno quando tutto è avvenuto. Mi piace il mantovano perché in calde giornate come questa si sente quello strano senso di vuoto comune a molte province italiane. Ma questi scheletri rendono le architetture ancora più malinconiche, perché certificano l’assenza umana e fanno pensare a una vita passata, lontana. Questi legni, massicci e forti, fanno apparire tutto fragile, sembrano ossa in grado di reggere il corpo dall’esterno. Guardo questa casa e aspetto l’arrivo di un cowboy in sella al suo cavallo da un momento all’altro. Pare di stare in un film di Sergio Leone, un classico spaghetti western. Oggi, queste grosse travi fungono da macchina del tempo in grado di farci raggiungere luoghi lontani, legati a questa provincia italiana solo tramite l’immaginazione. Ma per rendere possibile questo salto servono coincidenze, somiglianze e colpi di fulmine, come capita agli innamorati”.
Il progetto è stato selezionato tra le proposte di tredici artisti nati dopo il 1970, invitati a partecipare al concorso per la realizzazione di quattro interventi ed installazioni artistiche nel territorio dell’Oltrepò Mantovano, nello specifico Galleria del Premio Suzzara, Ecomuseo delle Bonifiche di Moglia, Museo Civico Polironiano di S. Benedetto Po, SIPOM-Sistema Parchi dell’Oltrepò Mantovano.
Gli artisti invitati, tutti con esperienze di caratura nazionale e internazionale, sono Paola Anziché, Sergio Breviario, David Casini, Ettore Favini & Antonio Rovaldi, Stefania Galegati Shines, Alice Guareschi, Ozmo, Diego Perrone, Luca Pozzi, Laura Renna, Matteo Rubbi, Sissi e Luca Trevisani.
La giuria composta da esperti di arte pubblica contemporanea, Roberto Pinto, docente dell’università di Bologna e Marco Bazzini, già direttore del Centro Pecci per l’Arte Contemporanea di Prato, insieme a quattro responsabili degli enti coinvolti ha selezionato quattro progetti: quello di Sergio Breviario, Ettore Favini & Antonio Rovaldi, Stefania Galegati Shines e Paola Anziché.
La 48° edizione del Premio Suzzara - La terra si muove con il sensosi inserisce nel progetto Il sesto senso. Conoscenza e uso responsabile del patrimonio culturale e ambientale come diritto di ogni cittadino, cofinanziato dal Consorzio Oltrepò Mantovano, Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, all’interno del progetto Nel segno mantovano. Progetto di governance per lo sviluppo delle identità territoriali, ente capofila la Provincia di Mantova. L’evento rientra nelle azioni previste nell’ambito di DOMInUS, Distretto culturale dell’Oltrepò Mantovano per l’Innovazione, l’Unicità e lo Sviluppo, promosso e realizzato da Fondazione Cariplo all’interno del più ampio progetto Distretti Culturali.
Sergio Breviario (Bergamo, 1974). Vive a Bottanuco (BG) e lavora a Milano. Utilizza la fotografia come strumento per elaborare le immagini al pari del disegno, impiega diversi media artistici per riflettere sul gioco di spazi pieni e vuoti, sulla forma geometrica delle strutture che rimandano a un carattere del tutto visionario dell’immagine. Tra le più recenti mostre personali ricordiamo: Blemmi, Posteria Cafè, Milano, 2014; La Logica del Tornasole, CARS, mostra di fine residenza, Palazzotto di Orta san Giulio, Omegna, 2013; 21 Quadrati, Galleria Marie-Laure Fleisch, Roma, 2013; Prototipo di macchina per la conquista del mondo, Fondazione Pescheria Centro Arti Visive, Pesaro, 2012; L’erba del re non fa crescere i fiori, Fabio Tiboni arte contemporanea, Bologna 2010; Diciannove novantasei: mi edifico e ti guardo, Viafarini, Milano, 2006. Tra le collettive: Se di-segno, a cura di Sergia Avveduti, Padiglione Esprit Nouveau, Bologna; Arimortis, a cura di Roberto Cuoghi e Milovan Ferronato, Museo del Novecento, Milano, 2013; Punti di Vista. Identità Conflitti Mutamenti, Galleria Nazionale, Cosenza, 2012; A ruota libera, a cura di Milovan Farronato e Chiara Agnello, MAXXI, Roma, 2011.
Gli eventi sismici che nel maggio 2012 hanno coinvolto anche il territorio mantovano, hanno evidenziato la natura effimera e provvisoria di ciò che si immaginava stabile e duraturo. Precarietà, mobilità, velocità e transitorietà sono, d’altra parte, gli ingredienti che hanno in gran parte contraddistinto l’arte del XX secolo e quella contemporanea. L’introduzione nell’opera di materiali eterogenei, deperibili e provenienti dai più differenti contesti e il ricorso all’installazione hanno completato quel processo che giunge a mettere in discussione un intero sistema, anche quello critico e conservativo, e la stessa natura durevole e stabile del concetto di arte, collezione e museo.
L’arte esce anche dai luoghi deputati e si affaccia negli spazi pubblici e cittadini. Da queste riflessioni è nata dunque la mostra che nel 2013 ha visto protagonisti presso la Galleria del Premio di Suzzara Mario Airò, Elisabetta Di Maggio, Eva Marisaldi e Liliana Moro, e il concorso Rigenerazione di cui Sergio Breviario è risultato vincitore.
Per il progetto The Time Machine Oltrepò, Sergio Breviario ha costruito set fotografici utilizzando come scenografie le facciate degli edifici messi in sicurezza a seguito dei danni subiti a causa del sisma, coinvolgendo gli abitanti del luogo come attori, comparse e scenografi. Per la realizzazione di questi set è stato infatti indispensabile creare un rapporto con le persone del luogo che hanno collaborato attivamente e con disponibilità al progetto. La mostra, allestita all’interno della Galleria del Premio Suzzara, racconta e mette in scena questi set e documenta quanto avvenuto nell’Oltrepò negli ultimi mesi attraverso un allestimento degli scatti dell’artista.
Partendo dall’idea di viaggiare nel tempo, dall’Oltrepò mantovano alla ricerca di luoghi lontani, mitici, a volte conosciuti solo grazie al cinema o tramite fotografie, alla ricerca dell’immagine di un tempo che non è mai esistito e mai esisterà, se non nelle nostre menti, l’artista ha reinterpretato uno degli elementi che più contraddistinguono i paesi colpiti dal terremoto: “cammino per il centro di un piccolo paese, Moglia: transenne, detriti e spazi vuoti. Case, portici e campanili, con scheletri di legno che fungono da sostegno, fermano il tempo a quel giorno quando tutto è avvenuto. Mi piace il mantovano perché in calde giornate come questa si sente quello strano senso di vuoto comune a molte province italiane. Ma questi scheletri rendono le architetture ancora più malinconiche, perché certificano l’assenza umana e fanno pensare a una vita passata, lontana. Questi legni, massicci e forti, fanno apparire tutto fragile, sembrano ossa in grado di reggere il corpo dall’esterno. Guardo questa casa e aspetto l’arrivo di un cowboy in sella al suo cavallo da un momento all’altro. Pare di stare in un film di Sergio Leone, un classico spaghetti western. Oggi, queste grosse travi fungono da macchina del tempo in grado di farci raggiungere luoghi lontani, legati a questa provincia italiana solo tramite l’immaginazione. Ma per rendere possibile questo salto servono coincidenze, somiglianze e colpi di fulmine, come capita agli innamorati”.
Il progetto è stato selezionato tra le proposte di tredici artisti nati dopo il 1970, invitati a partecipare al concorso per la realizzazione di quattro interventi ed installazioni artistiche nel territorio dell’Oltrepò Mantovano, nello specifico Galleria del Premio Suzzara, Ecomuseo delle Bonifiche di Moglia, Museo Civico Polironiano di S. Benedetto Po, SIPOM-Sistema Parchi dell’Oltrepò Mantovano.
Gli artisti invitati, tutti con esperienze di caratura nazionale e internazionale, sono Paola Anziché, Sergio Breviario, David Casini, Ettore Favini & Antonio Rovaldi, Stefania Galegati Shines, Alice Guareschi, Ozmo, Diego Perrone, Luca Pozzi, Laura Renna, Matteo Rubbi, Sissi e Luca Trevisani.
La giuria composta da esperti di arte pubblica contemporanea, Roberto Pinto, docente dell’università di Bologna e Marco Bazzini, già direttore del Centro Pecci per l’Arte Contemporanea di Prato, insieme a quattro responsabili degli enti coinvolti ha selezionato quattro progetti: quello di Sergio Breviario, Ettore Favini & Antonio Rovaldi, Stefania Galegati Shines e Paola Anziché.
La 48° edizione del Premio Suzzara - La terra si muove con il sensosi inserisce nel progetto Il sesto senso. Conoscenza e uso responsabile del patrimonio culturale e ambientale come diritto di ogni cittadino, cofinanziato dal Consorzio Oltrepò Mantovano, Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, all’interno del progetto Nel segno mantovano. Progetto di governance per lo sviluppo delle identità territoriali, ente capofila la Provincia di Mantova. L’evento rientra nelle azioni previste nell’ambito di DOMInUS, Distretto culturale dell’Oltrepò Mantovano per l’Innovazione, l’Unicità e lo Sviluppo, promosso e realizzato da Fondazione Cariplo all’interno del più ampio progetto Distretti Culturali.
Sergio Breviario (Bergamo, 1974). Vive a Bottanuco (BG) e lavora a Milano. Utilizza la fotografia come strumento per elaborare le immagini al pari del disegno, impiega diversi media artistici per riflettere sul gioco di spazi pieni e vuoti, sulla forma geometrica delle strutture che rimandano a un carattere del tutto visionario dell’immagine. Tra le più recenti mostre personali ricordiamo: Blemmi, Posteria Cafè, Milano, 2014; La Logica del Tornasole, CARS, mostra di fine residenza, Palazzotto di Orta san Giulio, Omegna, 2013; 21 Quadrati, Galleria Marie-Laure Fleisch, Roma, 2013; Prototipo di macchina per la conquista del mondo, Fondazione Pescheria Centro Arti Visive, Pesaro, 2012; L’erba del re non fa crescere i fiori, Fabio Tiboni arte contemporanea, Bologna 2010; Diciannove novantasei: mi edifico e ti guardo, Viafarini, Milano, 2006. Tra le collettive: Se di-segno, a cura di Sergia Avveduti, Padiglione Esprit Nouveau, Bologna; Arimortis, a cura di Roberto Cuoghi e Milovan Ferronato, Museo del Novecento, Milano, 2013; Punti di Vista. Identità Conflitti Mutamenti, Galleria Nazionale, Cosenza, 2012; A ruota libera, a cura di Milovan Farronato e Chiara Agnello, MAXXI, Roma, 2011.
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