Periplo della Scultura Italiana Contemporanea 3
Dal 08 Settembre 2012 al 17 Novembre 2012
Matera
Luogo: Chiese rupestri di San Nicola dei Greci e Madonna delle Virtù - MUSMA
Indirizzo: via Madonna delle Virtù
Orari: tutti i giorni 10-20
Curatori: Giuseppe Appella, Marta Ragozzino
Enti promotori:
- Circolo La Scaletta
- Comune di Matera
- Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata
Costo del biglietto: € 6
Telefono per informazioni: +39 0835 2562218/ 338 8831053
E-Mail info: ufficiostampa.artimatera@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.musma.it
Si inaugura l’8 settembre alle ore 17 a Matera, nelle Chiese rupestri di San Nicola dei Greci e Madonna delle Virtù, e si chiuderà il 17 novembre 2012 la 27^ edizione de “Le Grandi Mostre nei Sassi di Matera” dedicata quest’anno al Periplodella Scultura Italiana Contemporanea 3. Promossa dal Circolo La Scaletta, dal Comune di Matera, dalla Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata, e organizzata dall'Associazione Le Grandi Mostre nei Sassi di Matera, la mostra, curata da Giuseppe Appella e Marta Ragozzino, avrà due sezioni nel MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea Matera e nel Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata in Palazzo Lanfranchi. L’allestimento è firmato dall’Arch. Alberto Zanmatti.
Il Periplo della scultura italiana contemporanea 3 (i precedenti risalgono al 1988 e al 2000) accoglie undici giovani artisti che non hanno ancora compiuto quarant’anni e si pone come il giusto corollario delle monografiche che, dal 1987, raccontano il percorso espressivo dei grandi maestri già riconosciuti e storicizzati. Gli artisti invitati sono stati selezionati tra i migliori talenti emersi sulla scena artistica degli ultimi anni, in grado quindi di restituire una panoramica estremamente rappresentativa della nuova ricerca e dei nuovi linguaggi formali:
1.Giorgio Andreotta Calò (Venezia 1979), 2. Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi, 1978), 3. Giuseppe Capitano (Campobasso 1974), 4. Alice Cattaneo (Milano 1976), 5. Emmanuele De Ruvo (Napoli 1983), 6. Francesco Gennari (Pesaro 1973), 7. Perino & Vele (Emiliano Perino, New York 1973 - Luca Vele, Rotondi, Avellino , 1975), 8. Donato Piccolo (Roma 1976), 9. Luca Trevisani (Verona 1979), 10. Nico Vascellari (Vittorio Veneto 1976), 11. Antonella Zazzera (Todi 1976).
L’esigenza di indagare la scena dei giovani talenti emergenti, quelli che occuperanno in futuro posizioni di rilievo nella ricerca artistica nazionale ed europea, nasce anche in relazione al percorso di candidatura della città di Matera a Capitale Europea della Cultura nel 2019, per il quale è fondamentale che la città dei Sassi diventi sempre di più un vitale centro di produzione culturale ed artistica.
È passato circa un quarto di secolo dalla prima “circumnavigazione” intorno alla scultura proposta a Matera (a cura, come poi anche quella successiva, di Appella insieme a Pier Giovanni Castagnoli e Fabrizio D’Amico), che si imperniava su uno stringente confronto in atto tra l’astrazione classica e quella “poverista”, mentre dodici anni dopo, appena iniziato il terzo millennio, si apriva a registrare le peculiarità di un panorama espressivo estremamente variegato, in cui già trovavano momento di confronto e di sintesi le istanze formali di allora e le motivazioni più avanzate di oggi. Già a cavallo del secolo, come oggi, si assiste allo sviluppo di molteplici aree di ricerca e all’ampliarsi di orizzonti tematici, in cui – come scrive Appella nel catalogo pubblicato dalle Edizioni della Cometa – si «misurano le difformità che intercorrono tra i diversi tipi di approccio, sia ambientali che combinatori, e le pluralità degli orientamenti esplorativi capaci di sfruttare conoscenze multidisciplinari acquisite, dalla filosofia alla spiritualità, alla cultura popolare, dalla biologia all’economia, alla musica, all’informatica». Senza tralasciare, in una sorta di “poliedricità” che sembra contraddistinguere questa generazione di quarantenni, una generalmente condivisa accentuazione performativa tra arte visiva, teatro, danza, moda, design, video, che mette in consonanza mondi che solo venticinque anni fa erano ancora tra loro abbastanza lontani ed incomunicabili.
Scrive la Ragozzino: «Ogni 12 anni un Periplo e dunque nel 2012 non si poteva mancare l’appuntamento: non solo per la necessità di indagare e valutare le prospettive (e l’eventuale cambiamento di orizzonte) della ricerca degli artisti della scena più attuale (cambiamento che la rassegna mette in luce in ogni evidenza) ma anche per affermare con forza l’importanza della creazione artistica in tempi di crisi e perdita di valori culturali comuni. In questo senso si colloca il coinvolgimento sempre più stretto della Soprintendenza, fortemente interessata – a fianco delle tradizionali azioni di tutela e conservazione del patrimonio storico artistico – anche alla promozione della cultura e dei linguaggi contemporanei».
L’attuale edizione del “Periplo” ha ampliato a dismisura i suoi confini, per ricomprendervi forme svariate di creazione artistica, che pongono nuove sfide e interrogativi nel rapportare le forme agli spazi. In un ambito di ricerca che va dall’Arte Povera (Capitano, De Ruvo), al concettualismo (Andreotta Calò, Piccolo, Trevisani) con l’uso dei materiali più diversi (la canapa della Cattaneo, la cartapesta di Perino & Vele, il rame della Zazzera); fino ad affermare addirittura (Gennari) un processo di assoluta smaterializzazione dell’opera, dove l’enfatizzazione della forma come valore scultoreo in assoluto (ancora dominante in “Periplo 1” e “Periplo 2”, per artisti, ad esempio, come Lorenzetti, Uncini, Cerone, Nunzio, Almagno) ha ceduto, in buona parte, all’immaterialità (il vapore utilizzato da Piccolo) e allo spazio immaginato; tra contaminazioni linguistiche, multimedialità, citazioni e performance (Arena, Vascellari). Sono tutti artisti che fino ad ora hanno esposto prevalentemente in gallerie e che comunque non avevano avuto l’occasione di confrontarsi con gli incredibili spazi materani, luoghi di fascino e di seduzione fortissima, ma tutt’altro che disposti ad accogliere indiscriminatamente qualsiasi tipo di esperienza. È quindi per la loro una eccezionale occasione di verifica; ma anche per gli scenari delle antiche Chiese Rupestri di confermare la loro magica capacità di “dialogare” con le materie e le forme più nuove ed inesplorate della creatività contemporanea.
Questo “Periplo” configura la nuova frontiera dell’arte della “scultura” (che Arturo Martini dava per “morta” all’indomani del secondo conflitto mondiale, se fosse rimasta statica e monumentale e cioè “indifferente al tempo”) in una frenetica sperimentazione di tecniche e materiali, evocando l’Arte Povera (dove, come scriveva Germano Celant nel ‘67, “il luogo comune è entrato nella sfera dell’arte e l’insignificante ha iniziato ad esistere”), l’Arte Concettuale ( “quando un artista – scriveva Joseph Kosuth nel 1969 - utilizza una forma concettuale d’arte, vuol dire che tutte le programmazioni e decisioni sono stabilite in anticipo e l’esecuzione è una faccenda meccanica”) e il Minimalismo, in cui l’interesse si sposta dalle componenti soggettive ed espressive dell’opera a quelle strutturali e percettive; un elemento che unisce gli undici artisti selezionati è la dimensione “installativa”, che tradisce una forte e diffusa esigenza di rapportarsi ad un “luogo” specifico, a volte immaginato ed artificialmente creato per ambientarvi il “vissuto” oppure i voli della propria fantasia o delle proprie ossessioni (Gennari), le fascinazioni all’interno della storia dell’arte con nuove versioni della materia (Trevisani) o di equilibri dinamici (De Ruvo), incubi tormentosi del passato e passione politica (Arena), cronaca e denuncia sociale (Perino & Vele), echi di cultura antropologica tradotte nell’energia e nel calore della materia pura (Zazzera), arcaismi reinventati con sorprendenti innovazioni linguistiche (Andreotta Calò), proiezione di forme “pensate” (Capitano), trame spaziali (Cattaneo), irruzioni ludiche e spunti scientifici (Piccolo), impellente desiderio di rilevare l’inconoscibile (Vascellari). Comunque, in un comune sforzo di testimonianza e di “racconto”, di analisi e indagine all’interno, ciascuno, del proprio mondo creativo e nella “freschezza di un linguaggio la cui processualità ha condotto undici giovani artisti a cogliere nell’ordito di ogni giorno, nei ricordi e nelle esperienze, nei sogni e nelle allucinazioni, magari sovvertendoli, il ritratto di un’intera generazione”.
Il progetto “Periplo 3” prevede due fasi: una, nel solco della tradizione delle “Grandi mostre nei Sassi di Matera", è essenzialmente espositiva e avrà luogo dall’8 settembre al 17 novembre; l'altra fase avrà invece il carattere del ‘laboratorio creativo’ e si svilupperà a partire da residenze artistiche nella città di Matera da svolgersi nei mesi di settembre e ottobre. Sono stati invitati sei tra gli artisti selezionati. Dall’esperienza residenziale nella magnetica cornice dei Sassi, dell’altipiano murgico e della città nel suo complesso, scaturiranno un gruppo di opere che verranno successivamente esposte nelle sale del MUSMA e del Museo Nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata, anche per segnare la collaborazione interistituzionale sulla quale si basa l’intero progetto del Periplo della scultura italiana contemporanea 3: il Comune di Matera, il MUSMA, la Soprintendenza BSAE della Basilicata, con il fondamentale sostegno del MIBAC e della Regione Basilicata, dell'Azienda di Promozione Turistica di Basilicata, della Provincia e della Camera di Commercio di Matera, oltre che dei tradizionali partner delle Grandi Mostre:
TOTAL E&P ITALIA S.p.A.; Istituto Banco di Napoli – Fondazione, Napoli; Attilio Caruso – Agente Generale SAI, Matera; Italcementi S.p.A. – Stabilimento di Matera
Il Periplo della scultura italiana contemporanea 3 (i precedenti risalgono al 1988 e al 2000) accoglie undici giovani artisti che non hanno ancora compiuto quarant’anni e si pone come il giusto corollario delle monografiche che, dal 1987, raccontano il percorso espressivo dei grandi maestri già riconosciuti e storicizzati. Gli artisti invitati sono stati selezionati tra i migliori talenti emersi sulla scena artistica degli ultimi anni, in grado quindi di restituire una panoramica estremamente rappresentativa della nuova ricerca e dei nuovi linguaggi formali:
1.Giorgio Andreotta Calò (Venezia 1979), 2. Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi, 1978), 3. Giuseppe Capitano (Campobasso 1974), 4. Alice Cattaneo (Milano 1976), 5. Emmanuele De Ruvo (Napoli 1983), 6. Francesco Gennari (Pesaro 1973), 7. Perino & Vele (Emiliano Perino, New York 1973 - Luca Vele, Rotondi, Avellino , 1975), 8. Donato Piccolo (Roma 1976), 9. Luca Trevisani (Verona 1979), 10. Nico Vascellari (Vittorio Veneto 1976), 11. Antonella Zazzera (Todi 1976).
L’esigenza di indagare la scena dei giovani talenti emergenti, quelli che occuperanno in futuro posizioni di rilievo nella ricerca artistica nazionale ed europea, nasce anche in relazione al percorso di candidatura della città di Matera a Capitale Europea della Cultura nel 2019, per il quale è fondamentale che la città dei Sassi diventi sempre di più un vitale centro di produzione culturale ed artistica.
È passato circa un quarto di secolo dalla prima “circumnavigazione” intorno alla scultura proposta a Matera (a cura, come poi anche quella successiva, di Appella insieme a Pier Giovanni Castagnoli e Fabrizio D’Amico), che si imperniava su uno stringente confronto in atto tra l’astrazione classica e quella “poverista”, mentre dodici anni dopo, appena iniziato il terzo millennio, si apriva a registrare le peculiarità di un panorama espressivo estremamente variegato, in cui già trovavano momento di confronto e di sintesi le istanze formali di allora e le motivazioni più avanzate di oggi. Già a cavallo del secolo, come oggi, si assiste allo sviluppo di molteplici aree di ricerca e all’ampliarsi di orizzonti tematici, in cui – come scrive Appella nel catalogo pubblicato dalle Edizioni della Cometa – si «misurano le difformità che intercorrono tra i diversi tipi di approccio, sia ambientali che combinatori, e le pluralità degli orientamenti esplorativi capaci di sfruttare conoscenze multidisciplinari acquisite, dalla filosofia alla spiritualità, alla cultura popolare, dalla biologia all’economia, alla musica, all’informatica». Senza tralasciare, in una sorta di “poliedricità” che sembra contraddistinguere questa generazione di quarantenni, una generalmente condivisa accentuazione performativa tra arte visiva, teatro, danza, moda, design, video, che mette in consonanza mondi che solo venticinque anni fa erano ancora tra loro abbastanza lontani ed incomunicabili.
Scrive la Ragozzino: «Ogni 12 anni un Periplo e dunque nel 2012 non si poteva mancare l’appuntamento: non solo per la necessità di indagare e valutare le prospettive (e l’eventuale cambiamento di orizzonte) della ricerca degli artisti della scena più attuale (cambiamento che la rassegna mette in luce in ogni evidenza) ma anche per affermare con forza l’importanza della creazione artistica in tempi di crisi e perdita di valori culturali comuni. In questo senso si colloca il coinvolgimento sempre più stretto della Soprintendenza, fortemente interessata – a fianco delle tradizionali azioni di tutela e conservazione del patrimonio storico artistico – anche alla promozione della cultura e dei linguaggi contemporanei».
L’attuale edizione del “Periplo” ha ampliato a dismisura i suoi confini, per ricomprendervi forme svariate di creazione artistica, che pongono nuove sfide e interrogativi nel rapportare le forme agli spazi. In un ambito di ricerca che va dall’Arte Povera (Capitano, De Ruvo), al concettualismo (Andreotta Calò, Piccolo, Trevisani) con l’uso dei materiali più diversi (la canapa della Cattaneo, la cartapesta di Perino & Vele, il rame della Zazzera); fino ad affermare addirittura (Gennari) un processo di assoluta smaterializzazione dell’opera, dove l’enfatizzazione della forma come valore scultoreo in assoluto (ancora dominante in “Periplo 1” e “Periplo 2”, per artisti, ad esempio, come Lorenzetti, Uncini, Cerone, Nunzio, Almagno) ha ceduto, in buona parte, all’immaterialità (il vapore utilizzato da Piccolo) e allo spazio immaginato; tra contaminazioni linguistiche, multimedialità, citazioni e performance (Arena, Vascellari). Sono tutti artisti che fino ad ora hanno esposto prevalentemente in gallerie e che comunque non avevano avuto l’occasione di confrontarsi con gli incredibili spazi materani, luoghi di fascino e di seduzione fortissima, ma tutt’altro che disposti ad accogliere indiscriminatamente qualsiasi tipo di esperienza. È quindi per la loro una eccezionale occasione di verifica; ma anche per gli scenari delle antiche Chiese Rupestri di confermare la loro magica capacità di “dialogare” con le materie e le forme più nuove ed inesplorate della creatività contemporanea.
Questo “Periplo” configura la nuova frontiera dell’arte della “scultura” (che Arturo Martini dava per “morta” all’indomani del secondo conflitto mondiale, se fosse rimasta statica e monumentale e cioè “indifferente al tempo”) in una frenetica sperimentazione di tecniche e materiali, evocando l’Arte Povera (dove, come scriveva Germano Celant nel ‘67, “il luogo comune è entrato nella sfera dell’arte e l’insignificante ha iniziato ad esistere”), l’Arte Concettuale ( “quando un artista – scriveva Joseph Kosuth nel 1969 - utilizza una forma concettuale d’arte, vuol dire che tutte le programmazioni e decisioni sono stabilite in anticipo e l’esecuzione è una faccenda meccanica”) e il Minimalismo, in cui l’interesse si sposta dalle componenti soggettive ed espressive dell’opera a quelle strutturali e percettive; un elemento che unisce gli undici artisti selezionati è la dimensione “installativa”, che tradisce una forte e diffusa esigenza di rapportarsi ad un “luogo” specifico, a volte immaginato ed artificialmente creato per ambientarvi il “vissuto” oppure i voli della propria fantasia o delle proprie ossessioni (Gennari), le fascinazioni all’interno della storia dell’arte con nuove versioni della materia (Trevisani) o di equilibri dinamici (De Ruvo), incubi tormentosi del passato e passione politica (Arena), cronaca e denuncia sociale (Perino & Vele), echi di cultura antropologica tradotte nell’energia e nel calore della materia pura (Zazzera), arcaismi reinventati con sorprendenti innovazioni linguistiche (Andreotta Calò), proiezione di forme “pensate” (Capitano), trame spaziali (Cattaneo), irruzioni ludiche e spunti scientifici (Piccolo), impellente desiderio di rilevare l’inconoscibile (Vascellari). Comunque, in un comune sforzo di testimonianza e di “racconto”, di analisi e indagine all’interno, ciascuno, del proprio mondo creativo e nella “freschezza di un linguaggio la cui processualità ha condotto undici giovani artisti a cogliere nell’ordito di ogni giorno, nei ricordi e nelle esperienze, nei sogni e nelle allucinazioni, magari sovvertendoli, il ritratto di un’intera generazione”.
Il progetto “Periplo 3” prevede due fasi: una, nel solco della tradizione delle “Grandi mostre nei Sassi di Matera", è essenzialmente espositiva e avrà luogo dall’8 settembre al 17 novembre; l'altra fase avrà invece il carattere del ‘laboratorio creativo’ e si svilupperà a partire da residenze artistiche nella città di Matera da svolgersi nei mesi di settembre e ottobre. Sono stati invitati sei tra gli artisti selezionati. Dall’esperienza residenziale nella magnetica cornice dei Sassi, dell’altipiano murgico e della città nel suo complesso, scaturiranno un gruppo di opere che verranno successivamente esposte nelle sale del MUSMA e del Museo Nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata, anche per segnare la collaborazione interistituzionale sulla quale si basa l’intero progetto del Periplo della scultura italiana contemporanea 3: il Comune di Matera, il MUSMA, la Soprintendenza BSAE della Basilicata, con il fondamentale sostegno del MIBAC e della Regione Basilicata, dell'Azienda di Promozione Turistica di Basilicata, della Provincia e della Camera di Commercio di Matera, oltre che dei tradizionali partner delle Grandi Mostre:
TOTAL E&P ITALIA S.p.A.; Istituto Banco di Napoli – Fondazione, Napoli; Attilio Caruso – Agente Generale SAI, Matera; Italcementi S.p.A. – Stabilimento di Matera
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