Via Crucis di Fausto Melotti
Fausto Melotti, Via Crucis, MUSMA, Matera
Dal 05 Aprile 2012 al 12 Maggio 2012
Matera
Luogo: MUSMA - Palazzo Pomarici
Indirizzo: via San Giacomo (Sasso Caveoso)
Orari: dal martedì alla domenica 10-14/ 16-20; 8 e 9 aprile 10-20
Enti promotori:
- Fondazione Zètema
- UBI - Banca Carime per la cultura e per il sociale
Telefono per informazioni: +39 366 9357768
E-Mail info: info@musma.it
Sito ufficiale: http://www.musma.it
In occasione delle festività pasquali, giovedì 5 aprile 2012, dalle ore 17.30, negli ipogei del
Musma, si snoderà la Via Crucis di Fausto Melotti (Rovereto 1901 – Milano 1986), esposta per la
prima volta al pubblico e allestita nel Museo di Scultura Contemporanea sino al 12 maggio 2012,
quando diventerà parte integrante dell’Omaggio a Melotti che il MUSMA sta preparando con le opere di tre
collezioni di tre amici: Vanni Scheiwiller [editore], Toti Scialoja [pittore e poeta], Giuseppe Appella [storico
dell’arte]. Un modo diverso di rileggere cinquant’anni della vita di un grande artista attraverso un sodalizio
che offre la possibilità di raccontare l’arte a Milano e a Roma nella seconda metà del secolo appena
trascorso.
La via Crucis di Fausto Melotti, composta da quattordici dipinti [olio su cartone], eseguiti in due
tempi, tra il 1957 e il 1967, rinnova l’incontro arte-fede e scandisce il percorso di un grande mistero.
Melotti ha raccontato da par suo gli anni del dopoguerra che segnano, con la personale alla Galleria
L’Annunciata presentata da Alfonso Gatto, il suo ritorno alla pittura: “Durante una guerra lunga e crudele e
un dopoguerra sconvolto e senza pace mi trovai alla deriva su strade non mie. Giustifico queste lunghe
pause pensando che l’artista partecipi con lo spirito, anche e soprattutto inconsciamente, alle vicende della
società in cui vive”.
“Io dipingo. In pittura forse abbiamo ancora il modo di dire qualcosa, una parola che almeno non sia
stata pronunciata con quell’accento. Un modo privato, una specie di diario. In scultura più niente da fare, da
dire, dopo quello che è già stato detto e fatto. È morta, per ora. Nessuno può crederci più”. “L’evento
informale, sia nell’arte sia nella natura, dal vibrare del microbo alle cascate dei fiumi, dal tronco all’uragano,
non riesce a catalizzarsi nella forma compiuta, espressione dell’arte. Il taglio di Fontana è l’emblematico
bisogno di uscire dalla giungla informale”.
“Stupido amore della materia. L’arte non nasce plasmata o forgiata o compressa sotto vuoto. Come
Minerva nasce dal cervello. Molte opere d’arte conclamate si rivelano nate da un’idea artigianale, tutta
prevedibile. Un muro invalicabile, il muro della poesia, preclude la cittadella dell’arte. Lì dentro le idee
passeggiano nude”.
“Il raptus drammatico della creazione artistica è simile allo stato d’animo del ragazzo che, trovandosi
a camminare nella notte in una strada deserta, per farsi coraggio canta e, non ricordando più nulla, inventa
la canzone”. “Eliminare il piacere, il gusto della materia. Nella scultura ciò che conta è l’occupazione
armonica dello spazio, nella pittura il gioco profondo del disegno e del colore. Gli aleatori imprevisti della
materia non sono il sogno. Gli stimoli non sono le sensazioni”.
Da questo momento, la pittura sarà compagna fedele di Melotti, un esercizio quotidiano
compiuto nel silenzio dello studio di Via Leopardi a Milano, di Via San Sebastianello a Roma, mai
dimenticando ciò che era stato ed era “il vento della guerra, delle divisioni, delle stragi” e quanto Picasso
avesse segnato con Guernica la prima stazione di una lunga Via Crucis, da percorrere per ritrovare la fede
smarrita.
Le quattordici stazioni di Melotti compiono questo percorso di fede modulando abilmente il
linguaggio della pittura e della scultura, attraverso un accumulo pastoso di colore steso sulla carta col
gesto di chi vuole riflettere su quanto quotidianamente accade intorno a noi, ridando lentamente corpo alle
figure filamentose che si dispiegano intorno al Cristo crocifisso.
Insieme a La via Crucis di Fausto Melotti e alle mostre in programma [OMAGGIO A TADEUSZ
KANTOR e la cartella di Giuseppe Ungaretti, “Ultimi cori per la Terra Promessa”, del 1971, con litografie
originali del pittore e cineasta dadaista Hans Richter], sarà possibile visitare la Collezione del Museo dal
martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 20.00.
Il giorno di Pasqua e lunedì 9 aprile il Musma seguirà l’orario continuato: 10.00 – 20.00
Musma, si snoderà la Via Crucis di Fausto Melotti (Rovereto 1901 – Milano 1986), esposta per la
prima volta al pubblico e allestita nel Museo di Scultura Contemporanea sino al 12 maggio 2012,
quando diventerà parte integrante dell’Omaggio a Melotti che il MUSMA sta preparando con le opere di tre
collezioni di tre amici: Vanni Scheiwiller [editore], Toti Scialoja [pittore e poeta], Giuseppe Appella [storico
dell’arte]. Un modo diverso di rileggere cinquant’anni della vita di un grande artista attraverso un sodalizio
che offre la possibilità di raccontare l’arte a Milano e a Roma nella seconda metà del secolo appena
trascorso.
La via Crucis di Fausto Melotti, composta da quattordici dipinti [olio su cartone], eseguiti in due
tempi, tra il 1957 e il 1967, rinnova l’incontro arte-fede e scandisce il percorso di un grande mistero.
Melotti ha raccontato da par suo gli anni del dopoguerra che segnano, con la personale alla Galleria
L’Annunciata presentata da Alfonso Gatto, il suo ritorno alla pittura: “Durante una guerra lunga e crudele e
un dopoguerra sconvolto e senza pace mi trovai alla deriva su strade non mie. Giustifico queste lunghe
pause pensando che l’artista partecipi con lo spirito, anche e soprattutto inconsciamente, alle vicende della
società in cui vive”.
“Io dipingo. In pittura forse abbiamo ancora il modo di dire qualcosa, una parola che almeno non sia
stata pronunciata con quell’accento. Un modo privato, una specie di diario. In scultura più niente da fare, da
dire, dopo quello che è già stato detto e fatto. È morta, per ora. Nessuno può crederci più”. “L’evento
informale, sia nell’arte sia nella natura, dal vibrare del microbo alle cascate dei fiumi, dal tronco all’uragano,
non riesce a catalizzarsi nella forma compiuta, espressione dell’arte. Il taglio di Fontana è l’emblematico
bisogno di uscire dalla giungla informale”.
“Stupido amore della materia. L’arte non nasce plasmata o forgiata o compressa sotto vuoto. Come
Minerva nasce dal cervello. Molte opere d’arte conclamate si rivelano nate da un’idea artigianale, tutta
prevedibile. Un muro invalicabile, il muro della poesia, preclude la cittadella dell’arte. Lì dentro le idee
passeggiano nude”.
“Il raptus drammatico della creazione artistica è simile allo stato d’animo del ragazzo che, trovandosi
a camminare nella notte in una strada deserta, per farsi coraggio canta e, non ricordando più nulla, inventa
la canzone”. “Eliminare il piacere, il gusto della materia. Nella scultura ciò che conta è l’occupazione
armonica dello spazio, nella pittura il gioco profondo del disegno e del colore. Gli aleatori imprevisti della
materia non sono il sogno. Gli stimoli non sono le sensazioni”.
Da questo momento, la pittura sarà compagna fedele di Melotti, un esercizio quotidiano
compiuto nel silenzio dello studio di Via Leopardi a Milano, di Via San Sebastianello a Roma, mai
dimenticando ciò che era stato ed era “il vento della guerra, delle divisioni, delle stragi” e quanto Picasso
avesse segnato con Guernica la prima stazione di una lunga Via Crucis, da percorrere per ritrovare la fede
smarrita.
Le quattordici stazioni di Melotti compiono questo percorso di fede modulando abilmente il
linguaggio della pittura e della scultura, attraverso un accumulo pastoso di colore steso sulla carta col
gesto di chi vuole riflettere su quanto quotidianamente accade intorno a noi, ridando lentamente corpo alle
figure filamentose che si dispiegano intorno al Cristo crocifisso.
Insieme a La via Crucis di Fausto Melotti e alle mostre in programma [OMAGGIO A TADEUSZ
KANTOR e la cartella di Giuseppe Ungaretti, “Ultimi cori per la Terra Promessa”, del 1971, con litografie
originali del pittore e cineasta dadaista Hans Richter], sarà possibile visitare la Collezione del Museo dal
martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 20.00.
Il giorno di Pasqua e lunedì 9 aprile il Musma seguirà l’orario continuato: 10.00 – 20.00
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