Ana Hillar. Tummo

Ana Hillar, Sun, 2020, gres, cm. 128x35x35
Dal 21 June 2022 al 7 October 2022
Milano
Luogo: TEMPESTA GALLERY
Indirizzo: Foro Buonaparte 68
Orari: da martedì a venerdì 15:00-19:00
E-Mail info: info@tempestagallery.com
Sito ufficiale: http://www.tempestagallery.com
“Tummo, la capacità di resistere
energia nascosta che spinge verso il proseguo della vita.
La rinascita
Il potere segreto della terra vibrando nelle profondità, il potere segreto della vita pulsa dentro.
La bocca del vulcano pronta ad esplodere.
Pulsare di ogni cellula, di ogni organo, interiorità in espansione, vibrazione potente del respiro.
Il respiro come unico motore.
Tummo è l’espressione del battito che instancabilmente resiste,
perdura e si ripete, gesto vitale inconsapevole, istintivo, naturale
inevitabilmente incessante.
Ana Hillar
Tummo in tibetano significa fuoco interiore ed è una tecnica di respirazione praticata dai buddisti da più di mille anni che permette di sopravvivere a condizioni estreme.
Nel nostro vivere in una società sempre più tecnologica, speso dimentichiamo di ascoltare il nostro corpo in quanto organismo-contenitore, perfetto motore dove risiede la forza e la energia del nostro essere. L’attenzione viene posta solo all’esterno, alla superficie, all’immagine, trascurando e spesso bloccando la parte più vitale, istintiva e potente che è in ognuno di noi, quella che ci lega profondamente alla natura. Ana Hillar presenta un corpus di opere materiche e installazioni in gres pensate appositamente per la galleria milanese Tempesta che prosegue il suo percorso di indagine e analisi tra corpo e natura.
Nel percorso espositivo saranno presentate le installazioni site-specific Breath, realizzata con rami in terraglia, gres, fumo e oro, e l’opera sospesa Habitat, realizzate in rami di gres. Completano la mostra una serie di sculture in gres che danno il nome alla mostra, Tummo.
Tummo identifica uno stato d’introspezione, di scoperta e ascolto senza pregiudizi o paura, guardarsi dentro e sentire l’energia vitale e potente che fluisce, la perfetta funzionalità dei nostri organi, la trasformazione continua. Rappresenta anche la volontà di dialogo con la natura, una predisposizione all’ascolto, alla contemplazione dell’esistenza.
Ogni volta che inspiriamo una piccola rivoluzione è in noi, che travolge cellule, flusso sanguineo, attività del cervello, sistema nervoso, il tutto scatenato migliaia di volte nel corso delle nostre vite da un gesto naturale e inconsapevole come l’atto di respirare.
In questo progetto il punto di partenza è la terra, elemento primario dimora e luogo di nascita della vita, che permette ad Ana Hillar di avvicinarsi all’ascolto della natura nel suo insieme, tracciando un’analogia tra l’uomo e le forme vitali del nostro pianeta. L’ambiente, le forze che muovono i flussi dei fiumi, il vigore che sprigiona un seme, la energia latente in un vulcano, la fotosintesi delle piante, sono paragonabili in tutto al funzionamento dell’organismo umano nel suo complesso. Questi sono solo un esempio di adattamento alle condizioni estreme a cui spesso l’uomo e il pianeta, a causa dell’urbanizzazione, sono sottoposti, a dimostrazione di una forte e spontanea capacità di resistenza, e nella natura, anche di rinascita.
“Prelevare dalla terra la materia, avvalermi di tecniche antiche, come la cottura a legna, saper guidare il fuoco per assistere alla necessaria trasformazione è fondamentale nella mia ricerca, avvicinandomi alle radici di una cultura ancestrale che ci appartiene. Non delegare il passaggio all’automatismo della tecnologia, alla comodità di un forno computerizzato, vegliare il fuoco per circa 10 ore, controllare il colore dentro il forno, attendere il tempo dello stupore. Il dialogo diretto con la materia implica un processo lento e lungo, si potrebbe comparare ai cicli dell’agricoltura, la raccolta del materiale, la preparazione, lo sviluppo lento e progressivo della forma, l’essicazione e infine la cottura. Come un mantra, scandisce il tempo in modo lento e ripetitivo. Prima esiste solo un vuoto, la percezione del vuoto, l’ascolto. Costruire attorno al vuoto con la cadenza ritmica delle pulsazioni del corpo, una ripetizione costante del gesto, come il respiro 12.000 litri d’aria che ogni giorno scorrono dentro di noi. Tummo è l’espressione del battito che instancabilmente resiste, perdura e si ripete, inevitabilmente incessante”. Ana Hillar
ANA HILLAR si diploma all'Accademia di Belle Arti di Santa Fe, Argentina, nel 1997. Successivamente si trasferisce in Italia e ottiene un diploma in restauro ceramico archeologico presso l'Istituto d'Arte di Faenza. Ana Hillar si è rivelata alla critica ceramica internazionale come vincitrice del Premio Faenza nella 52° edizione del Concorso Internazionale di Arte Ceramica nel 2001 con l'installazione intitolata "Sombra del Viento".
Nel 2003 tiene la personale "Humano" al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza e da allora numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero. Vive e lavora a Faenza, Italia.
Vernissage 21 giugno ore 18
energia nascosta che spinge verso il proseguo della vita.
La rinascita
Il potere segreto della terra vibrando nelle profondità, il potere segreto della vita pulsa dentro.
La bocca del vulcano pronta ad esplodere.
Pulsare di ogni cellula, di ogni organo, interiorità in espansione, vibrazione potente del respiro.
Il respiro come unico motore.
Tummo è l’espressione del battito che instancabilmente resiste,
perdura e si ripete, gesto vitale inconsapevole, istintivo, naturale
inevitabilmente incessante.
Ana Hillar
Tummo in tibetano significa fuoco interiore ed è una tecnica di respirazione praticata dai buddisti da più di mille anni che permette di sopravvivere a condizioni estreme.
Nel nostro vivere in una società sempre più tecnologica, speso dimentichiamo di ascoltare il nostro corpo in quanto organismo-contenitore, perfetto motore dove risiede la forza e la energia del nostro essere. L’attenzione viene posta solo all’esterno, alla superficie, all’immagine, trascurando e spesso bloccando la parte più vitale, istintiva e potente che è in ognuno di noi, quella che ci lega profondamente alla natura. Ana Hillar presenta un corpus di opere materiche e installazioni in gres pensate appositamente per la galleria milanese Tempesta che prosegue il suo percorso di indagine e analisi tra corpo e natura.
Nel percorso espositivo saranno presentate le installazioni site-specific Breath, realizzata con rami in terraglia, gres, fumo e oro, e l’opera sospesa Habitat, realizzate in rami di gres. Completano la mostra una serie di sculture in gres che danno il nome alla mostra, Tummo.
Tummo identifica uno stato d’introspezione, di scoperta e ascolto senza pregiudizi o paura, guardarsi dentro e sentire l’energia vitale e potente che fluisce, la perfetta funzionalità dei nostri organi, la trasformazione continua. Rappresenta anche la volontà di dialogo con la natura, una predisposizione all’ascolto, alla contemplazione dell’esistenza.
Ogni volta che inspiriamo una piccola rivoluzione è in noi, che travolge cellule, flusso sanguineo, attività del cervello, sistema nervoso, il tutto scatenato migliaia di volte nel corso delle nostre vite da un gesto naturale e inconsapevole come l’atto di respirare.
In questo progetto il punto di partenza è la terra, elemento primario dimora e luogo di nascita della vita, che permette ad Ana Hillar di avvicinarsi all’ascolto della natura nel suo insieme, tracciando un’analogia tra l’uomo e le forme vitali del nostro pianeta. L’ambiente, le forze che muovono i flussi dei fiumi, il vigore che sprigiona un seme, la energia latente in un vulcano, la fotosintesi delle piante, sono paragonabili in tutto al funzionamento dell’organismo umano nel suo complesso. Questi sono solo un esempio di adattamento alle condizioni estreme a cui spesso l’uomo e il pianeta, a causa dell’urbanizzazione, sono sottoposti, a dimostrazione di una forte e spontanea capacità di resistenza, e nella natura, anche di rinascita.
“Prelevare dalla terra la materia, avvalermi di tecniche antiche, come la cottura a legna, saper guidare il fuoco per assistere alla necessaria trasformazione è fondamentale nella mia ricerca, avvicinandomi alle radici di una cultura ancestrale che ci appartiene. Non delegare il passaggio all’automatismo della tecnologia, alla comodità di un forno computerizzato, vegliare il fuoco per circa 10 ore, controllare il colore dentro il forno, attendere il tempo dello stupore. Il dialogo diretto con la materia implica un processo lento e lungo, si potrebbe comparare ai cicli dell’agricoltura, la raccolta del materiale, la preparazione, lo sviluppo lento e progressivo della forma, l’essicazione e infine la cottura. Come un mantra, scandisce il tempo in modo lento e ripetitivo. Prima esiste solo un vuoto, la percezione del vuoto, l’ascolto. Costruire attorno al vuoto con la cadenza ritmica delle pulsazioni del corpo, una ripetizione costante del gesto, come il respiro 12.000 litri d’aria che ogni giorno scorrono dentro di noi. Tummo è l’espressione del battito che instancabilmente resiste, perdura e si ripete, inevitabilmente incessante”. Ana Hillar
ANA HILLAR si diploma all'Accademia di Belle Arti di Santa Fe, Argentina, nel 1997. Successivamente si trasferisce in Italia e ottiene un diploma in restauro ceramico archeologico presso l'Istituto d'Arte di Faenza. Ana Hillar si è rivelata alla critica ceramica internazionale come vincitrice del Premio Faenza nella 52° edizione del Concorso Internazionale di Arte Ceramica nel 2001 con l'installazione intitolata "Sombra del Viento".
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