Ciò che l'apparire lascia trasparire

Ciò che l'apparire lascia trasparire, MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone

 

Dal 01 Febbraio 2014 al 09 Marzo 2014

Lissone | Milano

Luogo: MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone

Indirizzo: viale Padania 6

Orari: martedì, mercoledì e venerdì 15-19; giovedì 15-23; sabato e domenica 10-12/ 15-19

Curatori: Alberto Zanchetta

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 039 2145174

E-Mail info: museo@comune.lissone.mb.it

Sito ufficiale: http://www.comune.lissone.mb.it


Il piano interrato del museo, che lo scorso anno è stato deputato al riordino tematico della collezione permanente, inaugura la stagione 2014 con le nuove raccolte d’arte. Assecondando la tradizione del MAC di Lissone, ampio respiro è stato dedicato alle opere pittoriche, a cominciare dalle acquisizioni del Premio Lissone 2012, che annoverano il grande Animale fermato di Paola Angelini [San Benedetto del Tronto, 1983], un dipinto su plexiglass di Elsa Salonen [Turku-Finland, 1984] e le due opere che sono valse il primo premio a Mattia Barbieri [Brescia, 1985]. L’excursus continua con un piccolo autoritratto di Ettore Tripodi [Milano, 1985], una inedita losanga di Daniele Bacci [Lucca, 1975] e un Esercizio di misurazione della breve media e lunga distanza di Gianni Moretti [Perugia, 1978]. In tale disbrigo prendono posto anche il collage della serie Crossage di Umberto Chiodi [Bentivoglio-Bologna, 1981], i disegni su legno di Nero/Alessandro Neretti [Faenza, 1980] e il paesaggio rupestre di Francesco Locatelli [Milano, 1985]. Segue un cambio generazionale con i dipinti di Arcangelo, Cingolani, Pastorello e Di Marco. Esponente del “Ritorno alla pittura” vaticinato dal clima postmoderno, le opere di Arcangelo [Avellino, 1956] indagano con sguardo antropologico la conoscenza e il confronto con temi di diversa estrazione culturale. Alla Nuova figurazione emersa a cavallo degli anni Ottanta e Novanta appartiene invece Marco Cingolani [Como, 1961], presente nelle collezioni con un acrilico su carta del 2011. Di Giovanni Manunta Pastorello [Sassari, 1967], capofila della nuova scuola di pittori sardi, viene proposto un recente paesaggio su tela. Andrea Di Marco [Palermo, 1970-2012], cui il MAC aveva dedicato un omaggio all’indomani della scomparsa, viene qui ricordato con un olio su tela del 2011, donato dagli eredi dell’artista, e un piccolo olio su carta del 2005. L’esposizione assume poi un carattere più scultoreo e installativo con l’opera Infinito di Virginia Zanetti [Fiesole, 1981], che consiste in due cerchi di vetro sovrapposti, e Welcome di Gianluca Zonca [Arona, 1986], una piastra in acciaio inox che dà il benvenuto all’interno del piano. Dello stesso avviso sono anche due micro-sculture: la pipa in radica e stucco di Armida Gandini [Brescia, 1968] e L’Odradek di Paride Petrei [Pescara, 1978], una struttura in feltro, metallo e sale marino. Accanto a un taccuino di disegni realizzati a Lissone nel maggio del 2013, Matteo Fato [Pescara, 1979] presenta un’installazione che accorpa opere di anni diversi, creando così un “minimo compendio” della propria ricerca. La collezione si conclude quindi con due artisti del Belgio, Philippe Van Damme [Bruxelles, 1965] e Cel Crabeels [Antwerp, 1958]; il primo presenta un progetto su carta ritenuto irrealizzabile il secondo un video girato lo scorso anno sull’Isola Comacina.


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