Cristian Avram. Look out, see in

Cristian Avram, Midnight blues, 2021, oil on canvas, 118 x 150 cm. Courtesy Boccanera Gallery Trento - Milano
Dal 23 Novembre 2023 al 13 Gennaio 2024
Milano
Luogo: Boccanera Gallery
Indirizzo: Via Giovanni Ventura 6
Orari: giovedì - venerdì, 15 - 19 | sabato, 14 - 19
Telefono per informazioni: +39 0461 984206
E-Mail info: info@boccaneragallery.com
Sito ufficiale: http://boccaneragallery.com
Boccanera Gallery è lieta di presentare Look out, see in, mostra personale dell’artista rumeno Cristian Avram. La mostra è allestita negli spazi espositivi di Boccanera Gallery Milano e sarà visitabile dal 24 novembre 2023 al 13 gennaio 2024.
In occasione della mostra, verrà ospitata l’opera di Tracey Snelling, Chongqing Nights proveniente dalla galleria Studio la Città di Verona, grazie alla stretta collaborazione tra le due gallerie.
Look out, see in propone uno sguardo organico e complessivo sulla ricerca e la pratica di Cristian Avram, analizzando più da vicino la continua presenza di alcune tematiche iconografiche nelle sue opere, che possiamo qualificare come veri e propri leitmotive.
Mediante lo scherzoso gioco di parole che ne caratterizza il titolo, la mostra Look out, see in analizza l’uso di porte, finestre e specchi nella pratica pittorica dell’artista rumeno.
Questi elementi iconografici esemplificano metaforicamente l’idea di una soglia tra la dimensione privata e pubblica, di un limite oltre il quale si aprono l’Altrove e l’Altro, nonché dimensioni fisiche rispetto alle quali si proiettano l’immaginazione umana, il sogno e la fantasia.
Nel loro essere elementi sospesi tra realtà, sogno e psiche, Avram impiega porte, finestre e specchi come veri e propri strumenti reali e immaginari atti a determinare una raffinata scelta del colore e, proprio a partire da quest’ultima, un peculiare effetto luminoso all’interno dell’opera. Grazie a specifiche scelte cromatiche e velature, Cristian Avram riesce a determinare interessanti effetti di luce che muovono dalle algide atmosfere crepuscolari provenienti dall’esterno sino al calore rasserenante evocato dall’ambiente domestico e famigliare.
Nelle sue opere, Avram riesce a condensare esperienze e ricordi personali, incorniciandoli in sofisticate composizioni geometriche dal taglio pittorico tradizionale, nelle quali questi elementi iconografici rivestono un ruolo fondamentale. Non solo rappresentano varchi concreti e in parte ancestrali - quasi magici - tra l’aldiquà e l’aldilà ma un’esemplificazione diretta dello sguardo dell’artista. In questo senso, porte, finestre e specchi si qualificano come luoghi dello sguardo, attraverso i quali è potenziata la generale atmosfera metafisica che si respira nelle opere dell’artista: questi dispositivi ottici registrano e sono a loro volta lasciti della presenza e assenza umana, impronte della quotidianità e del vissuto.
A fronte della loro valenza allegorica, nelle opere di Avram questi elementi appaiono come un richiamo metaforico all’uomo moderno, un memento allo sgretolarsi delle sue certezze, riducendo la realtà a frammenti percettivi.
Sulle orme della tradizione pittorica modernista di René Magritte ed Edward Hopper, Avram sembra recuperare e appropriarsi di un insito senso di estraneità e disagio che caratterizza questi elementi iconografici e, attraverso la cui visione, la realtà si qualifica come un intricato enigma senza soluzione. Attraverso questi spiragli, i personaggi di Avram sembrano sospesi e intenti nell’interrogarsi sulla propria esistenza, dando corpo alla loro solitudine.
Questi elementi dello sguardo sottolineano al tempo stesso un modus operandi della contemporaneità e uno specifico sguardo sul mondo, una linea di demarcazione tra ciò che pensiamo e vediamo, un punto verso il quale convergono forze opposte e contrastanti che trovano nell’inquadratura il giusto grado di equilibrio. Porte, finestre e specchi agiscono come filtri e fratture che si aprono sul visibile restituendoci la nostra personale rielaborazione della realtà, il nostro universo poetico, il nostro sentimento di vita.
testo a cura di Eva Adduci
Opening 23.11.2023 | 5 - 9 pm
In occasione della mostra, verrà ospitata l’opera di Tracey Snelling, Chongqing Nights proveniente dalla galleria Studio la Città di Verona, grazie alla stretta collaborazione tra le due gallerie.
Look out, see in propone uno sguardo organico e complessivo sulla ricerca e la pratica di Cristian Avram, analizzando più da vicino la continua presenza di alcune tematiche iconografiche nelle sue opere, che possiamo qualificare come veri e propri leitmotive.
Mediante lo scherzoso gioco di parole che ne caratterizza il titolo, la mostra Look out, see in analizza l’uso di porte, finestre e specchi nella pratica pittorica dell’artista rumeno.
Questi elementi iconografici esemplificano metaforicamente l’idea di una soglia tra la dimensione privata e pubblica, di un limite oltre il quale si aprono l’Altrove e l’Altro, nonché dimensioni fisiche rispetto alle quali si proiettano l’immaginazione umana, il sogno e la fantasia.
Nel loro essere elementi sospesi tra realtà, sogno e psiche, Avram impiega porte, finestre e specchi come veri e propri strumenti reali e immaginari atti a determinare una raffinata scelta del colore e, proprio a partire da quest’ultima, un peculiare effetto luminoso all’interno dell’opera. Grazie a specifiche scelte cromatiche e velature, Cristian Avram riesce a determinare interessanti effetti di luce che muovono dalle algide atmosfere crepuscolari provenienti dall’esterno sino al calore rasserenante evocato dall’ambiente domestico e famigliare.
Nelle sue opere, Avram riesce a condensare esperienze e ricordi personali, incorniciandoli in sofisticate composizioni geometriche dal taglio pittorico tradizionale, nelle quali questi elementi iconografici rivestono un ruolo fondamentale. Non solo rappresentano varchi concreti e in parte ancestrali - quasi magici - tra l’aldiquà e l’aldilà ma un’esemplificazione diretta dello sguardo dell’artista. In questo senso, porte, finestre e specchi si qualificano come luoghi dello sguardo, attraverso i quali è potenziata la generale atmosfera metafisica che si respira nelle opere dell’artista: questi dispositivi ottici registrano e sono a loro volta lasciti della presenza e assenza umana, impronte della quotidianità e del vissuto.
A fronte della loro valenza allegorica, nelle opere di Avram questi elementi appaiono come un richiamo metaforico all’uomo moderno, un memento allo sgretolarsi delle sue certezze, riducendo la realtà a frammenti percettivi.
Sulle orme della tradizione pittorica modernista di René Magritte ed Edward Hopper, Avram sembra recuperare e appropriarsi di un insito senso di estraneità e disagio che caratterizza questi elementi iconografici e, attraverso la cui visione, la realtà si qualifica come un intricato enigma senza soluzione. Attraverso questi spiragli, i personaggi di Avram sembrano sospesi e intenti nell’interrogarsi sulla propria esistenza, dando corpo alla loro solitudine.
Questi elementi dello sguardo sottolineano al tempo stesso un modus operandi della contemporaneità e uno specifico sguardo sul mondo, una linea di demarcazione tra ciò che pensiamo e vediamo, un punto verso il quale convergono forze opposte e contrastanti che trovano nell’inquadratura il giusto grado di equilibrio. Porte, finestre e specchi agiscono come filtri e fratture che si aprono sul visibile restituendoci la nostra personale rielaborazione della realtà, il nostro universo poetico, il nostro sentimento di vita.
testo a cura di Eva Adduci
Opening 23.11.2023 | 5 - 9 pm
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