Dancing30. Mostra personale di Kings
Dal 19 Aprile 2021 al 16 Luglio 2021
Milano
Luogo: Viasaterna
Indirizzo: Via Giacomo Leopardi 32
Telefono per informazioni: +39.02.36725378
Sito ufficiale: http://www.viasaterna.com
Viasaterna è pronta a presentare, da lunedì 19 aprile a venerdì 16 luglio su appuntamento, la mostra Dancing30 di Kings, duo artistico costituito da Daniele Innamorato e Federica Perazzoli, con una selezione di opere che include neon, collage, installazione sonora, scrittura e wallpaper. La mostra introduce la misteriosa storia del Club30, locale dance abbandonato e senza tempo, posto al civico mancante di via Leopardi, tra il ventotto e il trentadue. Un’insegna ne svela la presenza e invita a entrare seguendo l’eco della sua musica.
In quell’edificio senza numero “i lavori di ristrutturazione erano appena iniziati quando un giorno avvenne la scoperta. In un’intercapedine tra le scale e il muro portante, avvolto da un nastrino rosso, un pacco di lettere era nascosto con cura. Lettere scritte a mano su carta papiro raccontavano la storia del Club30”. Un luogo surreale, popolato da maschere mitologiche, apparizioni animalesche, donne bellissime ed eleganti signori dell’alta società dal sapore buzzatiano o, ancora, provenienti dall’immaginario del Kubrik di Eyes Wide Shut. Personaggi di cui si scorgono i volti nelle opere a collage di piccole e grandi dimensioni, sovrapposti, ritagliati minuziosamente da altri libri, documenti, stampe in edizione, figurine, tutte combinate insieme, come nell’opera di Dolls House di Max Ernst, dove si trovano all’interno di stanze e finestre affollate di un intero palazzo che rimandano ai gironi danteschi o alla Torre di Babele, in una molteplicità di intrecci complessi. E ancora: immagini iconografiche, come Veneri rinascimentali, affiancate dai ritratti di Andy Warhol, Le Corbusier. Immagini e figure archetipiche, in grado di sospendere e condensare nuovi mondi di relazioni parlanti e in potenza.
Dopo i personaggi il visitatore incontra il monito, l’invito: l’opera neon Wanna Dance su tenda argento agisce come un apripista per coloro che proseguono il percorso alla scoperta di questo luogo, con la musica dal piano inferiore che avvolge piano piano, inducendo ad accogliere il messaggio del neon a inseguirne la danza. Ad attendere il visitatore vi sono un’installazione luminosa e le note delle tracce musicali inedite, non riconducibili a un tempo e a uno stile precisi, selezionate dagli artisti. La loro musica avvolge il volume scuro di tutta la stanza, in cui le parole neon Cigarettes after Sex rendono tutto più vivo e in attesa, come se il concerto fosse appena terminato o stesse per iniziare.
È proprio dalla musica, fonte inesauribile di ispirazione e sperimentazione per gli artisti, che si estende una nuova concezione capace di liberare l’arte e lo spazio; generando una nuova storia, tra neon di colori brillanti e diaframmi di figure disparate, in cui parola, suono, figurazione si incontrano in un turbinio di segni e stratificazioni.
Dancing30 è tutto questo; il suo immaginario vive tra passato e futuro prossimo, grazie alle sue luci che accendono suggestioni inedite e alla sua musica tutta da danzare.
Kings è il duo artistico di Federica Perazzoli e Daniele Innamorato che iniziano a lavorare
insieme dai primi anni del duemila. Più che semplicemente un duo, è la coppia è il nucleo
fondante attorno a cui ruotano artisti e creativi come in una nuova Factory Warholiana, in
un lavoro che spazia tra le più diverse espressioni e tecniche, privilegiando la fotografia e
il neon, ma sconfinando nella scultura, nell’installazione, nel merchandising fino alla
pubblicazione di libri d’artista e magazine autoprodotte. È il sociale il punto di partenza
della poetica di Kings, in un pensiero che esula tra intenti e coinvolgimenti politico-sociali,
e la sfera musicale come ispirazione profonda. Tra le mostre collettive si ricordano in
particolare quelle ad Isola Art Center (Milano, 2007; 2008; 2009; 2014), in importanti
istituzioni come al Palazzo Ducale (Genova, 2006), Fondazione Sandretto Re Rebauengo
(Torino, 2007), Centro Luigi Pecci (Prato, 2009), Triennale (Milano, 2012), e la mostra
itinerante, Do Ut Do nel 2016 nei musei Mast e Mambo di Bologna, Mart a Rovereto, Madre
di Napoli, Reggia di Caserta e Guggenheim di Venezia. Le mostre personali, invece
includono sia spazi privati, come le collaborazioni con Artra Gallery (Milano, 2005) a cura
di Scotini, Plastic (Milano, 2005; 2013), Dimore Studio (Milano, 2009), Marsèlleria (Milano,
2014; 2016; 2017) e Molin Corvo Gallery (Parigi, 2015), che musei e istituzioni pubbliche,
come Kunsthalle Locarno, (Locarno, 2006), Museo Pecci (Milano, 2010), Assab One
(Milano, 2010) o con istallazioni urbane, come l’ultimo progetto a Palermo (2018) a cura
di Maria Chiara Valacchi, in occasione di Manifesta12.
In quell’edificio senza numero “i lavori di ristrutturazione erano appena iniziati quando un giorno avvenne la scoperta. In un’intercapedine tra le scale e il muro portante, avvolto da un nastrino rosso, un pacco di lettere era nascosto con cura. Lettere scritte a mano su carta papiro raccontavano la storia del Club30”. Un luogo surreale, popolato da maschere mitologiche, apparizioni animalesche, donne bellissime ed eleganti signori dell’alta società dal sapore buzzatiano o, ancora, provenienti dall’immaginario del Kubrik di Eyes Wide Shut. Personaggi di cui si scorgono i volti nelle opere a collage di piccole e grandi dimensioni, sovrapposti, ritagliati minuziosamente da altri libri, documenti, stampe in edizione, figurine, tutte combinate insieme, come nell’opera di Dolls House di Max Ernst, dove si trovano all’interno di stanze e finestre affollate di un intero palazzo che rimandano ai gironi danteschi o alla Torre di Babele, in una molteplicità di intrecci complessi. E ancora: immagini iconografiche, come Veneri rinascimentali, affiancate dai ritratti di Andy Warhol, Le Corbusier. Immagini e figure archetipiche, in grado di sospendere e condensare nuovi mondi di relazioni parlanti e in potenza.
Dopo i personaggi il visitatore incontra il monito, l’invito: l’opera neon Wanna Dance su tenda argento agisce come un apripista per coloro che proseguono il percorso alla scoperta di questo luogo, con la musica dal piano inferiore che avvolge piano piano, inducendo ad accogliere il messaggio del neon a inseguirne la danza. Ad attendere il visitatore vi sono un’installazione luminosa e le note delle tracce musicali inedite, non riconducibili a un tempo e a uno stile precisi, selezionate dagli artisti. La loro musica avvolge il volume scuro di tutta la stanza, in cui le parole neon Cigarettes after Sex rendono tutto più vivo e in attesa, come se il concerto fosse appena terminato o stesse per iniziare.
È proprio dalla musica, fonte inesauribile di ispirazione e sperimentazione per gli artisti, che si estende una nuova concezione capace di liberare l’arte e lo spazio; generando una nuova storia, tra neon di colori brillanti e diaframmi di figure disparate, in cui parola, suono, figurazione si incontrano in un turbinio di segni e stratificazioni.
Dancing30 è tutto questo; il suo immaginario vive tra passato e futuro prossimo, grazie alle sue luci che accendono suggestioni inedite e alla sua musica tutta da danzare.
Kings è il duo artistico di Federica Perazzoli e Daniele Innamorato che iniziano a lavorare
insieme dai primi anni del duemila. Più che semplicemente un duo, è la coppia è il nucleo
fondante attorno a cui ruotano artisti e creativi come in una nuova Factory Warholiana, in
un lavoro che spazia tra le più diverse espressioni e tecniche, privilegiando la fotografia e
il neon, ma sconfinando nella scultura, nell’installazione, nel merchandising fino alla
pubblicazione di libri d’artista e magazine autoprodotte. È il sociale il punto di partenza
della poetica di Kings, in un pensiero che esula tra intenti e coinvolgimenti politico-sociali,
e la sfera musicale come ispirazione profonda. Tra le mostre collettive si ricordano in
particolare quelle ad Isola Art Center (Milano, 2007; 2008; 2009; 2014), in importanti
istituzioni come al Palazzo Ducale (Genova, 2006), Fondazione Sandretto Re Rebauengo
(Torino, 2007), Centro Luigi Pecci (Prato, 2009), Triennale (Milano, 2012), e la mostra
itinerante, Do Ut Do nel 2016 nei musei Mast e Mambo di Bologna, Mart a Rovereto, Madre
di Napoli, Reggia di Caserta e Guggenheim di Venezia. Le mostre personali, invece
includono sia spazi privati, come le collaborazioni con Artra Gallery (Milano, 2005) a cura
di Scotini, Plastic (Milano, 2005; 2013), Dimore Studio (Milano, 2009), Marsèlleria (Milano,
2014; 2016; 2017) e Molin Corvo Gallery (Parigi, 2015), che musei e istituzioni pubbliche,
come Kunsthalle Locarno, (Locarno, 2006), Museo Pecci (Milano, 2010), Assab One
(Milano, 2010) o con istallazioni urbane, come l’ultimo progetto a Palermo (2018) a cura
di Maria Chiara Valacchi, in occasione di Manifesta12.
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