Filippo Berta. Sulla retta via
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Filippo Berta, Sulla retta via (On the straight and narrow), 2014, HD Video, 1’ 43’’. Stampa Fotografica Diasec
Dal 06 Febbraio 2016 al 03 Aprile 2016
Lissone | Milano
Luogo: Museo d’Arte Contemporanea
Indirizzo: viale Padania 6
Orari: Mercoledì e Venerdì 10-13; Giovedì 16-23; Sabato e Domenica 10-12 / 15-19
Curatori: Alberto Zanchetta
Telefono per informazioni: +39 039 7397368 / 039 2145174
E-Mail info: museo@comune.lissone.mb.it
Sito ufficiale: http://www.museolissone.it/
Nella Project Room del secondo piano, il MAC di Lissone presenta Sulla retta via di Filippo Berta, video che nel 2014 è entrato nella rosa delle opere finaliste della settima edizione del Talent Prize indetto da Guido Talarico Editore.
Eppure, il medium di Filippo Berta non è riducibile soltanto al video, per le sue micro-narrazioni egli assume le persone come “tedofori” estetici, portatrici cioè di significati e di differenze: ogni opera è infatti tesa ad analizzare l’identità del singolo individuo in seno alla collettività, sviscerando i rapporti e/o le tensioni che si creano a livello interpersonale.
Le inquadrature di Sulla retta via ci mostrano una battigia calpestata da uomini e donne disposti in fila indiana.
La loro traiettoria è ondivaga proprio come l’acqua che, dopo aver risalito la china della spiaggia, si arresta e si ritira, e di nuovo, e ancora.
Le persone avanzano e al contempo si ritraggono, cercano in tutti i modi di seguire la linea tracciata dalla schiuma del mare, marcando con il loro passaggio una traiettoria che è imprevedibile, in perenne trasformazione.
In questa grande distesa d’acqua e di terra, le persone ci appaiono come granelli sospinti da una parte all’altra, in balia di una natura che cercano di assecondare, ma che non riescono mai a imbrigliare in uno schema fisso.
Nelle immagini che scorrono si ode il brusio del vento e lo sciabordio delle acque, “silenzio” che ci obbliga a osservare più attentamente il movimento a serpentina che si snoda sul bagnasciuga, quell’ipnotica e inane oscillazione umana che insegue la risacca del mare.
L’unicità con cui ogni onda si frange sulla battigia mette in evidenza le piccole discrepanze tra i movimenti e i gesti delle singole persone (a rimarcare una differenza all’interno della società di cui fanno parte).
Ma se a ogni piè sospinto i precedenti vengono cancellati, e il percorso dimenticato, di quest’esperienza non resterà altro che un dolce naufragar nell’effimero?
Filippo Berta è nato a Treviglio nel 1977.
Ha esposto al Museo Madre di Napoli, al Jonkopings Lans Museum (S), alla Staedtischegalerie di Brema (D), al State Museum of Contemporary Art di Salonicco (GR), al Museo di Pori (FIN), al Vandalorum Museum di Varnamo (S). Ha preso parte alla IV Biennale di Salonicco (GR), alla V Biennale di Praga (CZ) e alla III Biennale di Mosca (RUS).
Ha inoltre partecipato a diversi festival, tra cui: XXX Festival Internazionale di Sarajevo (BIH), International Konst Film Festival (S), III Performance Festival di Salonicco (GR), Corpus 3 (IT), Romaeuropa Festival/Vita Digitale (IT), Tulca, After the fall (IR), European Performance Art Festival (PL), Zoom VI Edition (IT). Nel 2015 ha vinto il Premio Fondazione MIA di Bergamo, nel 2014 il Premio Maretti de L’Avana e nel 2008 è stato tra i vincitori della IV Edizione del Premio Internazionale della Performance della Galleria Civica di Trento.
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