Georges de la Tour a Milano
olio su tela, 137 x 101 cm. Musée du Louvre, Paris
Dal 26 Novembre 2011 al 08 Gennaio 2012
Milano
Luogo: PALAZZO MARINO
Indirizzo: Piazza Della Scala 5
Orari: tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30 giovedi e sabato aperto sino alle 22.30
Curatori: Valeria Merlini, Daniela Storti
Costo del biglietto: ingresso libero
Sito ufficiale: http://www.comune.milano.it
L’evento che per il quarto anno consecutivo occupa pacificamente e con grande
entusiasmo la bella sala Alessi di Palazzo Marino, offrendo l’opportunità ai
cittadini milanesi e a tutti coloro che per turismo o per lavoro saranno in
città tra il 26 Novembre e l’8 Gennaio, di confrontarsi con la grande arte,
propone in questa edizione alcuni ulteriori spunti di coinvolgimento. La
mostra, ospitata dal Comune di Milano e prodotta da Eni in partnership con
il Museo del Louvre, accoglie in un significativo allestimento due straordinari
dipinti di Georges de La Tour, uno dei massimi esponenti della pittura francese
del Seicento e noto ai più come il “Caravaggio francese”. La tentazione di
presentare al grande pubblico un autore forse meno glamur rispetto agli anni
passati è stata stimolata dalla grande attenzione che il pubblico ha manifestato
per lo stile di questo tipo di esposizione. Questo tende a focalizzare l’attenzione
su un’opera unica, sottolineando la sua eccezionalità attraverso un ampio
percorso di approfondimento favorito dalla vasta offerta di supporti didattici
proposti in mostra. Pur mantenendo intatto tale principio, quest’anno per sostenere il grande
interesse che la riscoperta del geniale pittore sta generando, in accordo con
il Museo del Louvre, le opere esposte saranno appunto due: L’Adorazione
dei pastori e il San Giuseppe falegname, entrambe appartenenti al corpus dei
suggestivi dipinti notturni dell’artista lorenese.
Anche il catalogo edito da Skira, corredato da prestigiosi saggi, seguirà in
questa pubblicazione una linea di approfondimento critico di più ampio spettro
rispetto agli anni passati, nel tentativo di colmare almeno in parte la carenza di
bibliografia sull’autore. Nato a Vic-sur-Seille nel 1593, ma vissuto a Lunéville
dove si trasferì in seguito a un fortunato matrimonio, dopo la sua morte La
Tour venne completamente dimenticato. Suo figlio Etienne, l’unico che lo aveva
seguito nella professione, rimasto solo, chiuse repentinamente l’attività paterna,
dedicandosi ad altro. Dopo secoli di totale oblio, solo nel 1915 lo studioso
Hermann Voss iniziò la lenta ricostruzione dell’immagine artistica del pittore
lorenese, oggi al centro di importanti studi. Anche se resta ancora estremamente
incerta l’ipotesi di un suo viaggio di formazione in Italia, l’eco dirompente
del caravaggismo giunse molto presto in Francia e La Tour seppe coglierne
spunti importanti, sebbene dal punto di vista stilistico e tecnico rimase sempre
fortemente legato alla pittura nordica e fiamminga. La sorprendente vita di
Georges de La Tour, la storia della Lorena della prima metà del diciassettesimo
secolo e i drammatici eventi storici che sconvolsero l’Europa di quegli anni,
saranno illustrati contestualmente a notizie scientifiche sulla tecnica pittorica,
da restauratori e storici dell’arte che riceveranno il pubblico dei visitatori che
varcherà le porte di Palazzo Marino, per condividere con noi l’emozione di
trovarsi difronte a due capolavori, intimi e silenziosi, di un fascino eterno.
entusiasmo la bella sala Alessi di Palazzo Marino, offrendo l’opportunità ai
cittadini milanesi e a tutti coloro che per turismo o per lavoro saranno in
città tra il 26 Novembre e l’8 Gennaio, di confrontarsi con la grande arte,
propone in questa edizione alcuni ulteriori spunti di coinvolgimento. La
mostra, ospitata dal Comune di Milano e prodotta da Eni in partnership con
il Museo del Louvre, accoglie in un significativo allestimento due straordinari
dipinti di Georges de La Tour, uno dei massimi esponenti della pittura francese
del Seicento e noto ai più come il “Caravaggio francese”. La tentazione di
presentare al grande pubblico un autore forse meno glamur rispetto agli anni
passati è stata stimolata dalla grande attenzione che il pubblico ha manifestato
per lo stile di questo tipo di esposizione. Questo tende a focalizzare l’attenzione
su un’opera unica, sottolineando la sua eccezionalità attraverso un ampio
percorso di approfondimento favorito dalla vasta offerta di supporti didattici
proposti in mostra. Pur mantenendo intatto tale principio, quest’anno per sostenere il grande
interesse che la riscoperta del geniale pittore sta generando, in accordo con
il Museo del Louvre, le opere esposte saranno appunto due: L’Adorazione
dei pastori e il San Giuseppe falegname, entrambe appartenenti al corpus dei
suggestivi dipinti notturni dell’artista lorenese.
Anche il catalogo edito da Skira, corredato da prestigiosi saggi, seguirà in
questa pubblicazione una linea di approfondimento critico di più ampio spettro
rispetto agli anni passati, nel tentativo di colmare almeno in parte la carenza di
bibliografia sull’autore. Nato a Vic-sur-Seille nel 1593, ma vissuto a Lunéville
dove si trasferì in seguito a un fortunato matrimonio, dopo la sua morte La
Tour venne completamente dimenticato. Suo figlio Etienne, l’unico che lo aveva
seguito nella professione, rimasto solo, chiuse repentinamente l’attività paterna,
dedicandosi ad altro. Dopo secoli di totale oblio, solo nel 1915 lo studioso
Hermann Voss iniziò la lenta ricostruzione dell’immagine artistica del pittore
lorenese, oggi al centro di importanti studi. Anche se resta ancora estremamente
incerta l’ipotesi di un suo viaggio di formazione in Italia, l’eco dirompente
del caravaggismo giunse molto presto in Francia e La Tour seppe coglierne
spunti importanti, sebbene dal punto di vista stilistico e tecnico rimase sempre
fortemente legato alla pittura nordica e fiamminga. La sorprendente vita di
Georges de La Tour, la storia della Lorena della prima metà del diciassettesimo
secolo e i drammatici eventi storici che sconvolsero l’Europa di quegli anni,
saranno illustrati contestualmente a notizie scientifiche sulla tecnica pittorica,
da restauratori e storici dell’arte che riceveranno il pubblico dei visitatori che
varcherà le porte di Palazzo Marino, per condividere con noi l’emozione di
trovarsi difronte a due capolavori, intimi e silenziosi, di un fascino eterno.
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