Georges Rouault. Passion
Dal 08 Aprile 2014 al 04 Maggio 2014
Milano
Luogo: Cappella S. Francesco - Università Cattolica
Indirizzo: largo Gemelli 1
Orari: da lunedì a sabato (tranne il mercoledì) 9-17
Curatori: Centro pastorale dell’Ateneo, Istituto di Storia dell’arte (Cecilia De Carli)
Telefono per informazioni: +39 02 72342307 / 335 1223934
E-Mail info: emanuela.gazzotti@unicatt.it
Sito ufficiale: http://areastampa.unicatt.it
In occasione della Quaresima, oltre alla mostra aperta nella cappella S. Cuore di largo Gemelli, l’8 aprile verrà inaugurata nella cappella S. Francesco dell’Università Cattolica in largo Gemelli 1 a Milano l’esposizione Passion di Georges Rouault, pittore francese vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.
Le acqueforti e le acquetinte che verranno esposte nella cappella (primo piano, scala C di largo Gemelli, 1 a Milano) costituiscono una serie composta da Rouault fra il 1935 e il 1936 per il testo Passion dell’amico scrittore André Suarès che, insieme a disegni per silografia, l’editore Vollard pubblica a Parigi nel 1939.
La mostra, curata dal Centro pastorale dell’Ateneo in collaborazione con l’istituto di Storia dell’arte e in particolare con Cecilia De Carli, docente di Storia dell’arte contemporanea, sarà visitabile dall’8 aprile fino al 4 maggio da lunedì a sabato (tranne il mercoledì) dalle 9 alle 17. All’inaugurazione alle 11.30 saranno presenti monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, la professoressa Cecilia De Carli, il collezionista Luigi Tavola, proprietario delle opere.
La serie completa delle 17 tavole, 7 a colori e 10 in bianco e nero, acqueforti e acquetinte più 1 silografia derivante dai disegni prodotti da Rouault per Passion provengono dalla Collezione di Luigi Tavola. Esse affrontano il percorso della Passione di Cristo, allargando l’itinerario delle stazioni liturgiche della Via Crucis e del racconto dei Vangeli. Da queste opere traspare una toccante condizione umana che vede il Cristo ora alle porte della città, fra operai, intellettuali, peccatori, prostitute, ora a colloquio con il diavolo, oltre che con i discepoli e le pie donne. Quell’umanità che attraversa le regioni più desolate dell’esistenza è presente all’artista in tutta la sua drammaticità, come una ferita di cui vuole condividere il dolore e la pena senza censura.
Mounier, Léon Bloy, Peguy, Jacques e Raïssa Maritain, “i grandi amici” dell’artista, sono i suoi maestri e compagni di strada, ai quali mostra dipingendo il suo anticonformismo, il suo odio per la mediocrità borghese, ma anche la sua ricerca di una verità più profonda.
I protagonisti delle sue tavole riempiono lo spazio pittorico con una necessità unica e misteriosa, “affine - scrive Maritain - a quella con cui le nature di un universo riempiono i loro limiti.” (Frontières de la poesie et autres essais, trad.it. 1985, p. 31).
La sua originalità, interna all’atto del dipingere, rende giganti, si potrebbe dire intimi, i personaggi di Passion che si ritrovano immersi in uno straordinario paesaggio. Quel paesaggio che - aveva pronosticato Suarès - Rouault sarebbe stato l’unico in grado di ricreare come “paesaggio religioso”. È là, infatti, dove quell’umanità derelitta è immersa e già incorporata nella traccia della salvezza.
Parigi 1871-1958
Nato in uno scantinato durante il bombardamento di Parigi del 1871, Georges Rouault trascorre l’infanzia nei vecchi quartieri di Belleville e di Montmartre dove ha modo di osservare il duro lavoro di artigiani e operai. Il suo apprendistato inizia nella bottega di un restauratore di vetrate. A 19 anni si iscrive all’École Nationale des Beaux-Arts dove incontra Gustave Moreau, direttore dell’Accademia, personalità straordinaria da cui gli allievi apprendono la lezione dei classici e dei moderni, da Poussin a Cézanne.
Moreau, che ha una particolare predilezione per Rouault, incoraggia la pittura del giovane e gli permette di accedere alla sua biblioteca, dove Baudelaire e Shakespeare sono i prediletti. I suoi primi dipinti, premiati nel 1894, Coriolano nella casa di Tullio e Il Bambino Gesù fra i dottori, molto vicini allo stile simbolista del maestro, ricevono il plauso della critica e lo immettono nella filiera dell’arte. Conosce Ambrois Vollard, noto collezionista e mercante che poi decreterà la sua fortuna economica. Intanto avvicina il padre domenicano Vallèe, che diviene sua guida spirituale. La crisi attraversata dopo la morte di Moreau (1898) contribuisce ad indirizzarlo verso una linea poetica del tutto originale, corroborata dalla conoscenza di Leon Bloy (1904) e dei coniugi Maritain (1905). Di qui la scelta di volgere lo sguardo, almeno fino al 1910-1912, su un’umanità che desta raccapriccio al borghese ben pensante, raffigurando acrobati, prostitute, giudici e condannati. Aspramente rifiutato dalla critica, trova comprensione e stima in Maritain che intreccia, a più riprese, la sua estetica con la produzione pittorica dell’artista. A partire dal 1914-1915 Rouault ritorna al tema religioso fino alla nota serie di incisioni del Miserere, le cui tavole saranno pubblicate nel 1948.
Gli anni trenta lo vedono impegnato in numerose opere grafiche commissionate da Vollard a corredo di testi letterari fra cui Cirque, Fleurs du Mal, Passion. Nel contempo una serie di opere dedicate al “paesaggio con figure” lasciano spazio a raffigurazioni fortemente spirituali in cui l’armonia cromatica e compositiva documenta una raggiunta pace interiore. Alla sua morte nel 1958 gli vengono tributati onori di Stato.
Le acqueforti e le acquetinte che verranno esposte nella cappella (primo piano, scala C di largo Gemelli, 1 a Milano) costituiscono una serie composta da Rouault fra il 1935 e il 1936 per il testo Passion dell’amico scrittore André Suarès che, insieme a disegni per silografia, l’editore Vollard pubblica a Parigi nel 1939.
La mostra, curata dal Centro pastorale dell’Ateneo in collaborazione con l’istituto di Storia dell’arte e in particolare con Cecilia De Carli, docente di Storia dell’arte contemporanea, sarà visitabile dall’8 aprile fino al 4 maggio da lunedì a sabato (tranne il mercoledì) dalle 9 alle 17. All’inaugurazione alle 11.30 saranno presenti monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, la professoressa Cecilia De Carli, il collezionista Luigi Tavola, proprietario delle opere.
La serie completa delle 17 tavole, 7 a colori e 10 in bianco e nero, acqueforti e acquetinte più 1 silografia derivante dai disegni prodotti da Rouault per Passion provengono dalla Collezione di Luigi Tavola. Esse affrontano il percorso della Passione di Cristo, allargando l’itinerario delle stazioni liturgiche della Via Crucis e del racconto dei Vangeli. Da queste opere traspare una toccante condizione umana che vede il Cristo ora alle porte della città, fra operai, intellettuali, peccatori, prostitute, ora a colloquio con il diavolo, oltre che con i discepoli e le pie donne. Quell’umanità che attraversa le regioni più desolate dell’esistenza è presente all’artista in tutta la sua drammaticità, come una ferita di cui vuole condividere il dolore e la pena senza censura.
Mounier, Léon Bloy, Peguy, Jacques e Raïssa Maritain, “i grandi amici” dell’artista, sono i suoi maestri e compagni di strada, ai quali mostra dipingendo il suo anticonformismo, il suo odio per la mediocrità borghese, ma anche la sua ricerca di una verità più profonda.
I protagonisti delle sue tavole riempiono lo spazio pittorico con una necessità unica e misteriosa, “affine - scrive Maritain - a quella con cui le nature di un universo riempiono i loro limiti.” (Frontières de la poesie et autres essais, trad.it. 1985, p. 31).
La sua originalità, interna all’atto del dipingere, rende giganti, si potrebbe dire intimi, i personaggi di Passion che si ritrovano immersi in uno straordinario paesaggio. Quel paesaggio che - aveva pronosticato Suarès - Rouault sarebbe stato l’unico in grado di ricreare come “paesaggio religioso”. È là, infatti, dove quell’umanità derelitta è immersa e già incorporata nella traccia della salvezza.
Parigi 1871-1958
Nato in uno scantinato durante il bombardamento di Parigi del 1871, Georges Rouault trascorre l’infanzia nei vecchi quartieri di Belleville e di Montmartre dove ha modo di osservare il duro lavoro di artigiani e operai. Il suo apprendistato inizia nella bottega di un restauratore di vetrate. A 19 anni si iscrive all’École Nationale des Beaux-Arts dove incontra Gustave Moreau, direttore dell’Accademia, personalità straordinaria da cui gli allievi apprendono la lezione dei classici e dei moderni, da Poussin a Cézanne.
Moreau, che ha una particolare predilezione per Rouault, incoraggia la pittura del giovane e gli permette di accedere alla sua biblioteca, dove Baudelaire e Shakespeare sono i prediletti. I suoi primi dipinti, premiati nel 1894, Coriolano nella casa di Tullio e Il Bambino Gesù fra i dottori, molto vicini allo stile simbolista del maestro, ricevono il plauso della critica e lo immettono nella filiera dell’arte. Conosce Ambrois Vollard, noto collezionista e mercante che poi decreterà la sua fortuna economica. Intanto avvicina il padre domenicano Vallèe, che diviene sua guida spirituale. La crisi attraversata dopo la morte di Moreau (1898) contribuisce ad indirizzarlo verso una linea poetica del tutto originale, corroborata dalla conoscenza di Leon Bloy (1904) e dei coniugi Maritain (1905). Di qui la scelta di volgere lo sguardo, almeno fino al 1910-1912, su un’umanità che desta raccapriccio al borghese ben pensante, raffigurando acrobati, prostitute, giudici e condannati. Aspramente rifiutato dalla critica, trova comprensione e stima in Maritain che intreccia, a più riprese, la sua estetica con la produzione pittorica dell’artista. A partire dal 1914-1915 Rouault ritorna al tema religioso fino alla nota serie di incisioni del Miserere, le cui tavole saranno pubblicate nel 1948.
Gli anni trenta lo vedono impegnato in numerose opere grafiche commissionate da Vollard a corredo di testi letterari fra cui Cirque, Fleurs du Mal, Passion. Nel contempo una serie di opere dedicate al “paesaggio con figure” lasciano spazio a raffigurazioni fortemente spirituali in cui l’armonia cromatica e compositiva documenta una raggiunta pace interiore. Alla sua morte nel 1958 gli vengono tributati onori di Stato.
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