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Giuseppe Scalarini (1873-1948). Il segno intransigente. Grafica politica, satira e illustrazione

Dal 15 Novembre 2013 al 09 Marzo 2014
Milano
Luogo: Museo del Novecento
Indirizzo: via Marconi 1
Orari: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30
Curatori: Giovanna Ginex
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3
Telefono per informazioni: +39 02 88453314/ 02 43353522
E-Mail info: c.museo900@comune.milano.it
Sito ufficiale: http://www.museodelnovecento.org
Noto finora soprattutto come autore delle vignette comparse quotidianamente ne l’“Avanti!” dal 1911 al 1925, Scalarini nasce il 29 gennaio 1873 a Mantova dove ha luogo la sua prima formazione come disegnatore tecnico. Il rigore del segno, assimilato nell’apprendimento ed esercizio del disegno tecnico, e il rigore morale dell’uomo, resteranno caratteristiche della sua grafica e dell’intera sua vicenda umana.
Il giovane manifesta un precoce interesse per l’arte e il disegno, saggiando fin dagli anni Novanta le diverse possibilità che si offrivano, in Italia e all’estero, nel campo dell’illustrazione e del giornalismo. Frequenta inoltre i corsi delle accademie di Belle Arti di Firenze e di Venezia, documentandosi sulla coeva grafica satirica francese e tedesca.
Nel 1896 fonda a Mantova il “Merlin Cocai”, un foglio satirico di attualità politica e locale, legato al socialismo d’area radicale. Proseguendo da Milano l’attività di disegnatore, nei disegni d’esordio è ancora influenzato dal “pupazzettismo” maturando ben presto in un segno originale, attraverso la collaborazione a decine di testate, in Italia, in Austria e in Germania, Paesi dove risiede per qualche anno all’inizio del Novecento. In mostra sono documentate le collaborazioni di questi anni ai periodici satirici “Italia ride” di Bologna, “Lustige Blätter” di Berlino, “Fliegende Blätter” di Monaco, e il “Pasquino” di Torino.
Il 4 ottobre 1911 Scalarini entra nella redazione dell’”Avanti!”; l’ingresso al quotidiano socialista rappresenta per l’artista il raggiungimento delle sue aspirazioni come disegnatore e come socialista. È l’inizio di una collaborazione quotidiana nella veste di giornalista redattore, che continuerà costante fino al 10 gennaio 1926 con disegni - oltre 3700 vignette pubblicate - e con testi. Non interrompe, inoltre, la collaborazione con altre testate, tra cui la nuova serie de “L’Asino”.
Scalarini tocca temi universali e tuttavia di stringente attualità: la guerra - combattuta con un radicale antimilitarismo che non ammetteva eccezioni -, la voracità del capitalismo, il potere temporale della Chiesa, e più nel dettaglio lo squadrismo fascista, la monarchia imbelle. Scalarini è sorvegliato dalle autorità di polizia italiane e tedesche fin dalla metà degli anni Novanta; sarà perseguitato durante il fascismo subendo il confino, e soppressa nel 1925 la stampa socialista, costretto a lavorare in incognito o sotto pseudonimi diversi. L’inconfondibile firma a rebus scalariniana ricomparirà dopo la Liberazione su diverse testate.
L’artista muore a Milano il 30 dicembre 1948.
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