Giuseppe Stampone. L'ABC dell'arte "nei confini sociali del gioco"

Giuseppe Stampone. L'ABC dell'arte "nei confini sociali del gioco", Palazzo Reale, Milano
Dal 6 October 2014 al 12 October 2014
Milano
Luogo: Palazzo Reale
Indirizzo: piazza Duomo 12
Orari: Lun. 14:30-19:30; Mar. Mer. Ven. Dom. 9:30 -19.30; Gio. Sab. 9:30-22:30
Curatori: Alessandro Cocchieri
Enti promotori:
- Associazione MonteNapoleone
- Palazzo Reale Milano
- Comune di Milano
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 0202 / 02 88451
E-Mail info: Comunicazione.UfficioStampa@comune.milano.it
Sito ufficiale: http://www.comune.milano.it
L’ Associazione MonteNapoleone in collaborazione con Palazzo Reale presentano, all’interno della quinta edizione de “La Vendemmia”, evento che si terrà a Milano dal 6 al 12 Ottobre, un’installazione dell’artista Giuseppe Stampone a cura di Alessandro Cocchieri.
“L’enigma di poter unire in un blocco concettuale elementi come: Vendemmia e Arte, ha trovato risoluzione in un’installazione artistica che, tenta di decodificare ciò che usualmente è lasciato alle scienze demologiche. Il compimento di un rituale, la sacralità ed il mito vengono qui ri_manipolati. Il divertimento nell’affrontare l’opera sta nel coglierne i legami. ” (A. Cocchieri)
Giuseppe Stampone, autore del gioco “L’ ABC dell’Arte” realizzato all’interno del progetto BcomeBox, propone nel contesto di Palazzo Reale un intervento sull’opera, aprendo una riflessione antropologica sulla Global Education dell’artista.
L’obiettivo di tale intervento è quello di spostare l’attenzione sul ruolo del gioco come spunto di osservazione per individuare elementi caratterizzanti le società contemporanee.
La realizzazione dell’opera, nata come strumento ludico/didattico per fornire una prima alfabetizzazione dell’arte contemporanea, ha visto il coinvolgimento di critici e curatori, storici dell’arte e galleristi, collezionisti e direttori di musei, responsabili di dipartimenti di didattica museale, giornalisti e direttori di testate. Viene ora rivisitata e reinterpretata attraverso un punto di osservazione esterno ai convenzionali processi dell’arte, consolidando l’arduo percorso intrapreso dall’artista nella sua missione di rieducazione collettiva. L’intervento installativo consiste in un grande tabellone da gioco, con dadi e pedine, pronto ad accogliere i visitatori al suo interno.
Tale spazio di azione è concettualmente uno spazio sociale, con regole e confini, in cui il visitatore, “giocando”, abbandona il ruolo originario di spettatore e diventa l’attore sociale e il protagonista del progetto di Giuseppe Stampone.
L’intento dell’artista è dunque quello di portare lo spettatore nel fuori della realtà mediatizzata del quotidiano attraverso la didattica dell’arte. Giocando si compie una sorta di rito contemporaneo, partecipativo, di purificazione con rimandi all’idea originaria di Johan Huizinga, che non distingue tra rito e gioco e che afferma che giocando, la collettività esprima la sua interpretazione della vita e del mondo.
Il risultato del lavoro dell’artista è una straordinaria ricerca antropologica, un documento visivo che sublima, nel linguaggio contemporaneo dell’arte, la teoria funzionalista per la quale il gioco strappa l’uomo alla consuetudine e lo rigenera.
“L’enigma di poter unire in un blocco concettuale elementi come: Vendemmia e Arte, ha trovato risoluzione in un’installazione artistica che, tenta di decodificare ciò che usualmente è lasciato alle scienze demologiche. Il compimento di un rituale, la sacralità ed il mito vengono qui ri_manipolati. Il divertimento nell’affrontare l’opera sta nel coglierne i legami. ” (A. Cocchieri)
Giuseppe Stampone, autore del gioco “L’ ABC dell’Arte” realizzato all’interno del progetto BcomeBox, propone nel contesto di Palazzo Reale un intervento sull’opera, aprendo una riflessione antropologica sulla Global Education dell’artista.
L’obiettivo di tale intervento è quello di spostare l’attenzione sul ruolo del gioco come spunto di osservazione per individuare elementi caratterizzanti le società contemporanee.
La realizzazione dell’opera, nata come strumento ludico/didattico per fornire una prima alfabetizzazione dell’arte contemporanea, ha visto il coinvolgimento di critici e curatori, storici dell’arte e galleristi, collezionisti e direttori di musei, responsabili di dipartimenti di didattica museale, giornalisti e direttori di testate. Viene ora rivisitata e reinterpretata attraverso un punto di osservazione esterno ai convenzionali processi dell’arte, consolidando l’arduo percorso intrapreso dall’artista nella sua missione di rieducazione collettiva. L’intervento installativo consiste in un grande tabellone da gioco, con dadi e pedine, pronto ad accogliere i visitatori al suo interno.
Tale spazio di azione è concettualmente uno spazio sociale, con regole e confini, in cui il visitatore, “giocando”, abbandona il ruolo originario di spettatore e diventa l’attore sociale e il protagonista del progetto di Giuseppe Stampone.
L’intento dell’artista è dunque quello di portare lo spettatore nel fuori della realtà mediatizzata del quotidiano attraverso la didattica dell’arte. Giocando si compie una sorta di rito contemporaneo, partecipativo, di purificazione con rimandi all’idea originaria di Johan Huizinga, che non distingue tra rito e gioco e che afferma che giocando, la collettività esprima la sua interpretazione della vita e del mondo.
Il risultato del lavoro dell’artista è una straordinaria ricerca antropologica, un documento visivo che sublima, nel linguaggio contemporaneo dell’arte, la teoria funzionalista per la quale il gioco strappa l’uomo alla consuetudine e lo rigenera.
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