Gluqbar: Comme des Grenouilles
Dal 08 Novembre 2018 al 27 Novembre 2018
Milano
Luogo: Edicola Radetzky
Indirizzo: viale Gorizia (Darsena)
Enti promotori:
- Comune di Milano
- Municipio 6
E-Mail info: edicolaradetzky@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.edicolaradetzky.it/
Gluqbar è spazio espositivo flessibile e studio di Luca Massaro, con l'obiettivo di produrre installazioni pubbliche e domestiche, materiale virtuale e stampato, progetti off-site e online, in un’ossimorica “architettura senza pareti”.
www.gluqbar.xyz
“COMME des GRENOUILLES (Gluqbar)” è un’installazione luminosa che riprende leitmotiv ricorrenti nel primo anno di attività di Gluqbar: da una parte un’immagine, dall’altra un testo, in schermi retroilluminati, propri della pubblicità e delle vetrine. L'immagine è quella di una rana trasparente; di vetro, di ghiaccio o in 3d? Il testo richiama l’identità grafica di Gluqbar e di alcuni brand e un’analisi linguistica di Michel Foucault su Jean-Pierre Brisset. Insieme la combinazione di immagine e testo riprende il tema “anfibio” di Gluqbar e si mimetizza in maniera naturale tra gli effetti di stimolazione a-significante della sfera pubblica accelerata di Milano, e la stratificazione storica naturale/culturale della Darsena.
La particolare configurazione dello spazio espositivo pubblico e trasparente si inserisce perfettamente nell’interesse di Gluqbar per gli spazi anfibi (anfi+bios, “doppia vita”): notte e giorno, micro a livello strutturale, macro per il contesto pubblico, trasparente e vetrato. “Nell’epoca della trasparenza amministrativa, economica e politica, al tempo degli open data e degli schermi di vetro, Gluqbar utilizza la metafora della vetrina come imprint curatoriale, proponendo uno spazio espositivo trasparente, un network IRL all’intersezione di interno ed esterno, pubblico e privato, quasi-riflettente e quasi-trasparente.”
L’installazione “COMME des GRENOUILLES (Gluqbar)” è un incontro di queste antitesi contemporanee, di immagine e parola, natura e cultura, acqua e terra. In un recente articolo, il New York Times parla del processo di estinzione delle rane in termini simili alla metafora pasoliniana delle lucciole. Quando un simbolo primitivo come la rana (Esodo, Aristofane, Chevalier-Gheerbrant, Jean-Pierre Brisset, ecc) si traduce in dibattito di attualità (Pepe the Frog, Donald Trump, meme, “iperstizione”, ecologia)? Un’attrazione futuristica e archetipa insieme, provocata dall’immagine della rana, può trasformarsi in repulsione preistorica e politica, in ricordo nostalgico e alienante? Come in un meme (unione di immagine e parola), l’installazione non funziona in maniera referenziale (vero o falso): il contenuto della metafora non si definisce concettualmente, ma si traduce pragmaticamente in appartenenza. "Il meme funziona come a-significante: appena cerchiamo di interrogarlo dal punto di vista del significato, si dissolve. L’efficacia di un meme dipende dalla sua replicabilità e deve agire come un mneme: unità di memorizzazione."
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