Il bello è addormentato. Sogno tra storia, costume e teatro
Dal 10 Ottobre 2014 al 29 Novembre 2014
Milano
Luogo: Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei - Villa Clerici
Indirizzo: via Terruggia 8/14
Orari: da martedì a domenica 9.30-12.30 / 14-16.30
Curatori: Angela Bonomi Castelli, Antonella Poletti, Donatella Colombo
Enti promotori:
- Regione Lombardia
- Comune di Milano
- Associazione Musei Ecclesiastici Italiani
Costo del biglietto: museo + mostra intero € 8, ridotto € 5
Telefono per informazioni: +39 02 6470066
E-Mail info: galleria@villaclerici.it
Sito ufficiale: http://www.villaclerici.it
Dal 10 ottobre la Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei di Villa Clerici promuove e presenta una mostra inedita di grande suggestione: Il Bello è addormentato. Sogno tra storia, costume e teatro. Una rassegna di costumi teatrali curata dal Direttore della GASC Angela Bonomi Castelli, dalla costumista e scenografa Antonella Poletti e dall’artista Donatella Colombo.
Per la prima volta gli spazi di Villa Clerici, dimora di straordinario interesse artistico ed architettonico, nelle cui sale sono esposte le opere d’arte sacra contemporanea realizzate da importanti artisti del Novecento, accoglie ed espone una selezione di costumi teatrali di raffinata fattura provenienti dalla storica milanese Sartoria Brancato, che ha lavorato per i teatri più prestigiosi del mondo, dalla Scala di Milano, all’Opéra di Parigi, Il Covent Garden di Londra e il Metropolitan di New York.
I costumi sono stati scelti per rappresentare e “mettere in scena” le caratteristiche salienti della moda e dell’abbigliamento maschile e femminile di un periodo storico coevo alla villa, compreso tra ‘700 e ’800, attraverso abiti emblematici e rappresentativi dello status sociale ed economico dei personaggi.
“Vivere uno spazio è anche evocare la sua storia”. Afferma la Direttrice Angela Bonomi Castelli. “Villa Clerici è un insieme di tante storie e diverse destinazioni, abitata sin dalla sua origine nella prima metà del ‘700, da una moltitudine di personaggi. Nobili, borghesi, servitori, artigiani, prelati, contadini ed educatori che, nel susseguirsi del tempo, hanno caratterizzato la vita in Villa”.
Lungo il percorso espositivo gli spazi di grande bellezza che accolgono le opere d’arte della collezione permanente, diventano anche palcoscenico dove trovano ambientazione ideale i preziosi costumi settecenteschi di dame e cavalieri, l’austero abito del precettore che si contrappone a quello sontuoso del cardinale, raffinate livree con gallonature dorate di valletti e severe divise di governanti, a cui si aggiungono gli splendidi costumi Stile Impero creati per la Tosca di Giacomo Puccini e di epoca tardo romantica per la Traviata di Giuseppe Verdi.
Di particolare rilievo risultano i costumi maschili composti da marsine ricamate e gallonate, da sottomarsine e da pantaloni detti culottes, e splendidi abiti femminili dai tessuti preziosi e dai ricchi ricami, che si allargano sostenuti da panier settecenteschi o crinoline dell’Ottocento. Di grande interesse anche alcuni importanti abiti di scena, come quello da alto prelato in moiré color porpora, realizzato per l’opera “Assassinio nella cattedrale”, ispirata all’omonimo dramma teatrale di Thomas Eliot o il gruppo di costumi creati per l’opera giocosa La Cecchina ossia la buona figliola, tratta dalla commedia di Carlo Goldoni e musicata da Piccinni.
“Per questa mostra sono stati scelti costumi riferibili alle epoche che hanno contraddistinto i personaggi e la storia della Villa”, sottolinea la curatrice Antonella Poletti, “E sono una perfettafusione tra la moda italiana, derivata dagli abiti codificati nella Commedia dell’Arte, riferibile al periodo della Reggenza e del Rococò, come il famoso abito all’andrienne o robe volante, indossato con il panier. L’abito come costume teatrale ha impreziosito e visualizzato ciò che la musica ed il teatro restituiscono attraverso il suono e l’immaginazione. E se per la società l’abbigliamento rispondeva alla sola necessità di coprire il corpo, la moda è stata invece lo strumento attraverso il quale evidenziare il ruolo sociale ed il patrimonio economico”.
Una scelta curatoriale ed espositiva che ha dato vita ad un percorso storico ed artistico originale e curioso che consente al visitatore di cogliere, partecipare e condividere un dialogo virtuale di grande interesse tra opere d’arte contemporanea e “personaggi” che creano l’illusione di attraversare uno spazio nuovamente abitato, il tutto sottolineato dal profondo legame con la musica che, da alcuni anni, Villa Clerici coltiva e promuove.
A corollario della mostra si affianca un ricco calendario di percorsi didattici dedicati alla scuola primaria e secondaria, insieme ad un ciclo di conferenze specifiche rivolte ad appassionati, studiosi e addetti ai lavori, dedicato a temi come la storia del tessuto e della manifattura lombarda, l’architettura delle ville gentilizie, la trazione marionettistica e il ruolo della cultura per la crescita dell’economia.
Per la prima volta gli spazi di Villa Clerici, dimora di straordinario interesse artistico ed architettonico, nelle cui sale sono esposte le opere d’arte sacra contemporanea realizzate da importanti artisti del Novecento, accoglie ed espone una selezione di costumi teatrali di raffinata fattura provenienti dalla storica milanese Sartoria Brancato, che ha lavorato per i teatri più prestigiosi del mondo, dalla Scala di Milano, all’Opéra di Parigi, Il Covent Garden di Londra e il Metropolitan di New York.
I costumi sono stati scelti per rappresentare e “mettere in scena” le caratteristiche salienti della moda e dell’abbigliamento maschile e femminile di un periodo storico coevo alla villa, compreso tra ‘700 e ’800, attraverso abiti emblematici e rappresentativi dello status sociale ed economico dei personaggi.
“Vivere uno spazio è anche evocare la sua storia”. Afferma la Direttrice Angela Bonomi Castelli. “Villa Clerici è un insieme di tante storie e diverse destinazioni, abitata sin dalla sua origine nella prima metà del ‘700, da una moltitudine di personaggi. Nobili, borghesi, servitori, artigiani, prelati, contadini ed educatori che, nel susseguirsi del tempo, hanno caratterizzato la vita in Villa”.
Lungo il percorso espositivo gli spazi di grande bellezza che accolgono le opere d’arte della collezione permanente, diventano anche palcoscenico dove trovano ambientazione ideale i preziosi costumi settecenteschi di dame e cavalieri, l’austero abito del precettore che si contrappone a quello sontuoso del cardinale, raffinate livree con gallonature dorate di valletti e severe divise di governanti, a cui si aggiungono gli splendidi costumi Stile Impero creati per la Tosca di Giacomo Puccini e di epoca tardo romantica per la Traviata di Giuseppe Verdi.
Di particolare rilievo risultano i costumi maschili composti da marsine ricamate e gallonate, da sottomarsine e da pantaloni detti culottes, e splendidi abiti femminili dai tessuti preziosi e dai ricchi ricami, che si allargano sostenuti da panier settecenteschi o crinoline dell’Ottocento. Di grande interesse anche alcuni importanti abiti di scena, come quello da alto prelato in moiré color porpora, realizzato per l’opera “Assassinio nella cattedrale”, ispirata all’omonimo dramma teatrale di Thomas Eliot o il gruppo di costumi creati per l’opera giocosa La Cecchina ossia la buona figliola, tratta dalla commedia di Carlo Goldoni e musicata da Piccinni.
“Per questa mostra sono stati scelti costumi riferibili alle epoche che hanno contraddistinto i personaggi e la storia della Villa”, sottolinea la curatrice Antonella Poletti, “E sono una perfettafusione tra la moda italiana, derivata dagli abiti codificati nella Commedia dell’Arte, riferibile al periodo della Reggenza e del Rococò, come il famoso abito all’andrienne o robe volante, indossato con il panier. L’abito come costume teatrale ha impreziosito e visualizzato ciò che la musica ed il teatro restituiscono attraverso il suono e l’immaginazione. E se per la società l’abbigliamento rispondeva alla sola necessità di coprire il corpo, la moda è stata invece lo strumento attraverso il quale evidenziare il ruolo sociale ed il patrimonio economico”.
Una scelta curatoriale ed espositiva che ha dato vita ad un percorso storico ed artistico originale e curioso che consente al visitatore di cogliere, partecipare e condividere un dialogo virtuale di grande interesse tra opere d’arte contemporanea e “personaggi” che creano l’illusione di attraversare uno spazio nuovamente abitato, il tutto sottolineato dal profondo legame con la musica che, da alcuni anni, Villa Clerici coltiva e promuove.
A corollario della mostra si affianca un ricco calendario di percorsi didattici dedicati alla scuola primaria e secondaria, insieme ad un ciclo di conferenze specifiche rivolte ad appassionati, studiosi e addetti ai lavori, dedicato a temi come la storia del tessuto e della manifattura lombarda, l’architettura delle ville gentilizie, la trazione marionettistica e il ruolo della cultura per la crescita dell’economia.
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